MAH!
TACCO&SPILLO
È da qualche tempo che come rabdomanti stiamo dietro alle perle che il centrodestra lucano dissemina nei luoghi alti della politica come nelle taverne degli inciuci, peraltro con una tale perseveranza folkloristica da farne un dizionario di cose strambe, alla maniera comica e capovolta di Calvino. Così dopo l’onomatopea adolescenziale del “maoooooo” che quella cima politica di Alessandro Galella ha reso celebre per far proseliti facili e ciurlare nel manico con la vicinanza insignificante d’assessore e d’ultrà ci pare che la nuova frontiera semantica dei patrioti d’Italia sia condensata nella brevità disarmata del “mah!”. Ora facendo un po’ di ripasso letterario, ma con i dovuti accorgimenti del caso per non offendere il buon Vitaliano Brancati, ci ritorna alla mente la filosofia dello Zio Ciccio che passava le ore del giorno ad arrotolarsi nella mestizia parassitaria e monosillabica del “mah!”. Eppure se l’inconcludenza diventa un’arte di governo e di sopravvivenza la Basilicata con i suoi giovani che scappano, la povertà che dilaga, le liste d’attesa che crescono, la popolazione ed il pil che s’afflosciano finisce davvero per somigliare ad un “mah”. Canta Sciack:“Mah! mah! Ti dico solo mah!”.