POTENZA, CDX A PERDERE
La maggioranza non ha i numeri, salta il Consiglio: alleati in frizione per spartizioni da fine consiliatura. Guarente come Troia, il Dirigente comunale Romaniello in segreteria Pd: prossimo candidato sindaco?
“O miseri, quae tanta insania, cives? creditis auectos hostis? aut ulla putatis dona carere dolis Danaum? sic notus Vlixes? aut hoc inclusi ligno occultantur Achiui, aut haec in nostros fabricata est machina muros, inspectura domos uenturaque desuper urbi, aut aliquis latet error; equo ne credite, Teucri. quidquid id est, timeo Danaos et dona ferentis” è questo un celebre passo del secondo libro dell’Eneide. Virgilio fa parlare Enea che racconta di come soltanto Lacoonte abbia cercato di spiegare ai Troiani di come i doni dei nemici sono da temere. Non sappiamo se Mario Guarente sappia di latino e poco ci interessa, non sappiamo neanche se abbia mai letto l’Eneide che pure dovrebbe essere un testo obbligatorio nelle scuole superiori che ci auguriamo abbia frequentato con profitto. Ricorriamo a “quel savio gentil che tutto seppe” soltanto per dire che sarebbe bastato usare la saggezza antica per evitare a Mario Guarente di fare gli errori disastrosi che ha fatto e che hanno determinato l’ingresso del Cavallo della sinistra nell’amministrazione comunale.
TIMEO DANAOS ET DONA FERENTES
Qualsiasi studente liceale ricorderà quel passo e quel grido di Lacoonte che invitava a temere i greci anche se portano doni con il quale l’indovino invitava i troiani a non far entrare il Cavallo nelle mura di Ilio. L’unico ad essersene dimenticato è proprio il sindaco di Potenza, troppo frettolosamente promosso nell’eccitante ricerca dell’uomo nuovo leghista, da semplice portaborse a primo cittadino di un capoluogo di Regione. E, così, ignorando ogni logica politica e ogni prudenza, agendo come un burocrate non sensibile alle logiche della politica, il Sindaco Guarente ha “disposto l’assunzione a tempo indeterminato di un dirigente mediante lo scorrimento della graduatoria di merito del concorso pubblico per la copertura di due posti di dirigente amministrativo-contabile, approvata con determinazione n. 487 del 24 ottobre 2019”. Burocraticamente tutto corretto, anzi tutto semplicisticamente corretto. Peccato che come i troiani non si avvedesse che ad entrare nel ruolo di responsabile dell’Unità di Direzione “Servizi alla Persona” è il dott. Giuseppe Romaniello. Il dott. Romaniello ha un curriculm di tutto rispetto, una competenza che nessuno mette in discussione, così come nessuno mette in discussione la perfetta procedura utilizzata dal Comune di Potenza. Se non esistesse la politica sarebbe tutto encomiabile. Se a scegliere di far scorrere una graduatoria fosse stato un dirigente e non un politico sarebbe stato tutto ineccepibile. Peccato, però, che tra i tanti titoli professionali di merito che il dott. Romaniello ha, c’è anche quello di essere uno storico esponente della sinistra potentina. Come Lacoonte qualcuno aveva avvisato Mario Guarente che facendo scorrere quella graduatoria si sarebbe messo un nemico in casa. Ma esattamente come i Troiani, accecato dalla propria superbia, non ha voluto dare ascolto a nessuno. Al contrario, il Sindaco e la sua Giunta, hanno dato sempre più spazio a Romaniello. Il Dirigente dell’Ufficio è diventato il vero assessore competente per i servizi scolastici e non solo. Come abbiamo spesso raccontato, è stato lui ad inaugurare scuole, a parlare a nome dell’amministrazione comunale nel campo dei servizi sociali, a curare i rapporti con il territorio etc…
NELLA SEGRETERIA REGIONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO
Il suo lavoro è stato premiato. Il Partito Democratico lo ha nominato nella segreteria regionale del Partito. Da ieri il dott. Romaniello potrà esplicare le sue funzioni e le sue capacità direttive al Comune di Potenza guidato dal leghista Guarente e nel Partito Democratico che di Guarente è opposizione. Ci sarebbero mille profili di incompatibilità politica per questa situazione. Siamo certi che Mario Guarente non sarà in grado di coglierle o, quanto meno, nella sua ormai stanca attesa della fine del mandato che lo restituisca ad attività meno faticose, non avrà alcuna voglia di intervenire. Qualcuno dice che il Partito Democratico stia pensando di candidare il Dirigente voluto da Guarente come sindaco della città. Il cerchio della vita sarà così compiuto e colui il quale dovrà nel centrodestra caricarsi l’eredità di una campagna elettorale sulle macerie della Giunta Guarente, potrebbe essere chiamato a sfidare colui il quale pro- prio il sindaco uscente ha lanciato nell’agone politico.
IL MAK P DELLA MAGGIORANZA
Del resto il Sindaco, la sua Giunta e la sua maggioranza sono palesemente in un clima prefestivo. Hanno l’atteggiamento di chi ha finito il liceo e si gode gli ultimi giorni di sole prima dell’esame di maturità. Poco interessati alla fatica e all’impegno aspettano solo che suoni la campanella. La campanella in aula è suonata ieri. Ieri c’era una seduta del Consiglio Comunale ma la maggioranza era in vacanza. Il Presidente del Consiglio facente funzione Bernabei ha dichiarato aperti i lavori senza accorgersi che non c’era il numero legale. È bastato che Falotico, che invece di esperienza ne ha tanta, chiedesse la verifica del numero legale per far constatare che era impossibile procedere. Un clima da liberi tutti. Una situazione che, evidentemente, è consona all’atteggiamento del Sindaco che ha deciso che questi sono i suoi ultimi mesi di lavoro amministrativo che ha giudicato troppo faticoso per le sue capacità di concentrazione. Una scelta di anticipazione delle vacanze di chi sa di aver dato tutto ciò che aveva nel poco che ha realizzato ma che non riusciamo a capire come possa essere tollerato dai partiti della maggioranza. Qualcuno dovrà pure candidarsi per il centrodestra alla guida della città. Qualcuno che dovrà anche immaginare un programma, un’idea, una coalizione, un messaggio da lanciare. Tutte cose che sono incompatibili con questa continua agonia e che dovrebbero far riflettere Fratelli d’Italia e gli altri alleati, sull’esigenza di prenderne le distanze. Ma forse, per tornare all’Eneide, i fati sono contrari e le menti sono accecate e qualsiasi consiglio in senso contrario alla mera sopravvivenza non viene ascoltata.
Di Massimo Dellapenna