PRIORE LASCIA UN PARCO DI MACERIE
Appennino lucano nella revoca incarico motivazioni chiare: al successore il difficile compito di ricostruire. Distrutti i conti, distrutta l’immagine dell’Ente e distrutto anche il territorio
La Quello che più colpisce delle motivazioni che hanno convinto il Ministero dell’Ambiente a disporre la revoca di Giuseppe Priore dalla carica di presidente del Parco è quel passaggio in cui il Ministero dice che in un solo anno il conto economico si è ridotto del 91,1%. Un passaggio che non lascia presagire niente di buono per chiunque sarà chiamato a gestire da domani il Parco dell’Appennino Lucano. La riduzione del Conto Economico del 91,1% significa, in pratica, che da un anno all’altro le risorse del Parco si sono ridotte ad un decimo. Sostanzialmente un logoramento delle potenzialità del Parco stesso, svuotato economicamente e reso inefficiente ed impossibilitato ad agire. Una situazione che si somma, sempre secondo il Ministero dell’Ambiente, all’azzeramento del fondo rischi ed oneri malgrado ci siano tantissimi contenziosi in corso. In pratica l’ente gestore del Parco ha dimenticato di accantonare le somme per le cause in corso che dovrebbero servire in caso di soccombenza. Se sommiamo il mancato azzeramento dei residui passivi che risalgono al 2018 e l’assenza finanche di un responsabile contabile in grado di dare chiarimenti, ne viene fuori l’immagine plastica del disastro contabile e gestionale.
UN DISASTRO SOCIALE
A tutto ciò si deve aggiungere il disastro sociale che Priore lascia nel territorio dove insiste il Parco dell’Appennino Lucano. Le doglianze di Antonio Rubino, presidente della comunità del Parco, sono soltanto alcune delle tante lamentele che si sono sommate in questi anni in cui si è creduto di poter lasciare senza controllo la fauna selvatica, libera di circolare nei Comuni e di devastare piantagioni e colture. Se Gianuario Aliandro ha festeggiato con un post su facebook la rimozione di Priore, sono in tanti a vi- vere questa scelta del Governo come una liberazione del territorio. Dalla sua nomina non risulta nessuna iniziativa fatta nel Parco e per il Parco, nessuna promozione territoriale, nessun rilancio del- l’immagine dell’Appennino Lucano né in Italia né nel mondo. Insomma, il conto economico si è ridotto del 91,1% senza che sia stato fatto nulla.
UN DISASTRO DI IMMAGINE
L’unica cosa per la quale il presidente Priore si è distinto è la sua capacità di usare i social come un martello. Ha iniziato un giorno d’agosto con la raffigurazione del Ministro Salvini come un estremista islamico, ha continuato con paragoni sessisti sulle donne che fuggivano dalla guerra, ha concluso con l’ironia nei confronti di Rubino e con il paragone alquanto singolare tra il cinghiale e lo scoiattolo. Ultima ciliegina sulla torta sono stati gli insulti nei nostri confronti e l’esibizione del grande pennello su facebook. In sostanza ogni risorsa è stata sperperata, ogni cosa che doveva essere fatta non è stata fatta, ogni cosa che non si doveva fare è stata compiuta.
RESTANO SOLTANTO LE MACERIE
Quello che resta sono sol- tanto le macerie e l’ennesima occasione mancata per il territorio, affidato a chi non ha nessuna idea del territorio stesso e non sa cosa fare per rilanciarlo. Non sappiamo cosa il Ministero competente intenda fare per il futuro. Quello che ci sentiamo di auspicare è che il Governo scelga una persona in grado di dialogare con il Governo. Per ricostruire il Parco dell’Appennino Lucano servirà qualcuno capace non soltanto di mettere in regola i conti ma anche di avere rapporti efficienti e quotidiani con il Ministero e con il Governo Regionale. Sarà necessario soprattutto tanta capacità di relazione e di immaginazione. Servirà qualcuno che non abbia una visione ideologica dell’ambiente, che non confonda cinghiali e scoiattoli, che non voglia indulgere su scenette di nazi ambientalismo e che sia nelle condizioni di ricostruire il rapporto tra l’ente, il territorio e la popolazione. Non sarà un’impresa facile per chi prenderà il posto di Priore. Troverà un Parco senza risorse economiche, senza un dirigente economico e senza un direttore generale. Troverà, soprattutto, un territorio logorato, una frattura tra istituzioni comunali e ente e un’immagine tutta da ricostruire. Un lavoro arduo e non semplice ma di cui il nostro territorio ha bisogno. Un Parco che inizia alle porte di Potenza e termina quasi sul mare, che al suo interno ha laghi, fiumi, montagne con piste da sci e tutto quanto si può desiderare non può essere lasciato così. Abbiamo criticato Priore soprattutto perché crediamo che il Parco, se ben governato, possa essere una vera risorsa per il territorio. Confidiamo che il Governo sia in grado di proporre una candidatura autorevole e capace. Fino ad ora i nostri appelli non sono caduti nel vuoto, speriamo vengano accolti anche questi.
Di Massimo Dellapenna