REGIONALI, SINDACI A CONFRONTO
Verso il voto, le sensazioni dai territori: a oltre il giardino i primi cittadini di Scanzano Jonico e Tito. Cariello e Scavone, visioni diverse ma una convinzione in comune: «No a decisioni calate da Roma»
Nella corsa verso le Regionali del prossimo anno c’è una certezza: il presidente uscente Bardi è in campo e non si tira in- dietro. Lo ha detto a chiare lettere in un’intervista a Cronache lo scorso 30 settembre affermando: «Io penso al futuro della Basilicata. Per questo lavoro da 4 anni e mezzo. Sono un uomo libero. E sono a disposizione della mia terra. Il mio unico interesse è la Basilicata». Se ne facciano una ragione gli alleati di Fratelli d’Italia e della Lega che vorrebbero guidare la coalizione. Spostandosi in altro campo regna, invece, grande incertezza. Un campo che si vorrebbe largo ma che non trova perimetro. I 5 stelle lucani si riuniscono in Assemblee ma non parlano. Aspettano Con- te che dia la linea, presto si dovrebbe sapere. I vertici lo- cali sono propensi a sostenere la candidatura di Angelo Chiorazzo che aspetta investiture, ma si teme la reazione della base della prima ora non molto propensa. E poi c’è la questione Pittella. A leggere Cronache il coordinatore Lomuti avrebbe detto: «Con Pittela sì, con Azione no». Un po’ complicato. Un nodo importante è quello del civismo. Aggregazione molecolare che passa per i territori e i sindaci ancora influenti sul consenso. Sono corteggiati e blanditi dai due principali poli. In tal senso si è proposto sulla scena da tempo il movimento promosso da una vecchia volpe della politica come Aurelio Pace. An- che un sindaco come Nicola Valluzzi è molto corteggiato. Nella sua Castelmezzano ha ospitato di recente la visita del ministro Gennaro Sangiuliano di Fratelli d’Italia, gli sponsor di Chiorazzo sperano in un suo sostegno. Sa- ranno, dunque, i sindaci e i civici a decidere chi sarà il nuovo presidente della Basilicata?
L’INFLUENZA DEI SINDACI
I sindaci lucani, dunque, saranno determinanti non solo perché il prossimo anno si vota in molte Amministrazioni comunali ma anche nelle regionali assumendone così un ruolo chiave nelle alleanze. Sono quelli che determineranno il consenso perché a più stretto contatto con i territori. Quindi, per analizzare il punto e la questione nel dettaglio, ospiti del giornalista Paride Leporace ad “Oltre il giardino” – il programma di Cronache Tv in onda sul canale 68 del digitale terrestre – due sindaci d’eccellenza: Pasquale Cariello e Graziano Scavone, l’uno sindaco di Scanzano Jonico (Mt) e l’atro del Comune di Tito (Pz).
CARIELLO E SCAVONE: DUE VISIONI DI “CIVISMO” POLITICO A CONFRONTO
Per l’ex consigliere regionale leghista Cariello – amministratore oggi di una realtà comunale che «esce da 3 anni e mezzo di commisariamento» e che preferisce inserirsi in un «civismo di centrodestra» sebbene ci tiene a chiarire che «quando ci si ritrova ad amministrare una comunità, quando si ha il rapporto quotidiano con la gente, la tessera di partito diventa il cittadino, la tua città» – «i sindaci siano decisivi soprattutto per le vittorie regionali perché ognuno di loro amministra una comunità, in stretto rap- porto quotidiano con i cittadini, differentemente da chi fa politica con ruoli più apicali e più alti». Sebbene Cariello sia consapevole anche di quanto invero «le decisioni all’interno delle coalizioni che gareggiano per le regionali si decidono molto a Roma e non qui. Cosa che, a mio avviso, è sbagliata perché – spiega – la partita politica viene un po’ calata dall’alto, una sorta di “cappello” su quello che sono questioni che interessano il territorio. Ed è giusto, quindi, che sia il territorio a decidere, è la Basilicata che deve decidere». Non troppo diversa, su quest’ultima considerazione, è l’opinione di Scavone, giunto al secondo mandato di un modello amministrativo costruito in questi dieci anni che ci tiene a definire «dallo spirito civico, nè di sinistra nè di destra bensì “indipendente” dove abbiamo avuto un rapporto non mediato dalla Politica, provando a mettere al centro della nostra agenda amministrativa gli interessi della comunità, prima ancora che gli interessi di Partito». Uno spirito civico che, a detta di Scavone «inizia a maturare in molti contesti locali e territoriali con una voglia di un nuovo protagonismo da parte dei sindaci amministratori». Per Scavone per le prossime regionali esiste già «un protagonismo dei sindaci, un fermento che si è acuito naturalmente negli ultimi mesi per effetto delle prossime scadenze elettorali e anche perché c’è una maggiore consapevolezza da parte dei sindaci e degli amministratori lo- cali in generale di quello che può essere il loro valore aggiunto». «I sindaci – prosegue il primo cittadino di Tito – possono scrivere una nuova storia, una nuova pagina della storia politica istituzionale di questa regione. Lo dico, non perché appartengo alla categoria dei sindaci, ma perché, come diceva il collega Cariello, abbiamo in questi anni costruito e rafforzato un rapporto di prossimità con le comunità e credo che da tempo oramai anche l’area del non voto, sempre più importante e in crescita esponenziale, forse la mente proprio questo: la distanza della Politica – spiega – e credo che il dovere civico di ogni rappresentante istituzionale sia di essere in contatto diretto con il territorio di rappresentanza. Un valore da potere e dovere elevare ad un progetto più ampio di “Regione”. E molti sono i sindaci che si stanno avvicinando a questa idea».