EMERGENZA CINGHIALI A POTENZA, SCATTA L’ORDINANZA DEL SINDACO
Il provvedimento si è reso necessario a seguito anche delle numerose segnalazioni dei residenti nel quartiere della “Zona G” e di Macchia Romana
È emergenza cinghiali anche nel capoluogo lucano, dove negli ultimi mesi la presenza degli ungulati allo stato brado nel centro abitato si è fatta ancora più massiccia e spavalda. Tant’è, a seguito dei sempre più frequenti avvistamenti che hanno destato la preoccupazione degli abitanti, l’Amministrazione potentina correi ai ripari. È di queste ore la notizia che il sindaco del Comune di Potenza ha emesso un’ordinanza «contingibile e urgente» per contrastare il fenomeno della presenza di ungulati nelle aree urbane, indicando l’adozione di misure a tutela della pubblica e privata incolumità. «Il provvedimento – spiega la nota del Comune di Potenza – si è reso necessario a seguito anche delle numerose segnalazioni formulate all’Amministrazione comunale, relativamente alla presenza di cinghiali selvatici allo stato brado e in branchi, in aree urbane». In particolare, le segnalazioni dei cittadini sono giunte nel quartiere denominato “Zona G” – la zona incastonata tra i rioni di Malvaccaro e Poggio Tre Galli – specie nelle aree verdi di via Londra, via Copenaghen e nei pressi del Campo Scuola del quartiere di Macchia Romana. Nel documento, tra le premesse, si legge inoltre che «le difficoltà di controllo e l’eccessiva moltiplicazione dei cinghiali, possono determinare allarme per l’igiene pubblica, a causa dei rifiuti che vengono dispersi nelle aree pubbliche, e sanitario dal momento che tale specie è soggetta a numerose malattie virali, batteriche e parassitarie che possono contagiare altre specie animali e l’uomo stesso». Anche alla luce di tali motivazionii, dunque, l’ordinanza ha lo scopo di «prevenire ed eliminare gravi pericoli per l’incolumità pubblica, sanitaria e per la sicurezza della circolazione stradale». Come? Il Comune indica le specifiche misure da adottare per limitare al massimo la presenza di tali animali: innanzitutto col divieto assoluto di «fornire foraggiamento agli animali selvatici, sia direttamente somministrando il cibo sia indirettamente abbandonando sul territorio comunale, in prossimità dei centri abitati nonché di zone agricole e rurali o delle strade comunali – in particolare di quelle a più alta densità di traffico – bevande, alimenti o cibi di qualsiasi tipo, compresi gli scarti alimentari delle cucine private e/o pubbliche, nonché scarti vegetali (radici, tuberi, bacche)». Altresì. i proprietari di fondi agricoli e/o aree confinanti e interne all’area urbana, hanno il dovere di «provvedere alla rimozione di cespugli ed erbe infestanti, nonché a tenere una buona manutenzione per quanto riguarda siepi e recinzioni, avendo cura di rimuovere i materiali di risulta». A chiunque, in caso di avvistamento di cinghiali, singoli o in branchi, si impone «di mantenere una distanza di sicurezza minima di 30 metri». Qualora fosse necessario a garantire la sicurezza e la incolumità pubblica, il sindaco Guarente non esclude la possibilità di circoscrivere le determinate aree – ossia i quartieri segnalati – per lo svolgimento delle operazioni di rimozione «allo scopo di prevenire ed eliminare gravi pericoli per la cattura di cinghiali selvatici allo stato brado che siano potenzialmente pericolosi in quanto, sconfinando dai loro habitat naturali, si avvicinano all’abitato», autorizzando la ditta affidataria del Servizio (Azienda Agricola Rondinella Giuseppe) al «posizionamento di 2 gabbie» ponendo a carico della stessa ditta tutte le misure di sicurezza dell’area individuata, anche con idonea cartellonistica. Di fatto, col provvedimento il sindaco incarica il personale specializzato e incaricato della «attuazione delle operazioni di cattura e, se necessario, di abbattimento» che «dovranno essere effettuate nel rispetto di tutte le norme sulla sicurezza pubblica e interrotte immediatamente in caso di avverse condizioni climatiche o di situazioni particolari che possano mettere a rischio la sicurezza degli operatori o di terze persone».