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IL DISPERATO APPELLO DI BONACCINI

Il presidente del Pd a Matera ammette che «divisi si perde» e chiede di fare quadrato per provarci. Cdx in netto vantaggio, ma per non perdere l’opportunità serve subito il candidato governatore

È un appello disperato quello che lancia Bonaccini, presidente del Partito democratico, a Matera. Il concetto è semplice: se non si mette insieme tutto coloro i quali stanno contro il centrodestra non esiste neanche la partita elettorale. Bonaccini usa la parola centrosinistra ma lo fa a sproposito. Una coalizione che veda insieme il populismo moralista dei cinque stelle, l’ancient regime del Pd, il moderatismo di Italia Viva e Azione e il civismo non sarebbe una coalizione di centrosinistra ma un autentico guazzabuglio. Bonaccini è cavallo di razza e, ovviamente, dice che non basta una unione di sigle ma serve l’unione di idee. Qui, però, casca l’asino. Come sia possibile mettere insieme idee tanto differenti e storie tanto contrapposte è un mistero che neanche l’abilità di Bonaccini può risolvere.

LA DESTRA SI PUÒ BATTERE

L’astuzia politica si risolve nel linguaggio. Bonaccini lo sa bene. Usa, infatti, i temi cari e comodi del nemico da sconfiggere. Le parole testuali dicono di unirsi su un comune sentire, il testo non scritto sottolinea quel “si può battere la destra” che da sempre costituisce la chiamata alle armi della sinistra. Solo la destra da sconfiggere, del resto, può mettere insieme il M5S e Renzi. Non è chiaro perché Renzi debba ritenere auspicabile portare al Governo chi lo ha attaccato anche sul piano umano e con i qua- li non condivide nulla ma certo Bonaccini ci prova. Nulla crea più unione di un nemico comune.

LA PARTITA CHE NON ESISTE

Spesso nelle analisi si confonde il giudizio con l’auspicio. È un errore che commettono in tanti. Lo ha fatto anche il presidente di Democratici. I sondaggi dicono che la partita in Basilicata non esiste. Il centrodestra è in vantaggio di oltre dieci punti anche su una coalizione con tutti dentro. Azione e soprattutto Italia Viva anche in Basilicata sembrano poco propensi a stare con il M5S e l’elettorato del Movimento non sembra avere voglia di morire del Pd.

L’ULTIMO SCATTO

La coalizione di centrodestra può solo decidere di perderle le elezioni. Può farlo solo con i suoi errori personali. Ormai siamo giunti all’ultimo miglio della legislatura e la campagna elettorale sta per cominciare. È il momento di mettere da parte i personalismi e la pretattica. Conosciamo i meccanismi della politica e sappiamo che ci vorranno almeno altri due o tre mesi per scegliere il candidato governatore. Nel frattempo ci sentiamo di dare tre consigli al centrodestra se vuole evitare di fare tornare il vecchio mondo al potere. Il primo consiglio lo diamo a Fratelli d’Italia, partito guida della coalizione, chiediamo di dismettere la campagna congressuale permanente. Non sta bene questa lacerazione nel Partito. Non giova né agli attori né al resto della coalizione. Si trovi subito una quadra e si vada avanti. Il voto stabilirà le gerarchie interne. Un partito lacerato non ha la forza per esercitare la leadership di cui ha diritto. Il secondo lo diamo a Forza Italia. Se vuole provare a ricandidare Bardi non serve ripeterlo ogni due settimane. È più utile cercare di comprendere cosa non va nei rapporti di coalizione e se esistono possibili rimedi. Il terzo consiglio lo diamo alla Lega. Non è un segreto per nessuno che Pepe legittimamente aspiri alla Presidenza. È una aspirazione corretta, suffragata anche dalle sue qualità. Non si chiuda a riccio, però, non serve. Infine a tutta la coalizione rivolgiamo un messaggio chiaro. Cinque anni fa vinceste le elezioni promettendo il cambiamento. Qualcosa lo avete fatto, qualcosa no. Trovate i motivi per andare avanti. Avete la vittoria in tasca. Cercate di non sprecarla per eccesso di euforia.

Di Massimo Dellapenna

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