LIGORIO RIMETTE IL MANDATO AL PAPA
L’arcivescovo metropolita di Potenza si dimette per raggiunti limiti di età: 75 anni. Tra gli ultimi atti la “Lista dei Vescovi” e la riapertura della Trinità con contrarietà dei familiari di Elisa
L’Arcivescovo metropolita di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo monsignor Salvatore Ligorio ha celebrato ieri il suo 75esimo compleanno, un’età significativa che segna una tappa importante nel suo servizio alla Chiesa. Tant’è, come previsto dal Codice di Diritto Canonico, «ha rimesso il suo mandato episcopale nelle mani del Papa, secondo quanto prevede la procedura» secondo quanto annunciato nelle scorse ore dall’Ufficio comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi. Ciò non significa, tuttavia, che terminerà immediatamente le sue funzioni. Nella nota, infatti, è specificato che monsignor Ligorio, incaricato della funzione dal 5 ottobre 2015 «resterà in carica come arcivescovo fino all’atto di accettazione da parte del Pontefice, ma continuerà ad esercitare il suo servizio anche dopo, come Amministratore Apostolico, titolo che gli spetta dalla nomina fino all’ingresso in diocesi del successore». Ad onor di cronaca, va ricordato che la pratica della rinuncia al mandato episcopale per raggiunti limiti di età è una disposizione relativamente recente nella storia della Chiesa. Fu introdotta all’indomani del concilio da papa Paolo VI nel 1966 per poi, in seguito, entrare a far parte del Diritto Canonico riformato nel 1983. Ligorio è uno dei pochi vescovi che ha dedicato il proprio ministero esclusivamente a questa regione. Di fatto, la sua carriera episcopale è stata strettamente legata alla comunità lucana. Infatti, come si legge nel comunicato, «è uno dei pochi vescovi che ha esercitato il suo ministero episcopale esclusivamente nella Basilicata , prima a Tricarico dove è giunto nel 1997, poi a Matera dal 2004 ed infine dal 2016 a Potenza, come metropolita della provincia ecclesiastica lucana e presidente della conferenza episcopale regionale».
IL LASCITO DELLA RIAPERTURA DELLA CHIESA DELLA TRINITÀ
Prima di concludere il suo mandato, però, tra le intenzioni di monsignor Ligorio vi era quella – da sempre esplicitata – di voler riaprire al culto la Chiesa della Santissima Trinità di Potenza. Un’ultima eredità da lasciare alla Comunità potentina seppur «con la recente storia alle sue spalle legata alla tragedia di Elisa Claps», la 16enne potentina scomparsa il 12 settembre 1993 e il cui cadavere fu ritrovato nel sottotetto dell’edificio sacro 17 anni dopo (il 17 marzo 2010). Per il suo omicidio è stato condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione Danilo Restivo, attualmente detenuto in Inghilterra anche per l’omicidio di un’altra donna, Heather Barnett, avvenuto a Bournemouth il 12 novembre 2002. Nel mentre – dal 2010 e fino allo scorso 24 agosto – la Chiesa della Trinità è stata chiusa al culto: per i primi due anni perché posta sotto sequestro e poi per necessari lavori di manutenzione e restauro. 13 anni in tutto son passati prima che la Trinità riaprisse le sue porte al culto per avere «come specifico indirizzo pastorale – chiarì al tempo Ligorio – quello di proporsi ai credenti, ai cercatori di Dio e ai cittadini tutti, come centro di spiritualità, di preghiera e di riflessione». Una riapertura che, dopo tanti proclami, è avvenuta un po’ in sordina, ma che non ha mancato di infiammare nuovamente le polemiche in città e a scatenare la durissima reazione della famiglia Claps da sempre oppostasi alla riapertura. Il fratello di Elisa, Gildo Claps, accusa l’Arcidiocesi di aver «agito furtivamente», parlando esplicitamente di un atteggiamento da «ladri. Mi auguro – queste le sue parole all’indomani della riapertura – che la comunità di Potenza risponda con il coraggio di non entrare in quella chiesa». Per la città di Potenza, il caso Claps, è rimasta una cicatrice indelebile sortendo pareri discordanti tra la comunità tra favorevoli e contrari per la riapertura al culto della Trinità al punto che, in occasione del trentennale della scomparsa di Elisa, il 12 settembre scorso, un corteo a cui hanno partecipato alcune centinaia di persone è partito da casa di Elisa Claps – in via Mazzini – e si è concluso davanti alla chiesa della Santissima Trinità. In testa al corteo il fratello di Elisa, Gildo Claps.