MATTARELLA ALLA FAO PER LA GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE
“L’accesso all’acqua è un diritto fondamentale, oggi troppo spesso a rischio, anche per effetto del cambiamento climatico che vede la desertificazione di aree sempre più estese del pianeta”
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SERGIO MATTARELLA
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto alla cerimonia di apertura della Giornata Mondiale dell’Alimentazione quest’anno dedicata al tema
“L’acqua è vita, l’acqua è cibo. Non lasciare indietro nessuno”
16 octobre 2023
Journée mondiale de l’alimentation
L’EAU SEST LA VIE NOUS NOURRIT
Roma, 16/10/2023 (II mandato)
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Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Cerimonia di apertura della Giornata Mondiale dell’Alimentazione
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Address by the President of the Republic Sergio Mattarella at the Opening Ceremony of World Food Day
Roma, 16/10/2023 (II mandato)
INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA ALLA CERIMONIA DI APERTURA DELLA GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE
Signor Direttore Generale Qu,
Maestà,
Signor Presidente d’Irlanda,
Primo Ministro della Repubblica Unita di Tanzania,
Altezza Principe di Giordania,
Autorità,
Signore e Signori,
sono particolarmente grato dell’opportunità che mi viene offerta di intervenire alla Giornata Mondiale dell’Alimentazione, occasione di stimolo per l’intera Comunità internazionale – e che sollecita in particolare i Paesi più prosperi – a moltiplicare i loro sforzi per porre fine alla fame nel mondo e garantire a milioni di esseri umani un equo accesso al cibo.
Come ci ha ricordato poc’anzi il Direttore Generale, il numero di quanti soffrono di malnutrizione è in aumento e ci restituisce l’immagine di un mondo in preoccupante ritardo nel perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, quadro di riferimento dei traguardi che la Comunità internazionale si è data per rendere sostenibile la vita sul pianeta.
Raggiungere questa “sostenibilità” oggi vuol dire non soltanto combattere la fame nel presente, ma impegnarci per sradicare le cause che ne sono all’origine: penso alla perdurante difficoltà di alcune regioni del mondo di uscire dalla spirale della povertà, ai numerosi conflitti, con il loro bagaglio di crisi umanitarie sempre più protratte nel tempo; all’intensità e frequenza delle catastrofi naturali causate da un cambiamento climatico, che già oggi sta condizionando ogni aspetto della nostra vita, devastando interi territori e mietendo vittime. Ne sono tragica testimonianza le ultime inondazioni di Derna in Libia.
La fame, del resto, è causa concorrente o scatenante di violenze e anche di guerre, e contrastarla costituisce una preziosa opera di pace.
È un compito difficile e complesso, che richiede consapevolezza da parte dei decisori a cui far seguito con un impegno coordinato di tutti.
Assistiamo, invece, ad un preoccupante aumento delle tensioni internazionali, ad un allargarsi delle faglie fra Paesi e fra regioni del mondo e ad un ritorno di atteggiamenti imperialistici e dei nazionalismi.
Un quadro che il Segretario Generale dell’Onu, Guterres, ha efficacemente descritto come “un mondo multipolare senza multilateralismo” e per questo più esposto a tensioni geopolitiche e ad una preoccupante tendenza alla contrapposizione piuttosto che alla collaborazione fra Stati.
Non mancano purtroppo gli esempi.
Il Medio Oriente è nuovamente in fiamme, a causa di un vile attacco che è già riuscito ad elevare a livelli inusitati la spirale dell’orrore e delle violenze.
Ma non è il solo caso.
La guerra che da oltre 20 mesi semina morte e distruzione nel cuore dell’Europa, a seguito dell’aggressione russa all’Ucraina, è un’altra dimostrazione di queste pericolose tendenze a un ritorno al caos.
Lungi dal limitare i suoi effetti alle regioni direttamente interessate dal conflitto, la guerra contribuisce ad accrescere l’instabilità in vaste aree del mondo e, prevalentemente nei Paesi più vulnerabili; continua a diffondere insicurezza alimentare e scarsità di beni essenziali.
La scellerata decisione di Mosca del luglio scorso di uscire dall’accordo sul grano peggiora ulteriormente questo scenario.
È un delitto trasformare cibo e acqua in strumenti di conflitto
Al contrario, cibo e acqua sono testimonianza della indivisibilità del destino dell’umanità.
Il diritto al cibo e all’acqua sono iscritti dentro un più ampio diritto alla vita, e sorreggono un’idea di “sicurezza umana” che richiede cooperazione.
È questa la sfida che ci interpella: dare vita e dignità alle persone, ai popoli, di ogni latitudine.
L’insicurezza alimentare non è soltanto scarsità di cibo: è anche mancato accesso all’acqua e la Giornata Mondiale dell’Alimentazione di quest’anno è opportunamente dedicata proprio a questo aspetto.
La sfida per l’acqua è antica, basti pensare alla sofisticata rete di acquedotti che ci ha lasciato in eredità la Roma classica e che le valse il titolo di Regina Aquarum – Regina delle Acque – testimonianza dell’ingegno e della determinazione richiesti per avere accesso a questo prezioso elemento.
Oggi la sua scarsità o assenza è sempre più alla radice di povertà e conflitti e richiede di affrontare con determinazione e altrettanto ingegno la gestione sostenibile di un bene essenziale, che è al tempo stesso strumento di pace e moltiplicatore di benessere.
L’accesso all’acqua è un diritto fondamentale, oggi troppo spesso a rischio, anche per effetto del cambiamento climatico che vede la desertificazione di aree sempre più estese del pianeta.
Le sfide che ho richiamato – dal cambiamento climatico, all’aumento dei conflitti, alla scarsità di cibo e di acqua, che ne sono la conseguenza – hanno un comune denominatore: sono tutte transnazionali.
Da qui l’esigenza di combatterle utilizzando e valorizzando al meglio quel formidabile strumento rappresentato dalle Nazioni Unite, l’unico disponibile, e, per quel che riguarda l’agricoltura e la nutrizione, dalle Agenzie che orgogliosamente ospitiamo qui a Roma.
FAO, Programma Alimentare Mondiale e IFAD concorrono, da prospettive diverse, a dare una decisiva risposta al problema dell’insicurezza alimentare.
La sfida per vincere la piaga della fame – un imperativo morale, prima ancora che socio-economico – può e deve essere vinta rimettendo al centro l’impegno multilaterale, la capacità delle Nazioni Unite di operare una sintesi efficace del capitale umano, tecnologico e finanziario dei singoli Stati, impiegandolo laddove è più necessario, creando in tal modo uno sviluppo durevole.
È un impegno che la Repubblica Italiana sostiene attivamente e che ci ha portato ad organizzare qui a Roma con la FAO, lo scorso luglio, il secondo Vertice sui Sistemi Alimentari, e a fare della sicurezza alimentare uno dei temi portanti della Presidenza italiana del G7.
È con questo saldo proposito di contribuire alla costruzione di sistemi alimentari sostenibili e resilienti che esprimo riconoscenza a quanti, a diversi livelli e in diversi contesti geografici, si adoperano per raggiungere questo obiettivo.
Grazie
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