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REGIONE,CRESCONO COSTI TFR PICCOLE-MEDIE IMPRESE

Nel Materano si registra la stangata più forte

Il boom dell’inflazione ha generato effetti di forte rivalutazione del Trattamento di fine rapporto (Tfr) che alle piccole imprese, secondo la stima calcolata dall’Ufficio studi dell’associazione Artigiani e piccole imprese Cgia di Mestre, potrebbe costare quest’anno mediamente 1500 euro in più a dipendente, provocando un extracosto per queste realtà con meno di 50 dipendenti stimato, in via prudenziale, in almeno 6 miliardi di euro. Anche se non c’è un riscontro statistico puntuale, tra trasferire il proprio Tfr in un fondo di previdenza complementare oppure lasciarlo in azienda, come specificato dalla Cgia di Mestre, una buona parte dei dipendenti che lavora in queste realtà minori opta, da sempre, per la seconda ipotesi.

L’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, a livello territoriale, ha ipotizzato che le realtà imprenditoriali finanziariamente più colpite dalla rivalutazione delle liquidazioni dei propri dipendenti siano state quelle ubicate nei territori dove il peso delle piccole aziende in termini di
addetti è maggiore. Di conseguenza, la situazione più critica dovrebbe aver interessato il Mezzogiorno.

Nel Materano, su un totale di 27mila e 639 imprese, 22mila e 693 quelle con meno di 50 addetti, mentre 4mila e 947 quelle con 50 e oltre addetti. Per cui, il peso delle piccole imprese in termini di addetti, nel Materano risulta pari all’82,1%. La provincia di Potenza, invece,  si colloca al 37esimo posto. Nel Potentino, su un totale di 50mila e 225 imprese, 37mila e 870 quelle con meno di 50 addetti, mentre 12mila e 355 con 50 e oltre addetti. Per cui, il peso delle piccole imprese in termini di addetti, nel Potentino risulta pari al 75,4%.

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