I GIOVANI E LA POLITICA: L’APPUNTAMENTO CHE SALTA
La riflessione di Antonella Pellettieri
Gli accadimenti politici che ci saranno fra qualche mese – elezioni Europee, rinnovo del Consiglio e del Presidente della Regione Basilicata, rinnovo del Consiglio Comunale ed elezione del nuovo Sindaco di Potenza e in moltissimi altri paesi lucani – stanno causando una serie di riposizionamenti negli schieramenti di destra, di sinistra e del centro. Ancora non è chiara la nuova geografia politica lucana, piccola regione con pochissimi abitanti, completamente ininfluente nei luoghi del vero potere politico e delle scelte. E dunque coloro che siedono nei banchi dei vari consigli comunali, provinciali e in regione esercitano la loro forza politica e il loro piccolo potere solo su di noi, che siamo pochissimi o completamente distratti. Il desiderio di una vita semplice: i giovani e la politica
LA RIFLESSIONE
In Basilicata la difficile sintonia tra la classe generazionale che può imprimere una svolta e lo strumento per perseguire il fine mercoledì 18 ottobre 2023 Primo Piano 3 www.lecronache.info __ De Maria con Scocuzza La classe politica ha perso il suo appeal anche in una regione chiusa e provinciale come la Basilicata. I politici non sono più considerate delle divinità anzi hanno perso la loro credibilità. Il pensiero comune porta a considerare i politici persone inaffidabili e dotati solo di una grande capacità: il cinismo. E malgrado l’eccessivo numero di mediocri e lo spreco di risorse pubbliche per pagare stipendi a consiglieri e assessori in Basilicata, tutto funziona poco a cominciare dalla manutenzione delle aree boschive e rurali, dei fiumi e dei laghi e anche delle coste, senza considerare i 129 paesini spopolati che hanno bisogno di mille attenzioni per non cadere a pezzi, in frantumi come ricorda una nota poesia… I giovani stanno andando via, i pochi che restano, alcuni che tornano sono pieni di idee e vorrebbero realizzare, innovarsi ma sono fermati dai signori della politica che, invece, vorrebbero non muovere manco una foglia con la paura di perdere le posizioni conquistate e i lauti stipendi anche se non hanno titoli di studio ed esperienze lavorative considerevoli. I giovani fuggono dalla politica, i pochi che la frequentano sono supportati dai pseudo partiti di questa era o da qualche vecchio politico che ha difficoltà a mettersi da parte e giocare con i nipoti o tornare a occuparsi dei propri affari. I giovani non sanno a cosa serva la politica e i politici: o meglio sanno che i politici di oggi pensano solo ad avere uno stipendio, la maggior parte sono disoccupati che vivono grazie agli stipendi della politica o delle direzioni e presidenze di enti locali e sub regionali o cose simili e affini. Tutto è fermo come in uno stagno poi qualcuno lancia una pietra e le acque si smuovono un poco ma, in un attimo, si ritorna a quella flemmatica calma. Il futuro che è dei giovani non interessa più, si vive il presente, a volte! Verso la fine della pandemia è scoppiata la sindemia che continua a mietere vittime mentre la guerra in Ucraina metteva piede in Europa e, nelle ultime settimane, un’altra guerra rimette in evidenza il Mediterraneo che continua a essere una pentola a pressione. Hamas con l’aiuto di alcuni militanti palestinesi ha intrapreso un’offensiva a Gaza con i soliti casus belli insignificanti. Oggi si fa la guerra per la guerra, i motivi non sono più chiari. Gli atti di terrorismo di chi dice di vivere e morire per un Dio sono all’ordine del giorno…e i giovani? Dovrebbero occuparsi di politica? Dovrebbero salvare il mondo? Cosa ci aspettiamo da questi giovani, quale politica potremo sperare per il futuro? Qualche settimana fa, una giovane donna seduta insieme alla mamma sotto un ombrellone vicino al mio, ha detto alla madre “io non voglio una vita complicata come la tua, io voglio una vita semplice”. La madre ha abbassato la testa volgendola verso di me involontariamente e ha trovato il mio sguardo. In un attimo ci siamo capite e ha risposto alla figlia “non so cosa sia la vita semplice ma suppongo senza preoccupazioni e responsabilità pubbliche. Vuoi vivere e viaggiare e conoscere altre persone semplici come te”. A quella giovane donna e a tutti i giovani io auguro una vita semplice se corrisponde al proprio desiderio, dovremmo augurarci tutti una politica semplice con la presenza di donne e uomini capaci. Manca l’entusiasmo e la voglia di futuro. Tutto è molto sfumato e in questa nebbia compaiono mostri che approfittano del generale annebbiamento e riempiono tutti gli spazi gli interstizi del potere. «Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare…» scriveva laconicamente Michael Foucault già nel 1975 precisando che oggi posiamo parlare di biopolitica, un potere assolutamente decentralizzato, basato su una fitta rete di relazioni tra individui all’interno della quale è impossibile risalire ad un organo centrale che emana ordini definiti. Si aggiungano i social che sono diventati un metaforico palcoscenico della classe politica, palcoscenico dal quale tentano di informare e comunicare indirizzando e influenzando tutti, giovani compresi, verso i loro interessi e i loro obiettivi. Il più grande timore della classe politica odierna, ammalata e con dipendenza da social, non consiste nel sentirsi spiati, ma nel non essere costantemente al centro dell’attenzione. Ma sono sicura che i giovani sapranno trovare una nuova strada: siamo nel momento del cambiamento e il passato è scomparso ma il futuro è ancora un miraggio confuso…
Di Antonella Pellettieri