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DA 1 VALE 1 A UNA POLTRONA VALE L’ALTRA

M5S, l’elettorato c’è ma con stime in costante calo: le esperienze politiche hanno inciso

Il Movimento Cinque Stelle doveva cambiare la politica. Nacque con i “vaffa day”, si è fortificato con il Governo Conte, si è eclissato con i vari governi Draghi nei quali l’uno vale uno è stato sostituito da una poltrona vale l’atra. In Basilicata il Movimento Cinque Stelle alle ultime elezioni politiche è stato ancora il primo partito un po’ come in tutto il Mezzogiorno, segno evidente che il rapporto tra l’elettorato e il M5S non si è ancora interrotto nella nostra regione. Il radicamento del partito prima di Grillo, poi di Di Maio e ora di Conte ha avuto nella nostra regione dei picchi altissimi che si sono palesati non soltanto con l’elezione di deputati e consiglieri regionali ma anche con la possibilità di governare enti importanti.

PISTICCI, MATERA E PROVINCIA DI POTENZA

In principio fu Pisticci. Nel 2016 Viviana Verri arrivò al ballottaggio e lo vinse. Fu il primo comune a Cinque Stelle della Basilicata. Cinque anni che furono segnati dall’inesorabile sconfitta del 2021, quando il Movimento non arrivò neanche al secondo turno. Nel 2020 ci fu la conquista di Matera. Bennardi sconfisse al ballottaggio il candidato del centrodestra Sassone. L’esperienza è ancora in corso ma, tra dimissioni e rimpasti, maggioranza che viene tenuta in vita soltanto con il contributo pigro dell’opposizione e sostanziale immobilismo, non sembra che l’esperienza nella Città dei Sassi possa ritenersi una forma di buon governo. Il 12 settembre 2022, caduto il tabù delle alleanze, con il sostegno fattivo del Partito Democratico il sindaco di Vietri di Potenza Christian Giordano fu eletto Presidente della Provincia di Potenza. È ancora molto presto per tirare le somme del suo mandato soprattutto perché ad oggi non se ne nota neanche la presenza. Invisibile nelle sue azioni, impalpabile nella voglia di cambiamento, più impegnato a galleggiare che a navigare sembra assolutamente il segno grafico della politica del fallimento.

IL GRUPPO IN CONSIGLIO REGIONALE

Né le cose vanno meglio in Consiglio regionale. Con tre Consiglieri regionali eletti il Movimento Cinque Stelle era il primo gruppo della minoranza consiliare. La sua presenza nella massima istituzione si è fatta notare più per le intemerate di Giovanni Perrino sugli sprechi determinati dal consumo della corrente per l’utilizzo eccessivo della luce del bagno che per una qualsiasi forma di iniziativa. Modificato dalla decisione del Tribunale che ha fatto uscire dal Consiglio Regionale Carmela Carlucci, non è stato capace di trattenere nel progetto politico il subentrante Giorgetti che, non appena vinto il ricorso e rientrato in aula, ha pensato bene di lasciare il Movimento. Pur seguendo quotidianamente la politica regionale abbiamo difficoltà a ricordare una sola iniziativa politica qualificante del Gruppo Consiliare in Regione Basilicata, non ricordiamo una Proposta di Legge, un emendamento alla finanziaria che sia stato capace di segnare il passo della politica oltre il quotidiano tatticismo.

IL TEMA DELLE ALLEANZE PER LE PROSSIME ELEZIONI

La politica è un’attività che non perdona. Il cittadino sembra sornione, disinteressato al dibattito quotidiano ma non lo è. La partecipazione civile è for- temente cambiata, i social e il tempo zero hanno eliminato o ridotto la partecipazione fisica delle grandi adunate ma hanno favorito il dibattito quotidiano, il confronto diretto tra eletto ed elettore e tra gli elettori sui fatti della politica. Il Movimento Cinque Stelle che dall’eliminazione dell’intermediazione politica ha tratto giovamento nella sua nascita, dalla stessa eliminazione sta ricavando i danni che lo stanno lentamente conducendo alla insignificanza politica. Se nasci con un fervore rivoluzionario non puoi agi- re da pompiere se non vuoi perdere ogni forma anche minima di credibilità. Se nasci con la forza del vaffa day e della lotta alla casta, non puoi entrare nella casta, metterti comodo, cercare qualsiasi alleanza possibile e fermarti su te stesso. L’elettorato populista antisistema non è morto. Esisteva ed esiste. La domanda da porsi è se il Movimento è ancora nelle condizioni di intercettarlo, convincerlo e portarlo a votare. Una domanda che può trovare risposta non soltanto nelle azioni che metterà in campo da qui alle prossime elezioni ma anche nelle scelte tattiche delle alleanze. Il M5S è diviso tra due tentazioni incompatibili: l’accomodarsi sereno al tavolo del vecchio sistema e riprendere il cammino dell’alternativa. Una biforcazione che sta lacerando in queste ore il Movimento e che lo porterà a dover compiere scelte irrevocabili tra l’andare da solo, cercare di costruire un campo largo o adattarsi alle richieste che provengono dalla “lista dei Vescovi”.

DI BATTISTA METTE IL DITO NELLA PIAGA

Domenica a Matera è arrivato Di Battista, il movimentista che non è mai entrato nelle istituzione e che ha presentato il suo nuovo progetto “schierarsi” che sembra voler riprendere la via delle origini. La presentazione è stata molto affollata e molto partecipata. Ora toccherà al Movimento decidere cosa fare per le prossime elezioni regionali. Una scelta sbagliata significherà consegnare tutto l’elettorato populista a Di Battista e al suo movimento. Entrare nei palazzi del potere non è mai una strada comoda. Rimanerci è sempre più difficile.

Di Fausto Devoti

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