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SCOPPIANO PETARDI DI FRONTE LA CHIESA, IL CENTRO STORICO ANCORA OSTAGGIO DI “BRAVI RAGAZZI”

Nuovi episodi di vandalismo nel vicolo di San Michele, nel cuore di Potenza, nell’incuranza dell’Amministrazione comunale. Scatta un’altra denuncia ma tutto tace

Solo qualche giorno fa su queste colonne abbiamo raccontato dell’appello sollevato da “Il Centro Storico Potenza” – l’Associazione culturale “ composta da residenti, commercianti e professionisti potentini operanti in sinergia con lo specifico intento di «contrastare le innumerevoli criticità che interessano la zona del centro storico» – e che informavano attraverso una nota di avere trasmesso, a tutte le Autorità competenti, esposti relativi «alle violazioni delle norme sul conferimento dei rifiuti e sull’inquinamento acustico» oltre ad avere fatto «richiesta di informazioni in ordine al servizio di videosorveglianza» che pare stenti a partire specie in quella precisa zona della città. Si tratta di una campagna a cui non sono nuovi gli associati che continuano a battersi afficnhé «il degrado non abbia il sopravvento» in un centro storico che andrebbe invece «preservato». Questo, in sostanza, l’appello che continua ad essere lanciato all’Amministrazione comunale di Potenza, specie all’indomani dei sempre più costanti episodi di quella che è stata denonimata la “malamovida potentina” ma che ancora non ha trovato una soluzione definitiva. Tant’è che in queste ore altre polemiche bussano alle porte del Palazzo di Città per l’euforia molesta della gioventù potentina che continua a fare discutere. La zona critica è praticamente sempre la stessa: l’area adiacente la chiesa di San Michele Arcangelo – ritrovo specie nel fine settimana di gruppi di adolescenti – da cui si sollevano l’ennesime polemiche non solo di un «mancato ordine pubblico» – tra schiamazzi, musica ad altro volume nelle ore più improbabili, atti vandalici e abuso di alcool e droga – ma soprattutto sociale da parte dei residenti che incalzano l’Amministrazione Guarente per «l’urgenza di più controlli». L’ultimo episodio risale allo scorso fine settimana dove «durante la solenne Messa – denunciano i residenti della zona e i fedeli che frequentano abitualmente la Parrocchia – alcuni “bravi ragazzi” per due volte di seguito durante le sere di sabato e domenica hanno fatto scoppiare dei petardi di fronte il portone della chiesa». Un episodio di inciviltà che si compie ancora una volta alle porte del luogo sacro, nuovamente oggetto di uno scherzo di cattivo gusto. A cui anche in tal caso è scattata la denuncia. Le altre spiacevoli occasioni, ad onor di cronaca, erano avvenute già nel mese di marzo dello scroso anno dove qualche adolescente si è “divertito” ad imbrattare il marmo dell’arco del portone principale con disegni osceni. E ancora, la notte di Pasqua sempre nell’aprile dello scorso anno quando la comunità nel cuore del centro storico si preparava alla veglia della notte di Pasqua. «E mentre la chiesa veniva sistemata – raccontavano al tempo a Cronache – le porte della chiesa erano aperte per sistemare all’esterno il braciere, ecco che di punto in bianco il clima di raccoglimento e preghiera viene spezzato da tre ragazzini 14enni, suppergiù, che entrano in chiesa urlando e bestemmiando, prima, e buttando all’aria il braciere imbrattando tutto l’ingresso della chiesa». Da quegli episodi, però, i racconti della “malagioventù potentina”, tutti spesso minorenni, non si sono placati. Anzi, all’ordine del giorno o quasi tra quei vicoli del centro si registra scompiglio nell’indifferenza quasi totale dell’Amministrazione comunale o di chi per conto di essa dovrebbe intervenire per garantire sicurezza e buone pratiche del senso civico nel capoluogo lucano, che almeno una volta poteva vantare la tranquillità e, forse anche troppo, la stasi di un centro storico “dormiente” ma che ad oggi, per eccesso, vive uno stato di caos e degrado. Un fenomeno su cui iniziare a interrogarsi ed agire concretamente smettendo di pensare che riguardi solo le grandi metropoli: il disagio dei ragazzi – su cui intervenire non solo in maniera punitiva – riguarda anche i centri come il nostro che spesso giovani vogliono abbandonare e, magari, prima distruggere.

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