«FARÒ VALERE LE MIE PREROGATIVE»
Merra persa nel latinorum, Bardi la riporta alla realtà: «Le dimissioni si presentano, non si annunciano»
«L’assessore Donatella Merra ricambia la fiducia che le è stata accordata in questa legislatura, con parole ingenerose e giudizi incomprensibili su una azione di governo che lei stessa ha più volte riconosciuto in passato e finalizzata ad imprimere quel cambiamento che ci ha portato alla guida della regione». È quanto afferma in una nota il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi che prosegue: «Il cambiamento non è parola vuota, non si traduce nella mera sostituzione di donne e uomini alla guida della Regione, ma in una modifica innanzitutto di stile, nel modo di rappresentare le istituzioni, nel tenere a cuore gli interessi della comunità e nella capacità di sfidare le tante resistenze subiamo ogni giorno». «Il tentativo di delegittimare tutto il centrodestra nell’approssimarsi di una scadenza elettorale importante per la storia della nostra regione, di fronte al tentativo di restaurazione in atto da parte del vecchio blocco di potere, con conflitti di interessi e poteri forti sfacciatamente schierati – incalza Bardi – rende la presa di posizione di Donatella Merra utile solo agli avversari politici». «La tenuta del centro destra, con le diverse sensibilità e i diversi accenti che la compongono – prosegue il governatore lucano -si gioca invece sul senso di responsabilità e di sacrificio, cercando di dare voce a quella Basilicata che non vuol tornare indietro, che ci chiede vicinanza e sostegno nelle difficoltà che vivono le famiglie, nelle sfide che devono sostenere le imprese, nell’impegno dei tanti amministratori locali, nei processi disviluppo avviati in questa prima legislatura». «Sono queste le motivazioni che devono animare l’intera coalizione di centro destra, desiderosa di dimostrare che una Basilicata migliore è possibile. Mi preme ricordare che le dimissioni non si annunciano, ma si presentano. A ogni modo – conclude il presidente Bardi – farò valere le mie prerogative».