LA VERSIONE DELLA MERRA
Ancora leghista, ma in rotta con Pepe: il suo dubbio,“fatta fuori” per calcoli elettorali
A 24 ore dalla decadenza dalla carica di assessore regionale alla Mobilità e alle Infrastrutture, a “Oltre il giardino” su Cronache Tv in onda al canale 68 del digitale terrestre, la leghista Donatella Merra. Non è più assessore, tornerà tra i banchi del Consiglio regionale, ma, stando a quanto ha riferito nel corso della trasmissione condotta da Paride Leporace, al momento è ancora, anche se più sulla carta, una militante del Carroccio: «Non ho avuto ancora modo di parlare direttamente col Ministro Salvini, ma credo che rientrata in Consiglio, i dialoghi e le interazioni con tutte le parti saranno molto interessanti». Per Merra, esistono due partiti della stessa sigla, la Lega, che sono distanti tra loro: quello nazionale, in cui in parte si riconosce, e quello regionale, dal quale uscirebbe volentieri. Non positive le interazioni col segretario regionale Pasquale Pepe soprattutto sul caso della defenestrazione effettuata dal presidente di Regione Vito Bar- di: «Un assessore che mette in campo azioni e reazioni forti ha bisogno di un sostegno forte e questo sostegno non c’è stato». Merra è apparsa ancora in stato politicamente e amministrativamente confusionale sin dall’esordio: «Gli assessori in generale, in questa stagione politica non hanno ricevuto la dovuta rilevanza». L’ex assessore ha sofferto «il potere decisione dei Direttori generali». Non di rado è più facile che accada che la separazione tra la funzione di indirizzo politico e l’attività di gestione venga infranta a favore della politica, ma per Merra, nel caso della Regione Basilicata, sarebbe avvenuto, invece, il contrario. La ritrovata consigliera regionale continua a non fa- re cenni a questioni anche tecniche, ovvero di qualità amministrativa, che possano, sulla spinta di frasi d’accusa lanciate al centrodestra nel fine settimana scorso, aver indotto alla sua istantanea revoca dall’incarico. Negli episodi dell’escalation della rottura, dal di- battito in studio, presente anche il giornalista Fabio Amendolara, ne sono emersi vari: dalla frase sessista di Leone in Assise, ai “separatisti” del centrodestra che guidati da Merra hanno conquistato il Comune di Lavello alle scorse amministrative, fino agli ultimi casi, come quello, per l’ex assessore connotato da «una strana forma di ostruzionismo», dei fondi per il “bike sharing”. Politichese per politiche- se, il nocciolo: le prossime elezioni regionali che si svolgeranno nel 2024. Merra ha atteso proprio gli ultimi mesi per “vuotare il sacco”, che in verità non ha neanche vuotato. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, l’ultima seduta di Giunta: «Avevo chiesto che degli atti lavorati, istruiti, contabilmente e amministrativamente regolari, riguardanti la viabilità e delle emergenze, vedessero finalmente la luce, ma, poi, così non è stato». Non ha negato apertamente che alla base del «labile appoggio» della Lega e di Pepe, ci siano stati semplicemente dei calcoli. Nel senso che, se il sindaco di Tolve non dovesse spuntarla per la candidatura a presidente della Regione, volendosi candida- re per il Consiglio e, stando agli ultimi sondaggi, con la Lega in calo di consensi, pertanto anche soli due-tre eletti, le postazioni allora assai ridotte. E forse Merra, che dà l’impressione di essere sul mercato, è di troppo in vista della scelta dei candidati. «Da parte mia – ha detto in studio – non c’è stato nessun calcolo elettorale. Ho cercato di aprire una seria discussione nel centrodestra, soltanto per difendere la mia autonomia e la mia autorevolezza». Al contrario della Lega, Fratelli d’Italia è sovraffollato. Per Merra, ormai, probabilmente troppo tardi per ripararsi sotto l’egida della Meloni sperando in nuovo “posto al sole”. E allora chissà, centrosinistra con Chiorazzo o qualche sirena dal Materano, il “santino” della Merra ci sarà anche alle prossime regionali. Grazie al vento elettorale forte che all’epoca soffiava anche in Basilicata per la Lega, nel 2019 venne eletta e poi, a mo’ di inerzia dell’inerzia, Merra come unica donna del centrodestra fu pescata in Giunta dalla quale esce, per volontà di Bardi, con l’ultimo controbattuto atto dei “trenini a guinzaglio”, quelli a batteria comprati a beneficio delle Fal, per la tratta Matera Altamura. Magari, se le teorie accennate corrispondono a vero, si scoprirà che su quei treni a batteria dall’autonomia limitata, si era impuntato, allo stato una congettura, il Dg del Dipartimento. C’era uno ieri, da assessore regionale, c’è un oggi da consigliera regionale e per Merra che non fa calcoli ma si guarda intorno, c’è un domani ancora da definire. Al momento, più che capire dove andare, forse sarebbe più utile, per Merra, diradare la nebbia della confusione.