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CHIORAZZO, DA IMBUCATO A FESTEGGIATO

Tra i dem, l’unica fronda dissidente è quella di Margiotta che stasera spiegherà gli intrighi a Cronache TV. “Lista dei Vescovi” e riciclaggio politico interno: per il Pd caduta la maschera del civismo

Chiorazzo: da imbucato alla festa delle elezioni regionali, a convitato di pietra. In Basilicata, il Partito democratico sopraffatto dall’istinto della propria conservazione politica aprendo la cassetta degli attrezzi della demagogia, ha preso, per usarlo, lo strumento del civismo politismo non nella propria accezione teorica, ma in quella strumentale finalizzata ad acquisire una non dimostrata reputazione “amichevole-popolare”. Per il segretario regionale del Pd, Giovanni Lettieri, lo sarebbe per chiunque, convincere la platea di possibili elettori lucani che la scelta di candidare alla presidenza della Regione Basilicata Angelo Chiorazzo coincida con il risultato di una innovativa partecipazione dal basso, appare impresa improbabile, se non impossibile. Non sarebbe d’aiuto neanche l’equivoco tra cooperazione, uno dei tratti distintivi del civismo, e coop bianche, dato che Chiorazzo è il fondatore di Aulium, che, restando in tema di “Lista dei Vescovi”, annovera tra i propri clienti Fondazioni Enti Ecclesiastici. Tra le altre cose, è già scoppiata nella sua massima espressione, una lampante contraddizione proprio in tema di partecipazione estesa. Per Lettieri il ricorso alle primarie, che sulla carta rappresentano un meccanismo di integrazione e di contrasto all’autoritarismo o alle imposizioni dall’alto, non sono contemplate. Talmente dal basso la nuova forza che spinge l’attuale Pd lucano, che a decidere Chiorazzo è stato, per dirne uno, Roberto Speranza. Da aggiungere l’azione patinata dell’incoronazione di Chiorazzo da parte della “Lista dei Vescovi” in stile falsa riga dell’accoppiata giusto e legale, come da dispute filosofiche pre anno zero. Ancora, inoltre, nessuno ha spiegato il perchè Chiorazzo sarebbe il candidato migliore. Appare più che evidente, invece, che sia quello che per certi ambienti, tutt’altro che civici e popolari, esprima al meglio le necessità del potere, se conquistato. Il Pd oscilla in bilico tra la libertà e l’esigenza: l’esigenza di alleati. Tra questi, imprescindibili per una reale possibilità di vittoria alle regionali, i pentastellati. Così il “fronte civico” di “Basilicata casa comune” si presta ad essere interpretato come l’operazione di auto riciclaggio politico interno per apparire al tavolo delle trattative del centrosinistra allargato, in due invece che uno soltanto. Anche il Movimento cinquestelle procede funambolico tra la voglia di libertà e la necessità di non correre in solitudine alle tornate elettorali. “Lista dei Vescovi” come espediente per mettere subito in condizione di minoranza i pentastellati col beneficio dell’occultata fabbricazione Pd. Ciò che più sorprende di Lettieri, il dettaglio restituisce la cifra di quanto poco credibili siano state finora le sue rade esternazioni pubbliche, è come fino al giorno prima il Partito democratico, come sosteneva, non era interessato ai nomi perchè impegnato, sempre stando alle pubbliche dissertazioni del segretario del Pd, in un articolato processo di costruzione di valori e programmi, ma poi, nell’arco di 24 ore si è ritrovato ad accogliere favorevolmente la proposta Chiorazzo nella Direzione regionale. L’auspicio è che Lettieri non continui da qui alle regionali a ciancicare messaggi politici e terminologie a lui estranee. Non c’è bisogno di schierarsi nel merito della scelta di Margiotta di abbandonare la Direzione del Pd prima del voto su Chiorazzo, per sostenere che l’agire dei dem è stato sconcertante. Per riprendere il Lettieri pensiero, una cosa è aprire il partito al civismo ed un altra è accettare seduta stante la candidatura di Chiorazzo a presidente della Regione. In sintesi, che fosse stato quello di Margiotta o meno, un nome da proporre al tavolo del centrosinistra, il Pd doveva farlo. Non fosse altro che per presentarsi agli ipotetici alleati con la dignità di un serio interlocutore. Tra i dem, l’unica fronda dissidente è quella di Margiotta che questa sera sarà ospite a “Oltre il giardino” su Cronache Tv. Chissà, volendo trovare un’attenuante, che Lettieri disconosca la distinzione tra principi e criteri. Quello che Pd e “Basilicata bene comune” porteranno al tavolo del centrosinistra ai 5 stelle, è come, per metafora, un criterio per imbrigliare l’arbitrio dei pentastellati circoscrivendo lo spazio di determinazione autonoma degli stessi. A bocce ferme, a queste condizioni inizierà nel centrosinistra il dialogo tra i possibili alleati della coalizione: il Pd ha posto in Chiorazzo l’equilibrio tra libertà e necessità, s’attende di conoscere se e come, i pentastellati lo sposteranno.

Ferdinando Moliterni

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