7000 BAMBINI INCONTRANO PAPA FRANCESCO
Dall’Aula Paolo VI, Manifestazione “I bambini incontrano il Papa”, evento promosso dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione
Francesco: ci vuole tenerezza nella Chiesa e spirito di magnanimità
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Una mensa quotidiana per i poveri, laboratori artigianali, servizi di recupero scolastico, spazi di dialogo per famiglie in difficoltà: con queste iniziative, a Gela, la Fraternità Apostolica della Misericordia e la Piccola Casa della Misericordia cercano di “abbracciare nella carità tutte le persone e tutta la persona, facendo fronte a molteplici esigenze”. Francesco lo sottolinea, nella Sala Clementina del palazzo apostolico, incontrando il folto gruppo di pellegrini siciliani giunti a Roma per celebrare due anniversari: i 25 anni della Fraternità e i 10 anni di quella “casa” nata da un’idea stessa del Papa, suggerita nel 2013 a un giovane sacerdote di Piazza Armerina – don Pasqualino Di Dio – che gli aveva parlato della realtà sociale della sua diocesi e delle difficoltà di tante famiglie,
Vi siete lasciati provocare e inquietare dai bisogni dei fratelli e delle sorelle che Dio ha posto sul vostro cammino, specialmente degli ultimi e dei più bisognosi. Di fronte ad essi non siete “passati oltre”, ma vi siete fermati, facendovi prossimi e prendendovene cura, con creatività, coraggio e generosità, come il buon samaritano che non è andato oltre, e questo è bello.
Chi beneficia del bene giunga a conoscere Dio
L’invito del Papa è a continuare le diverse opere iniziate, “a coltivare e rafforzare sempre più” la spiritualità della Misericordia e dell’Unico Pane e a rivelare quotidianamente, nel servizio e nel dono di sé “la tenerezza del volto del Padre”.
Imitate Dio che è vicino, compassionevole e tenero; siate anche voi vicini alla gente, compassionevoli, con tanta compassione e con tenerezza. Ci vuole tenerezza nella Chiesa. Fate tutto con un solo desiderio: che le persone che vi incontrano giungano a conoscere Lui. Cercate, nel fare il bene, di scomparire, con umiltà, perché in ciò che fate appaia il Signore solo e tutti arrivino a Lui.
Riservatezza e gentilezza
Come diceva Santa Faustina Kowalska, che insieme a San Giovanni Paolo II ispira la Fraternità e la Casa della Misericordia, “un’anima umile influisce sulla sorte del mondo intero”, ricorda Francesco, aggiungendo che questo accade “perché l’umiltà rende vicini a Dio e ai fratelli, capaci di una carità delicata, discreta e silenziosa che fa nobile il dare, facile il ricevere e naturale il condividere”.
Abbiate perciò sempre, verso le persone che il Signore vi affida, un tratto riservato e gentile, e uno stile di nascondimento, come quei genitori, o amici, o fratelli e sorelle la cui presenza, là dove c’è bisogno, è così spontanea e “normale” da passare quasi inosservata. Esserci senza farsi vedere: questo non è facile, anche questo è santità. Del resto Dio ci ama in questo modo: con umile magnanimità, istante per istante, donandoci tutto senza pretendere nulla in cambio.
Inquietudine creativa e umiltà
Due gli atteggiamenti che il Papa suggerisce, infine, a quanti si impegnano a Gela nella Piccola Casa della Misericordia: “una santa inquietudine creativa e tanta umiltà”. Con l’obiettivo di “essere pronti e concreti nel rispondere ai bisogni dei fratelli e, al tempo stesso, per portare tutti a un incontro personale con il volto misericordioso del Padre”.
Manifestazione “I bambini incontrano il Papa”
https://youtu.be/wAVgorucbZ0
BELLO MONDO
https://youtu.be/Pyq6WXfbw3o?si=hVOByI2yu-wCW6qj
Erica Boschiero & bimbi e ragazzi della Rete Sbilf – Rete di scuole dell’Alto Friuli
Taniche, plastiche, mucchi di latta Bombole, bambole, giochi di China Scatole tossiche senti che puzza c’è Macchine, traffico, gente che corre
La mia città sembra un mostro che morde Gli alberi muoiono e non respiriamo più
Brucia la terra ed il panda non mangia Per il cotone e per l’olio di palma
Mentre restiamo inchiodati alla tivù Guardalo, guardalo quello che hai fatto Quando hai gettato la cicca sul prato Quando hai versato il veleno tra i fiori blu
BELLO MONDO, BELLO MONDO SEI CASA NOSTRA E NOI AVREMO CURA DI TE (x 2)
Isole cariche di ogni schifezza
Pesci che nuotano nell’immondizia Mentre il petrolio si spande nel mare blu Fiumi che scorrono con i veleni
Sfociano al mare e son sempre più neri Tonni che muoiono e non torneranno più
Si scioglie il polo ed il mare s’innalza Dentro la pancia dei pesci rimbalza Tutta la plastica che galleggiava là Sempre più piogge che bruciano i rami L’acqua scarseggia nei pozzi e nei laghi Se la sprechiamo vedrai che non basterà
BELLO MONDO, BELLO MONDO SEI CASA NOSTRA E NOI AVREMO CURA DI TE (x 2)
Fabbriche chimiche sputano fumo
Il cielo si ammala ed è sempre più scuro Mentre gli aerei sorvolano la città
Stufe che bruciano quando fa freddo Quando fa caldo mi metto il cappotto Tutta quest’aria malata ci ucciderà.
Le api che muoiono negli alveari
I ciclamini son sempre più rari Compri e ricompri ma cosa ti resterà? L’aria si scalda ed il cielo si arrabbia Venti furiosi, tempeste di sabbia Casca la terra, che cosa succederà?
BELLO MONDO, BELLO MONDO SEI CASA NOSTRA E NOI AVREMO CURA DI TE (x 4)
… AVREMO CURA DI TE, AVREMO CURA DI TE
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Bellomondo è una riflessione corale sui temi dell’ecologia,
della cittadinanza attiva, dei diritti umani attraverso l’ascolto di alcune testimonianze dirette, l’approfondimento di particolari aspetti legati al cambiamento climatico e alle problematiche ambientali.
Bellomondo è stato realizzato dalla Rete Sbilf, rete di scuole dell’Alto Friuli nell’ambito del progetto
“Strade di Cittadinanza”
Canzone composta dai ragazzi di:
Prima strofa: SSPG Paluzza cl. 1^A
Seconda strofa: SSPG Paluzza cl. 1^B
Terza strofa: SSPG Tarvisio cl. 1^A-1^B
Quarta strofa: Primaria di Osoppo cl. 3^
Quinta strofa: Primaria di Tolmezzo – Turoldo, cl. 5^B Sesta strofa: Primaria di Comeglians cl. 4^ – 5^ Ritornello: Primaria di Cavazzo cl. 3^
Laboratorio di cittadinanza BELLO MONDO a cura di Erica Boschiero tenuto presso le scuole della Rete Sbilf – Scuole Alto Friuli nei mesi di aprile-maggio 2018.
Grazie a tutti quelli che hanno collaborato all’iniziativa.
Per informazioni: retesbilf@gmail.com
Partiti dalla stazione Centrale i 225 bambini lombardi ospiti di Papa Francesco a Roma insieme ad altri 7000 coetanei provenienti da 84 Paesi. Durante l’evento una decina di bambini di diverse nazionalità rivolgerà al Santo Padre domande su ambiente, pace e diseguaglianze sociali.
#ègiustoinformare
🔺Papa Francesco incontra oltre #7000bambini da #84paesi
I piccoli, “messaggeri di pace”
Udienza ai bambini di varie parti del mondo che partecipano alla Manifestazione
“I bambini incontrano il Papa”
Tante domande e sorrisi, sognando la pace
“I bambini incontrano il Papa”
Oggi pomeriggio in Vaticano Papa Francesco ha incontrato 7000 bambini provenienti da 84 Paesi. Qualche ora di festa, insieme, per condividere con il Pontefice “speranze e preoccupazioni per il futuro” dei giovanissimi.
Francesco fa un discorso e risponde ad alcune domande dei piccoli. Disponibile e sorridente in Aula Paolo VI, nonostante oggi abbia detto di non sentirsi troppo in forma.
Cinque bambini in particolare salutano il Papa.
Sono
Pamela 7 anni che viene dalla Siria;
Seraphim 7 anni dall’Ucraina;
Alessio 10 anni dal Benin in Africa;
Alejandro 7 anni dal Guatemala;
Tomas 9 anni dall’ Australia.
Poi, dopo canti e balli, 14 bambini dei 5 continenti rivolgono alcune domande al Papa.
“Bello mondo, sei casa nostra e noi avremo cura di te”
cantano i bambini accompagnati da strumenti musicali.
L’incontro è accompagnato dalla pubblicazione de “L’Enciclica dei bambini”, libro scritto a quattro mani da Padre Enzo Fortunato e Aldo Cagnoli, con la prefazione del Santo Padreche scrive:
“Cari bambini, vi abbraccio, e sappiate che il vostro Papa e ‘nonno’ farà di tutto perché possiate vivere in un mondo più bello e buono”
dice il Pontefice nell’incipit del suo discorso ai piccoli :
“Il tema del nostro incontro è
“Impariamo dai bambini e dalle bambine”
Si può imparare o no da voi?
Sì, certo, eppure è così: c’è bisogno di imparare da voi. Io sono sempre felice quando vi incontro, perché mi insegnate ogni volta qualcosa di nuovo. Ad esempio, mi ricordate come è bella la vita nella sua semplicità, e come è bello stare insieme, Due doni grandi di Dio!”
“La vita è un dono stupendo!”
gridano i bambini con Papa Francesco.
“E infatti siete venuti qui da tutto il mondo, proprio come tanti fratelli che si incontrano in una grande casa.
È la grande casa che ci ha donato Gesù. Vorrei poter accogliere così tutti voi, uno per uno, ma siete in tanti, e allora mi rivolgo a tutti insieme, la vostra età è meravigliosa. Pensiamo a tanti bambini che stanno soffrendo, per la fame, la guerra, la povertà, voi sapete che c’è gente cattiva, che fa la guerra, voi volete aiutare? Cari bambini, la vostra presenza qui è un segno che arriva dritto al cuore di tutti noi adulti”
continua il Papa nel suo discorso.
Poi il Pontefice passa subito alle domande dei piccoli.
Un vero e proprio dialogo tra i bambini di tutto il mondo e il Pontefice.
“Possiamo salvare la Terra?”
chiede una bambina di 9 anni.
“Si perché voi siete semplici e capite che distruggere la Terra è distruggere noi. La Terra ci dà ossigeno, acqua, tutto”, risponde il Papa.
E ancora una dodicenne, Raina, che viene dalla Palestina, chiede al Papa se tornerà mai più la pace.
“La guerra è già scoppiata in tutto il mondo, è nel Sud dell’Africa, nel Congo, nel Mozambico…Noi stiamo vivendo una guerra brutta, la guerra ci toglie la pace, lavorare per la pace, diciamolo insieme a bassa voce, lavoriamo per la pace”, questa è la risposta di Francesco.
Poi Massimo, dieci anni, italiano che viene da Roma, chiede al Papa cosa sogna la notte.
“Io non so cosa sogno perché dormo, alcune volte mi viene qualche sogno di quando ero giovane o bambino, ma la maggior parte dormo, ma sognare è bello”, risponde divertito il Papa.
Poi c’è Ivan dall’Ucraina, che domanda a Francesco come fare la pace.
“Una domanda difficile, la guerra si fa con l’odio, con la vendetta, la sua terra è in guerra, pensiamo in silenzio come si fa la pace. Non c’è un metodo per imparare a fare la pace, c’è un gesto, la mano si fa con la mano tesa, sempre cercando di coinvolgere le altre persone, salutando gli amici, ricevendo tutti a casa”, dice forte Papa Francesco.
Poi una bambina dal Vietnam chiede perché i grandi dovrebbero ascoltare i bambini.
“Voi dovete dire le cose come le vedete, la vostra voce è necessaria, la voce dei bambini è necessaria”, risponde così il Papa chiamando i piccoli “messaggeri di pace”.
Un bambino della Siria chiede perché vengano uccisi i bambini durante la guerra e perché nessuno li difenda.
“Questo fa vedere la cattiveria della guerra, questa è una crudeltà, adesso vi farò una proposta, facciamo un piccolo momento di silenzio pensando a tanti bambini uccisi, è brutto, un’ingiustizia…”
dice rattristato il Papa.
“Chi sono i tuoi amici?”
le chiede una piccola dal Perù.
“I miei amici sono quelli che vivono con me a casa, poi ho qualche Cardinale amico pure, io ho la grazia di avere amici, perché la persona che non ha amici è una persona triste”, confida il Pontefice.
“La cosa più importante della tua vita?”
reclama un altro.
“Anche questo incontro con voi è importante, pensiamo sempre ai momenti più felici della vita”, la risposta puntuale del Papa. “Mi arrabbio, ma non mordo, quando sono arrabbiato prima di rispondere bevo un bicchiere di acqua”, dice Papa Francesco rispondendo ad un’altra domanda sulla rabbia.
Poi la domanda sul cambiamento climatico.
“Fa così caldo ancora perché le persone non custodiscono il Creato, la Natura e questa si ribella. Non sporchiamo la natura. Sono molto preoccupato perché pensate che al polo Nord i ghiacci sono sciolti, pensate che i mari stanno salendo, pensate che la fauna e i pesci nel mare sono rovinati perché buttiamo tante cose al mare, tutti noi dobbiamo essere preoccupati per la natura”, ribadisce il Papa.
L’ultima domanda è su come passa la giornata Papa Francesco.
“Io lavoro, c’è tanto lavoro qui, sistemo le cose, penso a come andare avanti, io mi alzo presto, prego e lavoro, il lavoro è una cosa bella, perché chi non lavora non è una persona buona, lavorare è salute”, confida il Papa.
“Abbiamo parlato di tante cose belle, ma la cosa più bella è la pace. Diamoci la mano l’un l’altro e ci salutiamo”
E così i bambini si uniscono mano nella mano con Papa Francesco.
Così un forte segnale e abbraccio di pace per il mondo intero.
#sapevatelo2023