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IN CALO LE ESTRAZIONI DI PETROLIO E GAS: NEL 2024 PREVISTA RIDUZIONE ROYALTIES

Banca d’Italia, i dati dell’aggiornamento congiunturale dell’economia della Basilicata che quest’anno «ha rallentato»

Nei primi nove mesi dell’anno in corso la crescita dell’economia lucana «ha rallentato». Secondo quanto stimato dall’indicatore trimestrale delle economie regionali della Banca d’Italia (Iter) nel primo semestre del 2023 il prodotto è aumentato dell’1,1% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, un valore sostanzialmente analogo a quello dell’Italia e del Mezzogiorno (1,2%) e di molto inferiore alla media del 2022 (3%). Questi alcuni dei dati contenuti nell’aggiornamento congiunturale sull’economia della Basilicata presentato, ieri, nella filiale di Potenza della Banca d’Italia.

PETROLIO E GAS: MENO ESTRAZIONI, MENO ROYALTIES

Tra i comparti industriali, nell’estrattivo la produzione di petrolio greggio e quella di gas «si sono ridotte nel primo semestre di quest’anno, rispettivamente del 6,8 e del 9,6% nel confronto con lo stesso periodo del 2022». Per la Banca d’Italia, la causa della riduzione delle estrazioni, è dovuta «anche a causa della forte flessione dei corsi degli idrocarburi avviatasi nella seconda metà dello scorso anno». In ogni caso, il valore della produzione estrattiva, da cui dipende l’ammontare delle royalties erogate a favore degli Enti locali lucani, «è diminuito in misura significativa, di quasi un terzo in termini nominali per il petrolio e di oltre la metà per il gas», secondo le stime della Banca d’Italia.

AUTOMOTIVE

Il comparto autoveicoli, in Basilicata, ha mostrato «un parziale recupero dei livelli produttivi», ascrivibile, per BankItalia, «soprattutto al venir meno delle difficoltà di approvvigionamento di alcuni input riscontrate nel biennio precedente». Nel primo semestre del 2023 la produzione dello stabilimento Stellantis di Melfi è risultata superiore di quasi un quinto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma i livelli produttivi «rimangono comunque di molto inferiori a quelli pre-pandemici». Tale dinamica «si è associata a un aumento delle vendite degli autoveicoli prodotti presso lo stabilimento, in Italia e all’estero».

COSTRUZIONII E MERCATO IMMOBILIARE

Nei primi nove mesi di quest’anno la dinamica del settore delle costruzioni «si è indebolita: vi ha contribuito principalmente il segmento residenziale, sul quale incidono la rimodulazione degli incentivi fiscali e l’aumento del costo dei mutui, che ha determinato una riduzione delle transazioni immobiliari». L’andamento nel comparto delle opere pubbliche è stato sostenuto dagli interventi finanziati dal Pnrr. L’attività dell’edilizia privata, invece, è stata influenzata dal minor ricorso agli incentivi fiscali per la riqualificazione del patrimonio edilizio. Nei primi nove mesi del 2023 in Basilicata sono state depositate meno di 700 asseverazioni riguardanti il Superbonus, a fronte di quasi 2.900 dello stesso periodo dello scorso anno. Nel primo semestre di quest’anno le compravendite di abitazioni, in deciso aumento nel biennio precedente, si sono ridotte rispetto allo stesso periodo del 2022 (-9,0%), così come avvenuto nel Mezzogiorno e in Italia (-8,2 e – 12,5 % rispettivamente. Secondo le stime della Banca di Italia, i prezzi delle case sono tornati a flettere (-1,8%), analogamente a quanto avvenuto nelle regioni meridionali (- 1,1) e in controtendenza rispetto alla media nazionale (0,9). Anche le compravendite di immobili non residenziali «hanno mostrato una dinamica negativa».

LA DEMOGRAFIA DI IMPRESA

Nel primo semestre del 2023 il tasso di natalità netto delle imprese lucane, calcolato come differenza tra tasso di natalità e di mortalità, è risultato sostanzialmente nullo, in calo dallo 0,6 dello stesso periodo del 2022. La riduzione, che ha riguardato tutte le forme giuridiche, «ha riflesso soprattutto la flessione del tasso di natalità lordo (passato dal 3,3 del primo semestre del 2022 al 2,7) e, in misura minore, l’aumento di quello di mortalità (dal 2,7 al 2,9)». Il tasso di natalità netto è risultato lievemente inferiore rispetto al Mezzogiorno e alla media nazionale. IMPRESE: LIQUIDITÀ E PRESTITI Rispetto al picco raggiunto a fine 2022, la liquidità finanziaria delle imprese lucane, misurata dal rapporto tra le attività più liquide, depositi e titoli quotati, e i debiti a breve scadenza, «si è lievemente ri- dimensionata nel primo semestre del 2023», rimanendo comunque su valori molto elevati. La dinamica dell’indicatore ha riflesso soprattutto la flessione delle attività liquide. Per quanto riguarda i prestiti alle imprese, nei primi mesi del 2023 la dinamica dei prestiti bancari erogati al settore produttivo «ha continuato a indebolirsi»: i finanziamenti hanno registrato ad agosto una flessione dell’1,1 per cento su base annua, a fronte di una crescita del 2% del dicembre precedente. Il credito alle imprese più piccole, che già aveva registrato lo scorso anno un andamento peggiore, «è diminuito del 5,6 per cento ad agosto», mentre quello alle imprese medio-grandi ha mostrato una variazione positiva, ma molto modesta (0,8%). Secondo la Banca d’Italia, anche per la Basilicata sulla dinamica dei prestiti alle imprese «ha influito, in un contesto di marcato incremento dei tassi di interesse e di calo degli investimenti, il rallentamento della domanda di finanziamenti e, dal lato dell’offerta, la presenza di condizioni di accesso al credito più selettive». L’orientamento di politica monetaria, divenuto più restrittivo, ha accresciuto l’onerosità dei finanziamenti alle imprese. Il costo dei prestiti prevalentemente rivolti al finanziamento dell’operatività corrente ha registrato un incremento in tutti i settori produttivi, portandosi mediamente al 6,7% alla fine del secondo trimestre, quasi 2 punti percentuali in più rispetto alla fine del 2022. Il costo delle nuove erogazioni connesse con esigenze di investimento è aumentato di circa 1,2 punti rispetto a sei mesi prima, raggiungendo il 6,3%.

IL MERCATO DEL CREDITO

Nei primi sei mesi di quest’anno i depositi bancari detenuti da famiglie e imprese lucane hanno regi- strato «un rallentamento rispetto alla fine del 2022, con una crescita che si è ridotta all’1,7 per cento su base annua a giugno 2023, dal 5,8 di dicembre». I depositi delle imprese hanno continuato a registrare un’espansione, «benché meno marcata nel confronto con lo scorso anno; quelli delle famiglie sono risultati invece sostanzialmente stabili». Sull’andamento complessivo dei depositi ha inciso in particolare quello dei conti correnti, che hanno registrato un lieve calo ( -0,6%), determinato anche dal limitato incremento delle remunerazioni offerte dagli intermediari. Il tasso medio sui depositi a vista è aumentato, ma in misura molto contenuta, attestandosi tra le famiglie allo 0,24 e tra le imprese allo 0,32. A fronte del calo delle giacenze in conto corrente sono cresciuti i depositi a risparmio (3,9%).

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