CASO CLAPS, POTENZA ANCORA LACERATA TRA TENSIONI E INSULTI IN CERCA DI PACIFICAZIONE
A Cronache Tv prosegue il dibattito con il giornalista Amendolara, l’ex sacerdote Martino e Padula (Iv) offesa sui social per aver sostenuto il sit-in alla Trinità
Nella trasmissione “Oltre il giardino” di Cronache Tv – in onda sul canale 68 del digitale terrestre – il conduttore Paride Leporace è ritornato a dedicare ampio spazio al caso di Elisa Claps, la 16enne potentina scomparsa nella sua città natale il 12 settembre 1993 e ritrovata senza vita nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità il 17 marzo 2010. Come spiegato dal conduttore Leporace in apertura di trasmissione, la città di Potenza e la Basilicata intera sono state recentemente «sconvolte da avvenimenti che non hanno precedenti e che turbano la vita sociale della città in maniera profonda». Ciò che ha riacceso l’interesse mediatico sul caso è stata la fiction Rai “Per Elisa – Il Caso Claps” che insieme al podcast, al documentario di Sky e allo spettacolo teatrale, dimostra come la vicenda continui ad appassionare l’opinione pubblica sulla vicenda di cronaca nera, soprattutto tra i giovani. Ma a Potenza si sono verificati anche «fatti incredibili, che non possono passare inosservati», come li definisce il conduttore. Durante una manifestazione organizzata da Libera davanti alla chiesa della Santissima Trinità, dove era in corso la messa domenicale – la prima da dopo la riapertura dello scorso 24 agosto -si sono verificati momenti di tensione, con sputi e spintoni all’indirizzo di alcuni partecipanti alla funzione religiosa. Come spiega Leporace, «le piazze si governano» e «chi ha fatto militanza lo sa», alludendo al fatto che l’associazione Libera avrebbe dovuto gestire meglio la protesta, annunciata come «silenziosa». Ma Leporace punta il dito anche contro la Chiesa, colpevole di «mancata comunicazione». Tra gli ospiti in studio, il giornalista de “La Verità” Fabio Amendolara, la referente di Italia Viva in Basilicata Marika Padula e l’ex sacerdote ed esorcista Domenico Martino. Il dibattito tra gli ospiti ha messo in evidenza le diverse responsabilità della Chiesa, di Libera e delle istituzioni locali nel mancato percorso di pacificazione della città di Potenza. Il conduttore Leporace ha osservato: «La città è ancora profondamente ferita. Serve avviare un percorso di pacificazione, ma per farlo bisogna riconoscere le responsabilità di tutti». E sulla stessa linea appare Amendolara che ha criticato, in tal senso, la scelta di continuare a «versare olio su una vicenda che ha traumatizzato la città». Amendolara ha poi evidenziato come: «La Chiesa deve ammettere le falsità dette da don Mimì Sabia durante il processo dove ha mentito sulla conoscenza con Danilo Restivo, nonostante avesse partecipato al compleanno in famiglia dell’omicida di Elisa Claps. Non si può celebrare messa – incalza il giornalista – a fianco di chi ha mentito». Dal canto suo, l’ex sacerdote Martino ha puntato il dito contro la Curia potentina: «Non basta riaprire la Santissima Trinità. Serve un gesto di scuse pubbliche verso la famiglia Claps e la città per quanto accaduto». Secondo Martino, «il silenzio della Curia non fa che alimentare tensioni e rabbia», eppure per l’ex sacerdote «le recenti prese di posizione del Papa imporrebbero una svolta nella comunicazione e nella gestione di casi – come quello di Elisa Claps – con maggiore trasparenza e vicinanza alle vittime». Martino ha poi concluso: «La Chiesa deve chiedere scusa alla famiglia Claps. Solo la verità rende liberi. Il perdono si costruisce con gesti concreti».
LE OFFESE SESSISTE DOPO UN COMMENTO DI PADULA SUL CASO CLAPS
Dal canto suo, Padula ha raccontato di essere stata al centro di una polemica sessista in seguito ad un suo commento social sulla manifestazione per Elisa Claps, ricevendo insulti e minacce da parte di un politico locale per aver semplicemente invitato a comprendere la rabbia della piazza durante il sit-in di domenica scorsa pur condannando gli episodi di violenza: «Sono stata pesantemente attaccata per aver espresso un’opinione. Questo dimostra il clima avvelenato che si respira a Potenza». «Mi sono permessa di consigliare – denuncia la rappresentante di Italia Viva – a chi aveva scritto di tacere, semplicemente perché abbiamo una famiglia ancora oggi sofferente dinanzi a tutto ciò che conosciamo e delle persone che democraticamente hanno deciso di protestare dinanzi alla Santissima Trinità», spiega Padula che prosegue: «Dovevamo aspettarcelo, perché tra quella gente ci sono sorelle, madri, padri, gente che si è rivista in questa fiction». Padula dunque giustifica in parte i momenti di tensione durante la manifestazione, data la grande emozione suscitata dalla vicenda. Ma il suo commento ha scatenato l’ira di chi l’ha poi insultata pesantemente usando un linguaggio sessista. «A quello che era un mio semplice commento -spiega la referente di Iv – questa persona ha risposto “Marika, fai schifo. Sei la peggiore delle donne lucane. Faresti bene a startene zitta. Sei solo una poco di buono assetata di potere”. Ovviamente non starò zitta – incalza – perché credo che le donne debbano reagire. Non si può accettare che nel 2023 ci siano ancora uomini che usano un linguaggio violento e sessista per zittire una donna». Padula ha aggiunto: «Le istituzioni devono condannare l’uso di un linguaggio violento e sessista contro chi esprime opinioni. È inaccettabile». Anche il conduttore Paride Leporace condanna l’episodio: «Esprimo la mia solidarietà a Marika Padula per gli insulti sessisti ricevuti. Certi linguaggi vanno banditi dal dibattito politico». Sulla vicenda interviene anche l’ex sacerdote Domenico Martino: «Purtroppo gli insulti sessisti sono ancora molto diffusi nella nostra società. Dobbiamo lavorare per creare una cultura del rispetto reciproco. Nessuno dovrebbe sentirsi autorizzato ad usare certi termini contro una donna solo perché la pensa diversamente». Il giornalista Amendolara concorda: «Gli insulti sessisti vanno condannati senza esitazione. Dissentire è legittimo, offendere no. Dobbiamo imparare a confrontarci civilmente anche con chi ha opinioni diverse dalle nostre». Tant’è, il dibattito di “Oltre i giardino” ha messo in luce le ferite ancora aperte a Potenza sul caso di Elisa Claps, tra negazionismo, omertà e mancata assunzione di responsabilità. Per pacificare la città servirà il coraggio della verità e la capacità di tutte le parti in causa di fare un passo verso le vittime. La strada appare ancora lunga.