LE ZAVORRE AL “CAMBIAMENTO”
Tra spifferi e battaglie contro Lollobrigida e Decollanz, non si capisce perché stiano ancora lì. Da Musacchio a Santangelo, politicamente immarcescibili: i vagliesi nati col csx e tenuti in vita dal cdx
Esistono storie, rapporti, legami in Basilicata che sono immarcescibili. Durano nel tempo, superano le differenze politiche, sopravvivono ad ogni cambiamento. Esistono persone capaci di mantenere la poltrona senza nessun merito particolare e di farlo anche quando il vento, il tanto caro vanto, cambia. Il camaleontismo di chi ha la capacità di rendersi invisibile, di non essere percepito e di essere un anello invisibile del potere è una costante nella nostra regione e forse di ogni territorio. Persone la cui unica abilità è quella di stare nascosti nell’ombra, di rendersi impalpabili e, quindi, esenti da critiche e giudizi. Non fare nulla per non essere scoperti è un segreto del sottobosco del potere, quello che sopravvive al potere stesso che riesce ad andare oltre i destini delle prime linee che sono, invece, visibili e quindi sottoposte a critiche, cadute e risalite.
L’ETERNO MUSACCHIO
Era l’11 Marzo del 2014 quando un entusiasta Marcello Pittella annunciava su Facebook: «È l’avvocato Giuseppe Musacchio, già sindaco del Comune di Vaglio di Basilicata, il nuovo Commissario straordinario dei tre Consorzi di Bonifica». «È – aggiungeva – un ottimo professionista a cui attende una prova dura, complicata, un’impresa che oserei definire titanica. Ma credo che per capacità e doti possa essere la persona giusta». Dal 2014 sono passati nove anni nei quali è cambiata la geografia politica lucana e nazionale. Renzi era appena diventato Presidente del Consiglio e voleva cambiare l’Italia, il Pd da lì a poco sarebbe arrivato al 40%, Conte era ancora un avvocato che non faceva politica e Fratelli d’Italia il più piccolo partito del Parlamento Italiano. Da quel giorno ne è passata di acqua sotto i ponti. I Cinque Stelle sono andati al Governo con chiunque fosse disponibile a stare con loro, la Lega è cresciuta e si è sgonfiata nel sostegno a Draghi, Fratelli d’Italia è diventato il primo partito e la Meloni presidente del Consiglio. In Italia sono passate due legislature. In Consiglio Regionale dei 20 Consiglieri in carica ne sono rimasti solo 5 che sono consiglieri. Musacchio è ancora alla guida del Consorzio di Bonifica della Basilicata, immarcescibile come chi non fa nulla sa essere, invisibile come chi sa che per sopravvivere deve essere il meno presente possibile. Tutto questo a chi giova, se è vero come è vero che Lollobrigida si spertica con Decollanz a mettere una pezza sulle falle del sistema idrico con la nascente Acqua del sud? Non è un mistero infatti, che tra i maggiori debitori l’acqua viene il Consorzio di Bonifica guidato da Musacchio che si sta aspettando in tutti modi per far allenare il progetto. Tra i tanti misteri della politica lucana, quindi, la sopravvivenza in qualsiasi sistema politico di Musacchio è uno dei più misteriosi. La sua gestione è stata contrassegnata da una serie evidente di incapacità che hanno messo il Consorzio tra i grandi debitori dell’Eipli malgrado i cospicui canoni riscossi dagli agricoltori. Pittella si sbagliava nel 2014. Musacchio non era la persona giusta per far funzionare il Consorzio di Bonifica, in compenso era ed è la persona giusta per galleggiare in ogni maroso malgrado le inesistenti capacità manageriali. La speranza è che con il prossimo rinnovo dell’amministrazione del consorzio Musacchio vada via per essere sostituito da un manager più fresco e più capace, idoneo a traghettare il consorzio verso nuove sfide di governo.
MICHELE SANTANGELO, PORTABORSE A TEMPO INDETERMINATO
Come Musacchio è originario di Vaglio Michele Santangelo. Come Musacchio è sconosciuto al grande pubblico ed ha mostrato la sua capacità a navigare sotto traccia come unico talento per la sopravvivenza. Come Musacchio è riuscito a superare i cambi di colore politico del Governo Regionale. Era nella segreteria particolare di Vito De Filippo quando esisteva il “Partito Regione”, quando la destra giocava le elezioni con l’unico intento di sopravvivere, quando il risultato era addirittura scontato ancora prima delle elezioni e il congresso o le primarie del Partito democratico erano più importanti delle elezioni stesse per determinare il Presidente della Regione. È ancora là, quando tutto è cambiato. Dalla segreteria particolare di Vito De Filippo è passato alla segreteria particolare di Vito Bardi, capace di piacere a chiunque come chi non ha una propria idea e può plasmare le proprie frasi assecondando le idee di chi comanda. Non è la vita da mediano di Oriali cantata da Ligabue ma quella da portaborse del potere politico, di seconda linea nascosta nei meandri della burocrazia politico-amministrativa. «Responsabile dei servizi logistici di segreteria con gestione del calendario e dell’agenda impegni del Presidente, responsabile dell’organizzazione di incontri, riunioni e manifestazioni promosse dalla Presidenza e cura dei contatti preliminari», così dice il suo incarico di specifica responsabilità tra gli incarichi di diretta collaborazione del Presidente. Tradotto dall’oscuro linguaggio della burocrazia politica è colui il quale cura l’agenda del Presidente, i suoi appuntamenti, la sua logistica, i suoi impegni. In pratica è il filtro tra il Presidente e i cittadini, i militanti politici, i dirigenti, le istituzioni. Come sia possibile che colui il quale ha svolto questo incarico fiduciario per Vito De Filippo possa svolgerlo anche per Vito Bardi è una delle cose che non riusciremo mai a spiegare. Se non con il fatto che è di Vaglio come Musacchio al quale è legato da amicizia e affetto antico. Tanto che le malelingue, dalle quali ci dissociamo, raccontano che spesso molte informazioni riservate trapelino, via Vaglio, proprio da Santangelo a Musacchio che, lo ricordiamo, è il legale di patron Macchia, uno dei più ostili a Bardi e che sta lavorando per mettere al suo posto il suo vice prendente Chiorazzo. Musacchio impegnato inoltre in queste ore a indebolire gli avversari di turno, di chi è da intralcio al suo cammino e a quello dei suoi compagni di avventura, finanche prendendo incarichi che definire inopportuni, se non incompatibili, è un benevolo eufemismo. A farne le spese è chi caduta nella trappola, lasciandosi strumentalizzare. Ma questo è altro tema che approfondiremo nel prossimo appuntamento.
CAMBIARE TUTTO PER FINIRE LA LEGISLATURA
La legislatura volge al termine. È iniziata sotto il segno del cambiamento promesso. È stata una legislatura difficile. Il Covid sembra passato da un secolo nelle nostre memorie ma soltanto pochi anni fa paralizzava l’Italia e costringeva la sanità a sfide inedite. L’inesperienza mista ad entusiasmo eccessivo di chi entrava per la prima volta nella stanza dei bottoni è stata una delle cause del rallentamento di molti processi. Non è un alibi ma una motivazione. Molte cose sono cambiate. Il bonus gas, un nuovo approccio nelle relazioni con le compagnie petrolifere, nuove politiche ambientali sono fatti che hanno contraddistinto in positivo questa legislatura. Resta, purtroppo, in piedi una vecchia nomenclatura da prima repubblica. Riuscire a cambiarla prima della fine della legislatura sarebbe un grande regalo che Bardi potrebbe fare ai lucani. Terminare la legislatura senza più scorie del vecchio sistema sarebbe la ciliegina sulla torta del cambiamento ed il miglior viatico per la prossima legislatura.
Di Massimo Dellapenna