PATOLOGIA HIKIKOMORI ACCERTATA IN RITARDO: PER LE TROPPE ASSENZE, GIUSTA LA BOCCIATURA
Al Tar Basilicata particolare caso di un alunno lucano: il Ministero vince a colpi di burocrazia, ma il problema rimane
Scuola e salute: corto circircuito giurisprudenziale al Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Basilicata. Particolare e delicata, la vicenda oggetto di un ricorso avanzato dai genitori di un alunno lucano, rappresentati dal’avvocato Giuseppe Iacoviello, contro la bocciatura del figlio al termine dell’anno scolastico passato. Costituito in giudizio, anche il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Patologia accertata, ma in ritardo, per cui, come da verdetto, giusta la non ammissione alla classe successiva. Parte della questione, investe anche la sanità pubblica, data la dilazione dei tempi per gli accertamenti medici dovuta anche alle liste d’attesa. A pesare sul giudizio finale, i 116 giorni di assenze, di cui 76 giustificati con certificati medici, dichiaranti problemi di salute, che hanno impedito la sua presenza in classe. In alcune materie, inoltre, l’alunno è risultato anche non classificato. L’intoppo giurisprudenziale deriva dalle date: la bocciatura è del giugno scorso mentre i certificati sanitari secondo i quali i comportamenti dell’alunno in questione possono essere compatibili con un quadro, «medio-grave», di patologia, comunemente conosciuta col termine Hikikomori, sono dell’ottobre scorso, cioè ad anno scolastico terminato e scrutinio finale già avvenuto. Nonostante la condotta scolastica dell’adolescente riconducibile, come da certificati medici, alla patologia, già esplosa l’anno precedente, comunque nulla da fare. Della causa due dettagli attirano l’attenzione. È emerso che l’alunno «aveva chiesto ai suoi docenti ed anche alla referente per il bullismo un supporto nello studio, specificando di avere il timore di confidarlo ai suoi genitori, ma non aveva mai denunciato episodi di bullismo». Da parte sua, l’Istituto scolastico ha fatto presente che già al novembre 2022, aveva attivato un servizio di supporto psicologico, accessibile a tutti gli studenti in forma singola ed anonima, con ciò intendendo, che il servizio c’era ma allo stesso non è stato fatto ricorso. Due elementi, questi, che si prestano, però, al di là dell’esito del Tar, il ricorso è stato respinto perchè ritenuto infondato, ad essere interpretati come il cortocircuito nel cortocircuito, cioè come una sorta di falla nel sistema scuola e non come una esimente per il sistema scuola. Con tante assenze, appare evidente la sussistenza di una qualche tipologia di problematica. La bocciatura per quanto burocraticamente corretta, difficilmente può rappresentare, fuori dai binari giuridici, la soluzione.