CORRADO AUGIAS : SENZA RANCORE, UNICUIQUE SUUM
Lanciare in aria un pugno di monete è sempre stato un espediente piuttosto diffuso da che mondo è mondo. Ma che c’entrano, qui, i soldi?
Corrado Augias da la Repubblica
Corrado Augias:
“Che delusione, le parole del dg della Rai sono volgari”
di Corrado Augias
La replica del giornalista a Giampaolo Rossi che alla commissione Cultura della Camera aveva detto:
“Il nostro obiettivo non è salvaguardare lo stipendio di Augias ma occuparci di 12mila dipendenti. Siamo sopravvisuti all’addio di Baudo, andremo avanti”
Confesso di essere rimasto sorpreso, anzi deluso.
Le parole con le quali il Direttore generale della Rai Giampaolo Rossi ha commentato la mia uscita dall’azienda sono così improprie da suonare come smarrite, gravate per di più da un’ombra di volgarità.
Peccato, quando l’ho incontrato ho avuto l’impressione di un bel signore, molto curato nell’aspetto, il bell’ovale del volto esaltato da una corta barba impeccabile.
Un bell’uomo capace nella conversazione di citare a giusto titolo un paio di libri e qualche toccante precedente familiare di cui ovviamente taccio.
Forse era solo apparato, recita.
Di fronte alla commissione Cultura della Camera ha detto:
“Il nostro obiettivo non è salvaguardare lo stipendio di Augias, ma occuparci di 12 mila dipendenti”
Santo cielo, chi ha mai parlato di soldi in questa malinconica faccenda?
Lanciare in aria un pugno di monete è sempre stato un espediente piuttosto diffuso da che mondo è mondo. Ma che c’entrano, qui, i soldi?
Tanto più se si mette a confronto lo stipendio di uno contro il benessere di 12 mila famiglie?
Ci sono delle regole dialettiche che dovrebbero essere rispettate, la prima è di fronteggiarsi con argomenti che siano proporzionati.
Uno contro 12 mila è decisamente troppo.
Non basta, il Direttore generale ha voluto assestarmi un ulteriore colpo di scudiscio aggiungendo:
“La Rai è sopravvissuta all’addio di Baudo, sopravvivrà anche all’addio di Augias”
Pippo Baudo è un geniale entertainer che ha diretto programmi di enorme ascolto per decenni.
Più modestamente io sono un autore di programmi di libri e di musica sinfonica mi accomuna a Baudo solo la stima e la simpatia personale che ho per lui.
Metterci direttamente a confronto aveva il solo scopo di umiliarmi.
Dico la verità, è un peccato che quel bel signore che avevo incontrato si è rivelato un antagonista maldestro.
Mi chiedo se non sia qui la ragione dei numerosi inciampi che la nuova programmazione ha incontrato in questi mesi.
Non metto in ballo i miei numerosi difetti e nemmeno quelli del dottor Rossi, ognuno ha la vita e le preferenze che ha.
Discuto però il metodo, un alto dirigente dovrebbe trovare il modo di polemizzare — anche in modo sbrigativo, intendiamoci — senza però lasciarsi andare all’ingiuria.
Rispondere nel merito non è impossibile se si ha netta coscienza del proprio operato e delle proprie scelte culturali.
Che cosa ha impedito al Direttore generale Rossi di esprimersi con maggiore proprietà? Esempio:
“Lei sbaglia, Augias. Noi stiamo cercando di equilibrare il tono di fondo della ‘narrazione’ che per anni è stata fatta sugli schermi della Rai, convenga con noi che una parte, ora maggioritaria e comunque consistente, del Paese è stata a lungo sottorappresentata. Questo non è giusto, non è democratico noi dobbiamo porvi rimedio; lei è libero di andarsene ma non di obiettare alle nostre scelte”
Dal garbo si può sviluppare un vigore polemico, dialettico se si preferisce, maggiore che da alcuni sgangherati vituperi.
Nell’uscita odierna del Direttore generale c’è un solo aspetto positivo che qui tengo a sottolineare: mi ha aiutato a capire ancora meglio perché era giusto uscire.
Senza rancore, unicuique suum