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IL TEMPO DELLA MALAFEDE

TACCO&SPILLO

Ci ribolle il sangue vedere all’opera i maitre à penser del laicato, quelli per intenderci che hanno sollevato in aria il miracolo della venuta del Beato Angelico Chiorazzo, pretendere d’insegnare a tutti come stare al mondo da cristiani e nel frattempo arruolare schiere di chierichetti, crociati, perfino maestri inquisitori per muovere guerra alla famiglia della povera Elisa, colpevole d’aver contestato l’uso dinamitardo e per nulla evangelico delle parole che l’Arcivescovo Ligorio ha scagliato contro e su cui gli toccherebbe, per contrappasso, beccarsi almeno il morso feroce della sua coscienza infelice. Ora lasciamo stare che l’appello militante intoni litanie ad captandum vulgus per spingerlo ad una difesa d’ufficio davvero insostenibile per l’ordine temerario e finanche terribilmente gratuito degli enunciati, ma c’è davvero da chiedersi che tempo è questo se pure la Chiesa non fa più il suo mestiere di gentilezza cristiana, di cura d’anime, di compassione di quella Croce che rimane cucita al cuore di mamma Filomena ed invece s’accende di vis polemica e di saccenza oltraggiosa. Scrive Paul Valéry:“O non ci vedete o fingete di non vederci. Ogni fede ha come ausiliaria la malafede

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