SALTA IL TAVOLO DEL CENTROSINISTRA
Chiorazzo, Pd isolato: Speranza in pressing su Conte. Valvano e Pittella contrari all’accordo
La Prudenza è definita da San Tommaso d’Aquino “auriga virtutum”, Platone la chiamava saggezza (sofrosune) ed era alla base del retto agire. Non deve essere tra le principali doti del Segretario Regionale del Partito Democratico che, dopo aver deciso con eccessiva velocità di portare il proprio partito a supportare la candidatura di Chiorazzo intestandosela, aveva deciso di convocare per oggi il tavolo della coalizione per verificare se gli alleati fossero disponibili ad unirsi alle sue indicazioni. Più dotati di lui della principale virtù Cardinale, alcuni tra i maggiorenti del Partito gli hanno fatto notare che forse non era il caso di anticipare così tanto i tempi.
LA PALUDE DELL’IMMOBILISMO
A Roma, malgrado il pressing asfissiante di Speranza su Conte, l’accordo tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle è tutt’altro che raggiunto. Il Movimento, infatti, non ha ancora deciso se accettare l’idea di andare in coalizione alle prossime elezioni regionali o puntare la propria scommessa sulle europee nelle quali dovrà, per sopravvivere e ottenere il massimo consenso possibile, caratterizzare la propria posizione come autonoma e non come costola del PD. Appaiono, dunque, ancora più lucide e profetiche le parole di Salvatore Margiotta che chiedeva di aspettare prima di accettare l’imposizione di una candidatura esterna intestandola al Partito Democratico. L’accordo tra M5S e Pd, infatti, non è ancora concluso e sicuramente non dipende né dal nome scelto né dalle possibilità locali ma da dinamiche nazionali che richiedono i tempi lunghi di trattative che si dipanano almeno sulle quattro regioni (Piemonte, Sardegna, Basilicata e Abruzzo) al voto in primavera prima delle elezioni europee. Nell’assemblea regionale in cui ha preteso il voto lacerando il partito, il segretario Dem ha pagato tutto il prezzo della sua inesperienza riuscendo a spaccare il Partito e, contemporaneamente, ad intestare al suo partito la scelta di Chiorazzo che, da quel momento, agli occhi degli alleati ha perso la connotazione civica per diventare oggetto di mercanteggiamento politico tra partiti. Come sempre accade, infatti, per accettare un candidato battezzato dal PD dovrà essere quest’ultimo a rinunciare a qualcosa da qualche altra parte. HA RAGIONE DE MARIA Né tanto meno le questioni sembrano migliori sul territorio. Al di là di qualche posizionamento individuale di qualche singolo consigliere regionale che non ha speranza di ricandidatura nel Movimento Cinque Stelle per superato limite di candidature, infatti, la candidatura di Chiorazzo non è riuscita, malgrado l’assenza di un candidato contrapposto, a riscuotere nessun tipo di consenso oltre gli angusti confini del PD. Ad oggi la coalizione sembra essere soltanto composta dal PD e dalla lista del presidente mentre tutto il resto del campo non si allarga. Fausto De Maria, nell’annunciare la decisione di Italia Viva di prepararsi da sola per le elezioni provinciali, ha evidenziato che il centrosinsitra sia sotto la spinta di un eccesso caos. Una analisi precisa e dettagliata come i politici che vengono dal territorio sanno fare e che trova riscontro in quello che sta succedendo in questi giorni. Fausto De Maria è un sindaco e sa quanto sia difficile mettere insieme teste diverse per comporre una lista e come sia delicato l’equilibrio tra ambizioni personali, individualismi e visioni politiche e non si lascia sfuggire la complessità del momento e il fatto che questa complessità non può essere banalizzata. Se avesse ascoltato il suo istinto da sindaco se ne sarebbe accorto anche Lettieri cui, invece, questa complessità di fattori è sfuggita.
VALVANO NON SUBISCE, PITTELLA NON CI STA
Il mix straordinario di legame territoriale e della grande esperienza della scuola politica socialista trattiene la prudenza anche di Livio Valvano. L’ex Sindaco di Melfi e leader dei socialisti, infatti, non si è limitato a non sciogliere la riserva sulla candidatura di Chiorazzo ma ha più volte evidenziato non soltanto i possibili conflitti di interessi ma anche la mancata democraticità della scelta imposta da un mondo esterno alla politica e accettata supinamente dal Partito Democratico allo sbando. D’altro canto anche Marcello Pittella non sembra assolutamente portato ad accettare la candidatura di Chiorazzo come se fosse scritta nelle stelle ed imposta dal destino. Come Valvano ha si è formato nella scuola politica del Partito Socialista, come Valvano è uomo di territorio e di istituzioni e non ha alcuna voglia di accettare una imposizione senza trattativa. I politici sanno bene che la politica può condurre a qualsiasi risultato e che in politica nulla è precluso o vietato ma sanno bene che tutto ciò deve essere il frutto di mediazioni complessive nelle quali vige l’esigenza di sedersi al tavolo per discutere prima di arrivare alla decisione.
TUTTO ANCORA DA RIDEFINIRE
La scena, quindi, è ancora tutta da riscrivere. La partita è ancora da decidere. Il tavolo si giocherà tutto a Roma e, intanto, si apre la prospettiva di un accordo tra PD e M5S su candidature donne alle Presidenze di Regione. Un modo per contrastare la crescita di immagine di Giorgia Meloni che consentirebbe anche al Movimento e al PD di rivendicare e fare propria una battaglia “identitaria”.E allora ci chiediamo e chiediamo a Lettieri “che fretta c’era”, la Prudenza non ha caso è la prima delle virtù cardinali. Almeno questo i Vescovi dovrebbero metterlo nella lista.
Di Massimo Dellapenna