È DOVEROSO RICORDARE, NON SI PUÒ DIMENTICARE
Il presidente della Federazione lucana in Svizzera Ticchio sul terremoto che nel 1980 colpì Irpinia e Basilicata
Sono passati 43 anni dal tragico terremoto che colpi l’Irpinia (Campania) e la parte Nord della Basilicata il 23 novembre 1980 e come Federazione Lucana in Svizzera a distanza di tutti questi anni teniamo vivo quel ricordo per non dimenticare. Con questo pensiero come comunità Lucana in Svizzera ci sentiamo in dovere di far sentire la nostra vicinanza a tutto il popolo Lucano per quel tragico evento. Ricordiamo per non dimenticare. Con questa doverosa premessa, m’introduco nel vivo dei ricordi. La Federazione Lucana in Svizzera con l’ausilio e il sostegno di tutto il mondo dell’emigrazione in terra Elvetica degli anni ‘80, in breve tempo fece partire una campagna di solidarietà che fu possibile anche grazie alla generosità del popolo Elvetico che laboriosamente si unì a noi per una corsa contro il tempo. Nelle ore e nei giorni successivi al terremoto, sia a chi lo viveva sul territorio sia a chi lo viveva a distanza, fu subito chiaro che la tragedia era di una proporzione molto alta. Parliamo degli anni ‘80 in cui le strutture di soccorso erano precarie sotto ogni aspetto. Non a caso da quel tragico evento parti la nascita della Protezione Civile, che oggi tutti conosciamo. Anche la comunicazione con i nostri cari non è stata un’impresa facile, tutti noi impiegammo giorni prima di avere loro notizie dai luoghi del cratere e dai nostri famigliari. In tanti invece decisero di partire con i propri mezzi per i propri comuni d’origini già la stessa sera del terremoto pur di aiutare e sostenere fisicamente e moralmente in prima persona i propri familiari e non solo. In quel tragico momento anche il tempo smise di essere clemente con le popolazioni colpite dal terremoto. La temperatura scese drasticamente, cosi si passò dalle belle giornate preterremoto alle fredde e piovose giornate post-terremoto. Addirittura nei paesi di montagna cadde anche la neve. Oggi, il nostro obiettivo non è quello di fare retorica, ma ricordare per non dimenticare e nello stesso tempo lasciare tracce e testimonianze di quel terribile evento alle generazioni nate post-terremoto, nello stesso tempo lasciare immaginare loro il dramma che le popolazioni residente vissero in quei giorni, mesi e anni. Oggi nel 43esimo anno dal terremoto tutti, resi- denti e non, viviamo ancora le conseguenze di quella tragedia. Così che le immagini di repertorio del terremoto sono rimaste impresse nella mente di ognuno di noi, quali testimoni vicini e lontani di quel tragico evento. Tanti gli esempi di solidarietà dal mondo intero che di certo non sono mancati, sopratutto le immagini o per meglio dire l’abbraccio dell’allora Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini che con la Sua vicinanza portò conforto alle popolazioni provate dal terremoto. Così come l’abbraccio e la vicinanza di Papa Giovanni Paolo II che alla pari del Presidente Pertini, nei giorni seguenti non esitò a visitare i luoghi del disastro. Ritornando sul fronte Svizzero, non passò neanche una settimana che il 29 novembre 1980 l’allora S.E. l’Ambasciatore Dottor Rinieri Paulucci di Calboli sensibile al tragico evento, convocò presso l’Ambasciata Italiana di Berna le due Federazioni interessate, Lucani e Campani, compreso i responsabili del mondo dell’emigrazione Italiana in Svizzera, coordinato dal Comitato Nazionale d’Intesa (Cni) per costituire il Comitato Pro Basilicata e Campania. Comitato nato per rappresentare un punto di riferimento Istituzionale come immediata risposta all’urgenza della tragedia incarnata dalla raccolta di beni di prima necessità da far arrivare sul territorio prima possibile, in vista di sua maestà la stagione invernale oramai alle porte. Il Comitato Pro Basilicata e Campania come principio non si propose solo l’emergenza immediata, ma anche guardare alle prospettive future di quei territori colpiti dal terremoto. Il Comitato presieduto dallo stesso Ambasciatore S.E. Rinieri Paolucci di Calboli, da un funzionario della stessa Ambasciata con la mansione di Segretario, dai rappresentanti della due Federazione Lucana e Campana, nonché da rappresentanti del Cni. Il Comitato raccolse una ragguardevole somma in franchi svizzeri e di comune accordo l’intero Comitato decise con la somma raccolta di finanziare delle cooperative sul territorio, con l’intento di creare futuri posti di lavoro per la popolazione che aveva deciso di rimanere in loco. Così con i fondi raccolti si costituirono tre cooperati- ve in Campania e una in Basilicata. Per qualche anno ha funzionato tutto a gonfie vele, poi a poco a poco l’entusiasmo iniziale cominciò a scemare. Soprattutto a causa dell’articolata burocrazia italiana che ci trasciniamo ancora oggi, così decretò l’inizio della fine delle citate cooperative, tranne una che sembra ancora attiva. Le cose da ricordare sono tante, sicuramente potremmo scrivere un libro, il materiale non ci manca di certo, però il nostro obiettivo non è scrivere un libro, ma sinteticamente trasmettere come eredità storica alle nuove generazioni una data indimenticabile che ha segnato la storia delle due regioni – Campania e Basilicata – e dell’Italia intera. Infine è doveroso ricordare che, il Consiglio Federale prese la decisione di rilasciare diversi permessi di soggiorni speciali per venire incontro alla popolazione delle due aree terremotate, relativi soprattutto ai ricongiungimenti famigliari come gli anziani. Ricordare questo importante, sentito e triste anniversario è l’occasione e la consapevolezza di iniziare di una nuova stagione per le nostre Associazioni e Federazione in terra Elvetica e nel mondo intero affinché le istituzioni percepiscono l’importanza della solidarietà. Pertanto si coglie la gradita occasione per sollecitare le nuove generazioni, compreso la parte politica della nostra regione ha sostenere il cammino di queste storiche forme di associazionismo, che tanto abbiamo fatto e tant’altro possiamo ancora, vedi il turismo delle radici per il 2024. Nel tempo abbiamo fatto la storia della Svizzera, dell’Italia, della Regione e dei nostri Comuni, ma in questi ultimi anni da parte delle istituzioni si è voluto perseguire la politica del dimenticatoio. Il rapporto Migrantes uscito qualche settimana fà ne decreta il fallimento della politica regionale e nazionale. Per far sì che tutto questo non continua a diventare una realtà incompiuta abbiamo bisogno di maggiore interesse da parte della nostra regione Basilicata attraverso la Commissione regionale “Lucani nel mondo” che ahimé, oggi sentiamo molto lontani e distratti dai lucani all’estero, quasi a vo- lerci comunicare che il terremoto é storia passata e di voi lucani all’estero e dei vostri sacrifici passati, presenti e futuri non ci importa niente, così come non ci importa niente dei lucani residenti in Basilicata, tranne quelli “unti dal Signore”. Altrimenti non si spiega la disertificazione che il rapporto Migrantes ci ha evidenziato in maniera nuda e cruda. Uno stato d’animo, questo, che riscontriamo tutti i giorni nell’osservare lo smantellamento della regione Basilicata e senza che nessuno se ne preoccupi. Chi vuole capire, capisca. *
Di Giuseppe Ticchio