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LE TARTUFATE DI GUARENTE

TACCO&SPILLO

Si sa che le lusinghe prelibate del tartufo non lasciano scampo neanche ai palati più disciplinati e che la parsimonia dell’assaggiatore si può perdere ben presto con la prima, gustosa, seduttiva forchettata, ma nessuno poteva immaginare che un anonimo quanto comprensibile cedimento al tartufismo divenisse perfino motivo d’esibizione e di vanto istituzionale su istagram e così finisse addirittura immortalato a futura memoria manco fosse l’Albertone nazionale che si butta con la tecnica del trangugiamento sull’agognata pastasciutta. Ora verrebbe da chiedere perché non è dato saperlo se dentro questa intemperanza del piatto Mario Guarente, neo promosso peggior sindaco d’Italia dal Sole 24 Ore, abbia voluto annunciare a tutti la sua preferenza tartufesca o se abbia depistato cuochi e cittadini pur d’ammettere la sua propensione per il ragù di cinghiale, vista anche l’ospitalità offerta da mesi a Potenza a frotte indisturbate d’ungulati di varia pezzatura culinaria e contro cui i soliti proclami che si palleggiano Guarente e Galella sono aria fritta. Pare risentire la battuta di Totò nel film Fifa e arena:“A proposito di politica, ci sarebbe qualche cosarellina da mangiare?”.

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