ACQUE AGITATE, CHIORAZZO RILANCIA
Il “Marchese di Senise” sfida i partiti. La politica e gli alleati accetteranno i suoi diktat?
Acque agitate intorno alla “Liste dei Vescovi”. Il nominativo proposto per la candidatura a presidente della Regione, quello di Angelo Chiorazzo, è stato approvato dal Partito democratico, ma soltanto dal Partito democratico. Il fronte del centrosinistra, non c’è ancora. Primo tavolo convocato, saltato anche, ma non solo, per assenze dei segretari. Già al vaglio dello stesso Pd, nomi alternativi a quello del fondatore di Auxilium che ha reso stagnanti le trattative con i possibili alleati della coalizione. Il socio di maggioranza dell’ipotetica coalizione è il Movimento 5 stelle, e questo, in relazione a Chiorazzo, è un altro dei problemi. Il re delle coop bianche viste le incertezze, ha deciso per la prima volta di intervenire in prima persona. Finora aveva fatto parlare gli altri di lui. Tra questi, il segretario regionale dem Giovanni Lettieri ed il parlamentare ex Ministro Roberto Speranza che dopo gli immediati tripudi con comparazioni non dimostrate, «il nuovo Dinardo», si sono nuovamente rinchiusi nel silenzio. Da Chiorazzo quasi una sfida ai partiti. Al «servizio del bene comune», il nome ufficiale della “Lista dei Vescovi” è “Basilicata bene comune”, Chiorazzo non si tira indietro e rilancia la propria candidatura. Di seguito, la sua nota in versione integrale.
DI ANGELO CHIORAZZO
La nostra Basilicata è una terra meravigliosa. Ci sono innumerevoli potenzialità e opportunità di crescita e di sviluppo. I luca- ni meritano molto di più di quello che oggi chi li governa ha saputo costruire. L’amara verità, però, è che negli ultimi anni è stato toccato il fondo a causa di una gestione politica miope e senza alcuna visione di futuro. Si avverte una forte volontà di riscatto in ogni angolo della nostra Regione. C’è voglia di evitare il declino e, allo stesso tempo, la consapevolezza che servano un rinnovato impegno e una classe dirigente nuova e appassionata per voltare pagina. Ho la fortuna di incontrare, quotidianamente, molte persone animate dal mio stesso spirito, e tutti insieme siamo al lavoro per un progetto nuovo. Queste persone, che ringrazio per l’attestazione di stima, mi hanno chiesto di mettermi al servizio del Bene Comune. Avverto il dovere morale di non sottrarmi e, con umiltà, faccio appello a tutti i lucani che vogliono offrire il proprio contributo per costruire un futuro migliore a vantaggio della nostra Terra. Faccio appello alle forze politiche, sociali ed economiche che non intendono arrendersi a questo presente; alle tante realtà associative del nostro territorio che ogni giorno, anche attraverso azioni di volontariato, si spendono già per una Basilicata migliore. Mi rivolgo anche a chi, sfiduciato, ha rinunciato finora a partecipare e a sentirsi parte attiva di un progetto di rinascita. È necessario aprire subito un confronto programmatico, per il quale il contributo di ognuno sarà determinante per aprire una nuova stagione. Lo sfascio della sanità lucana, prima competenza della Regione per importanza e pe- so, sarebbe di per sé sufficiente a giustifica- re la necessità di un impegno. Ci sono, poi, le emergenze legate allo spopolamento e alla mancanza di lavoro, con le vicende del polo Stellantis da gestire; ci sono la crescente povertà e le carenze infra- strutturali; le questioni cogenti della tutela e valorizzazione dell’ambiente partendo dal- la gestione dell’acqua per arrivare alle po- litiche di transizione energetica; la necessità di offrire servizi e risposte ai bisogni de- gli anziani e delle persone con disabilità ma anche occasioni ai giovani affinché non sia- no costretti ad emigrare. Ancora: c’è la spada di Damocle del progetto di autonomia differenziata che potrebbe spaccare il Paese e relegare regioni come la nostra all’inesorabile marginalità, in luogo di una più auspicabile centralità della Basilicata e del Mezzogiorno. E questo è solo un primo elenco. C’è un’altra mancanza, non meno impor- tante, che mi spinge a spendermi con tutte le mie forze: quella della verità. La carenza di verità è una deriva accentuata, negli ultimi anni, da chi ha, in realtà, la testa e il cuore fuori dalla Basilicata e pensa di poter manovrare i lucani con la mistificazione. C’è chi usa sospetti e insinuazioni per dividere una comunità che ha invece bisogno di lavorare unita, e maneggia la menzogna per delegittimare coloro che, semplicemente, non accettano questa deriva in silenzio. Noi vogliamo e possiamo insieme costruire un’altra Basilicata che sappia camminare a testa alta: dinamica, inclusiva, aperta e solidale. Da oggi, con cuore e determinazione, ci dedicheremo a trasformare la nostra Regione in un luogo migliore per tutti. Sono convinto che, insieme, possiamo dar vita a un cambiamento significativo e duraturo, affinché la nostra Basilicata brilli come esempio di progresso e solidarietà.