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IL LAVORO IN PENSIONE

TACCO&SPILLO

Guardando l’ultimo report della CGIA di Mestre che confronta nel Paese il numero delle pensioni erogate con quello degli occupati e ricordando la linea di comando che ha in mano la Basilicata verrebbe da buttarci giù della facile ironia, ma non vogliamo approfittarne per far caciara e soprattutto per non derubricare l’allarme lanciato sul Mezzogiorno e che dovrebbe far impensierire chi predica la ricetta miracolosa del lavoro e poi assolda a piacimento pensionati nella pa regionale. Perciò nonostante la promessa di curatela sulla lingua ci pare un colpo allo stomaco vedere davanti al deserto demografico e all’apocalisse generazionale questi indomiti patrioti ancora smanettare in propaganda e selfie pur d’acchiappare qualche compiacente sorrisetto sul manipolo d’assunzioni fatte, sebbene leggi e risorse ne possano autorizzare davvero molte di più. Così manco ce ne fosse bisogno scopriamo che a differenza dell’Italia in Basilicata è già avvenuto il sorpasso perché a fronte di 215mila pensioni i lavoratori attivi sono 189mila con un saldo negativo di 27mila persone. Canta Fabrizio D’André:“Quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino, lì troverai là col tempo che fa estate e inverno”.

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