GUARENTE SOGNA DA DITTATORE
Il csx: «Confusione e incapacità ad amministrare, forzano e non hanno neanche i numeri». Oggi si torna in Consiglio. «Questo fa la democrazia, potessimo scegliere i Consiglieri ne avremmo di migliori»
«Io non voglio, finché mi sarà possibile, governare contro la Camera: ma la Camera deve sentire la sua particolare posizione che la rende passibile di scioglimento fra due giorni o fra due anni» parole di Benito Mussolini. Passò alla storia come il discorso del bivacco, quello in cui disse che avrebbe potuto trasformare il Parlamento (aula sorda e grigia) in un bivacco di manipoli ma che, per quel momento, non aveva voluto ancora farlo ma spiegò chiaramente al Parlamento che il suo ruolo sarebbe stato ancillare, subalterno, succube delle decisioni del Governo. Mussolini, aveva fatto la Marcia su Roma e spiegava che la “rivoluzione aveva i suoi diritti” Mario Guarente, sia chiaro perché non ci piace unirci al coro dei cercatori di fascisti in ogni dove, non ha né il profilo, né il peso storico, né il piglio rivoluzionario di Mussolini. Non c’è stata nessuna Marcia su Potenza che legittimi un presunto “diritto della rivoluzione” e, in tutta onestà, in questo quinquennio si è distinto più per il marcire che per il marciare ma, certamente, le parole con le quali chiude il Consiglio Comunale sono indegne di una Repubblica Democratica.
QUESTI SONO I GUAI DELLA DEMOCRAZIA
«Questo è quello che fa la democrazia. Potessimo scegliere noi sceglieremmo sicuramente dei Consiglieri migliori». Questa la frase isterica del Sindaco Guarente. La postura più che mussoliniana sembra rivelare una grande fragilità emotiva. Le mani rivolte verso il cielo come in uno sfogo verso l’alto, la voce tremolante di chi non riesce più a controllare la propria rabbia rivelano tutta la potenza di un coniglio che ruggisce e ulula alla luna. Le parole sono violente. Il Sindaco di Potenza vorrebbe scegliere anche i consiglieri di minoranza e crede che la sua scelta sarebbe migliore di quella fatta dai cittadini. Un atto di presunzione antidemocratica indecoroso che dovrebbe comportare immediatamente la presentazione di una mozione di sfiducia da parte dei Consiglieri di Maggioranza che ritengano inammissibile un parlare così offensivo nei confronti dei cittadini e della democrazia. Il punto più basso della vita democratica di questa città è stato raggiunto. Le parole hanno superato e tradito il pensiero. La maturità e la serenità che dovrebbe caratterizzare chi guida le istituzioni è stata strappata via. Nessun passo dell’oca ma soltanto lo starnazzare di un’oca solitaria con la fascia tricolore al petto, eletto da quegli stessi cittadini cui lui vorrebbe insegnare come votare e le cui scelte ritiene sbagliate.
DOV’È LA MAGGIORANZA?
La legge elettorale è chiara nei responsi. Il Sindaco elegge con sè la maggioranza dei consiglieri. Con il Sindaco sono stati eletti i consiglieri sufficienti per poter governare. Dov’erano ieri? Invece di imitare Gaetano Maria Barbagli di “fascisti su marte” dovrebbe preoccuparsi del fatto che i consiglieri che hanno contribuito alla sua elezione lo hanno ormai abbandonato. Non c’erano ieri mentre si vota- vano atti di bilancio, così come non riescono a mettersi d’accordo per l’elezione del Presidente del Consiglio Comunale. È chiaro che non lo vogliono più, non lo seguono più. “Se avanzo seguitemi” diceva Mussolini. Guarente si limita ad avanzare come un prodotto che nessuno ha mangiato, nessuno vuole più e resta in frigorifero come un avanzo. Con un po’ di dignità dovrebbe prenderne atto. Con un po’ di serietà, invece di urlare alla luna e far sentire lo starnazzare delle oche, dovrebbe dimettersi. Non lo farà. Resterà avvinghiato a quella poltrona senza avere i numeri, lamentandosi del fatto che i consiglieri di maggioranza non lo seguono e i consiglieri di minoranza non lo supportano. Forse credeva di essere stato scelto da Dio. Forse si è illuso di avere una missione epocale da compiere. Forse è semplicemente inadeguato al ruolo e palesa tutta la sua inadeguatezza oscillante tra imbarazzanti silenzi e urla scomposte. Qualcuno spieghi all’ex porta- borse di Franco Mollica che nessuno scriverà “Guarente per mille anni”, passerà come un’insignificante pagina oscura nella storia della nostra città, come un errore, come una triste parentesi. Potrà ululare alla luna, far sentire più forte il ruggito del coniglio ma nulla potrà cancellare la sua impreparazione, il suo pressappochismo, la sua insignificanza ammantata di arroganza. È finita. Ha fallito. Lo abbiamo pesato, lo abbiamo misurato e lo abbiamo trovato mancante.
CHIEDERE AIUTO A QUALCUNO BRAVO
In alcuni casi rivolgersi ad uno bravo può servire. È utile per smontare le manie di grandezza, per tornare con i piedi per terra, per abbracciare la realtà. Quello bravo, peraltro, lo tiene in Consiglio, seduto nei banchi dell’opposizione. Vincenzo Telesca nella conferenza stampa è stato didascalico: «avevamo offerto al Sindaco di aiutarlo, gli abbiamo suggerito di non votare il provvedimento in Consiglio, di inserirlo in una delibera di Giunta e ratificarlo entro il 31 Dicembre 2023, non ci sarebbe stata nessun danno per i cittadini. Il Sin- daco ha voluto fare una forzatura che non gli è riuscita perché non aveva i numeri». E, così, non avendo i numeri ha iniziato a darli. Verrà ricordato come quello che “quando c’era lui gli autovelox arrivavano in orario”. Sipario. Lo spettacolo è finito.
Di Massimo Dellapenna