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PRIVATO ACCREDITATO, RIPARTIZIONE DEL 2022 L’ASP INCIAMPA SULL’«URGENZA»: CAUSA PERSA

Da distribuire quasi 3 milioni di euro, il Tar ha accolto il ricorso della Genovese Camillo Srl: annullato il criterio inventato

Assistenza sanitaria da privato accreditato: annullato il criterio per la ripartizione delle risorse finalizzata alla remunerazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale. Il Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Basilicata ha accolto il ricorso della Genovese Camillo Srl. L’Azienda sanitaria locale di Potenza (Asp), rappresentata in giudizio dell’avvocata Adeltina Salierno, bel flipper tra l’inciampo sull’«urgenza» ed il frontale su un «soltanto», ha ritenuto di applicare a piacere la prescrizione normativa. Da qui, l’errore fondamentale rivelatosi decisivo nella causa al Tar. La controversia giuridica trae origine dalla Legge regionale dell’ottobre dell’anno scorso con cui fu stabilito che, fermo re- stando il tetto di spesa complessivo previsto per l’assistenza sanitaria da privato accreditato, per ridurre le liste di attesa e nel rispetto del relativo piano operativo regionale, «esclusivamente per l’anno 2022», le Aziende sanitarie fossero autorizzate ad utilizzare «le economie rivenienti dall’assistenza ospedaliera per acuti da privato accreditato per la remunerazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale erogate nel corso del 2022 dalle strutture private accreditate». La Legge regionale dichiarata urgente, entrò in vigore il giorno successi- vo. Sul piatto, per le Aziende sanitarie, poco più di 5 milioni di euro. Dall’Asp, liquidabili 2 milioni e 723 mila euro. Letta l’«urgenza», l’Asp stabilì cge le risorse dell’assistenza ospedaliera da privato accreditato, andavano ripartite «soltanto» tra le strutture private che alla data del 30 settembre dell’anno scorso, avevano erogato prestazioni oltre il tetto di spesa. In base al criterio autonomo, alcuna somma attribuita alla Genovese Camillo Srl. Con una basilare contestazione, vittoria raggiunta. Eccepito il limite temporale del 30 settembre, poichè la ripartizione delle risorse rimaste inutilizzate, avrebbe dovuto tenere conto di tutte le prestazioni erogate oltre il tetto di spesa «nell’intero anno 2022», e non «soltanto» di quelle, superiori al tetto di spesa, effettuate fino a fine settembre dell’anno scorso. Il Tar ha semplicemente constato che la norma regionale «urgente», si riferisce espressamente «all’intero anno 2022». In conclusione, annullato il contestato di ripartizione dei 2 milioni e 723 mila euro «esclusivamente » tra le strutture che al 30 settembre 2022, invece che al 31 dicembre dello stesso anno, avevano erogato prestazioni oltre il tetto di spesa. Per quella cifra, l’Asp dovrà rifare i conti aggiungendo anche la Genovese Camillo Srl.

Ferdinando Moliterni

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