CHIORAZZO PERDE PEZZI
I 5S freddi, +Europa va con Volt. Aveva ragione Margiotta: dal Pd, abbraccio mortale
La notizia del giorno è che +Europa non concorrerà con il centrosinistra alle prossime elezioni regionali, il partito ha, infatti, comunicato il suo sostegno alla candidatura di “Volt” e la rottura di ogni dialogo con il campo largo che appare sempre più in via di restringimento. La chiara presa di posizione da parte del partito fondato da Emma Bonino, infatti, non è altro che l’ultimo diniego che viene dalla coalizione al sostegno alla candidatura di Angelo Chiorazzo alla presidenza della Giunta Regionale. Arnaldo Lomuti, interpretando chiaramente la volontà della base elettorale del Movimento pentastellato, continua a tenersi distante dal sostegno al re delle cooperative. I socialisti di Valvano hanno già detto che non condividono il metodo con il quale è stato scelto il candidato presidente. I moderati di Italia Viva e di Azione sono tutt’altro che propensi ad una alleanza e aspettano ancora di capire uomini e programmi.
AVEVA RAGIONE SALVATORE MARGIOTTA
Quando il segretario regionale del Pd Giovanni Lettieri aveva spinto perché si votasse la mozione di sostegno alla candidatura di Chiorazzo alla presidenza della Regione, l’unica voce che si alzò in contrasto fu quella di Salvatore Margiotta che, proprio in rottura sul metodo più che sul merito, abbandonò con i suoi uomini la Direzione. Salvatore Margiotta, forte della sua esperienza politica, provò in tutti i modi di spiegare al suo Partito che con quella indicazione da parte del Pd la candidatura di Angelo Chiorazzo si sarebbe indebolita e non rinforzata. Da quel momento, infatti, Chiorazzo è diventato il candidato del Pd e, quindi, oggetto di trattative tra i partiti. La logica elementare della politica ci insegna che un alleato è disponibile ad accettare il candidato di un altro partito ma deve avere qualcosa in cambio. È la politica da sempre. Un politico navigato tutto ciò lo sa. È chiaro che nessuno degli alleati ora può più accettare il candidato del Pd come se fosse un candidato “civico”. Questo complica e non poco la situazione anche perché i mal di pancia non sono soltanto degli alleati ma anche di una parte sostanziosa del Partito Democratico. Nei giorni scorsi infatti come aveva anticipato in esclusiva Cronache, nonostante qualcuno nelle ultime ore online abbia rivendicato la notizia come propria, alcuni dirigenti locali guidati da Barbara Verrastro hanno inviato una lettera ad Elly Schlein chiedendo che si richiami il Partito Democratico di Basilicata all’esigenza di proporre agli alleati un candidato presidente giovane, capace, competente e carismatico. Insomma, dietro l’unanimismo di facciata che ha accompagnato la relazione di sostegno ad Angelo Chiorazzo, si nasconde una forte lacerazione all’interno dei quadri Dem in Basilicata.
LA NOSTRA SOLIDARIETÀ A CHIORAZZO
Proprio mentre è costretto ad interfacciarsi con la complessità della navigazione politica, ci sentiamo in dovere di esprimere la nostra vicinanza ad Angelo Chiorazzo per gli attacchi scomposti che si stanno mettendo “on-line” su alcuni blog che evidenziano le sue capacità imprenditoriali come se fossero un limite o un potenziale ostacolo alla sua attività politica. Conosciamo bene questo metodo allusivo e non franco di affrontare le questioni, un metodo fatto di frasi non dette o appena annunciate che lasciano intraprendere la via del sospetto e lo riteniamo infamante e di piccolo cabotaggio. A differenza di molti “colleghi”, noi non cambiamo idea a secondo della vicinanza politica e imprenditoriale del soggetto colpito e possiamo dire con chiarezza che questo modo di concepire la battaglia politica ci disgusta, chiunque sia il soggetto colpito. Sulle pagine di questo giornale non leggerete mai attacchi personali nei confronti di nessuno ma sempre e soltanto discussioni politiche, anche dure, ma non allusive e mai offensive. È una questione di stile che ci impone di non essere come qualche penna del controregime.
UN MODERATO ALLA GUIDA?
Qualche settimana fa evidenziammo come fosse centrale il ruolo dei moderati per la vittoria delle elezioni. I sondaggi dicono che sono ago della bilancia. In questo caos che regna sovrano, la candidatura di un moderato alla guida della coalizione potrebbe essere una soluzione che salvi capra e cavolo. Qualcuno a Roma inizia a pensarci. Del resto potrebbe essere una soluzione davvero vincente e che consentirebbe di non spostare gli equilibri tra i partiti. La primavera, intanto, tarda ad arrivare.
Di Massimo Dellapenna