SCANZANO, IL CASO MUSACCHIO
Cariello lo sceglie come avvocato del Comune contro alcuni consiglieri comunali: che corto circuito. Il Consorzio di Bonifica dovrebbe controllarlo, il sindaco imprenditore agricolo affida incarichi all’Au
«Costituzione nel Giudizio innanzi al TAR di Basilicata in n. 2 ricorsi promossi per opposizione ad altrettante Ordinanze ed autorizzati con D.G.C. n. 12 e 18 del 2023. Conferimento incarico legale Avv. Musacchio Giuseppe», così recita il titolo della determina del settore tecnico del Comune di Scanzano Jonico. Nulla di particolarmente inquietante né di interessante da un punto di vista giornalistico. Le cronache di tutta Italia sono piene di determinazioni e di delibere di affidamenti di incarichi legali per resistere contro i cittadini che impugnano atti amministrativi. Se non fosse per alcuni requisiti di opportunità politica che sempre dovrebbero illuminare le scelte amministrative dei nostri sindaci.
LA MOGLIE DI CESARE DEVE ESSERE AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO
La storia ci racconta che quando Cesare scoprì che la moglie Pompea lo aveva tradito con Clodio chiese il divorzio ma nel processo non fece nessuna menzione al fatto del tradimento. Quando gli chiesero come mai non avesse parlato del tradimento disse che non bastava che la moglie di Cesare fosse onesta, era necessario che fosse al di sopra di ogni sospetto. È una figura retorica che torna spesso in politica. Il vero politico dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto non solo giudiziario ma anche e soprattutto di opportunità. Non c’è niente di male nel fatto che il Comune di Scanzano Jonico resista in giudizio al TAR e che per farlo dia mandato ad un avvocato. È del tutto normale. Così come è del tutto lecito che l’avvocato che rappresenta il Comune di Scanzano, tra tanti avvocati abbia scelto proprio l’avv. Musacchio. Siamo sicuri della totale buona fede del sindaco Cariello, per cui non vorremmo mai evidenziare che lo stesso è stato fino a pochi mesi fa il capogruppo del Partito di maggioranza relativa in Consiglio regionale e Musacchio è a tutt’ora il presidente del Consorzio di Bonifica. Siamo sicuri, parimenti, che non abbia influito neanche minimamente il fatto che Cariello abbia una azienda agricola e che il Consorzio di Bonifica, presieduto da Musacchio, sia incaricato di riscuotere i canoni dalle aziende agricole esercenti nel territorio del Consorzio. Non è nostro compito evidenziare la eventuale presenza di conflitti di interessi politico-imprenditoriali e, comunque, non ci interessa perdere tempo con queste quisquiglie. Noi ci occupiamo di politica e, occupandoci di politica, non possiamo non osservare che la politica fondi le sue scelte anche sul principio di opportunità. Senza timore di smentita, noi riteniamo che sia assolutamente inopportuno che il Comune guidato da chi fino a ieri guidava il Gruppo della Lega in Consiglio regionale, nomini quale proprio difensore colui il quale presiede un Consorzio il cui controllo compete proprio alla Regione Basilicata. Così come troviamo assolutamente inopportuno che l’amministratore del Consorzio di Bonifica accetti un incarico professionale da uno dei Comuni che ricadono nel territorio di competenza del suo stesso Consorzio.
IL RAPPORTO FIDUCIARIO
Il rapporto tra il difensore e l’assistito è un rapporto fiduciario, personale. È forse il più intenso tra i rapporti professionali, il più discrezionale e il più discreto. Possibile che il sindaco Cariello e l’avv. Musacchio, con tutta la loro esperienza politica, malgrado l’importanza dei ruoli reciprocamente ricoperti non si rendano conto di come questo rapporto sia inopportuno?
CONFLITTO DI INTERESSI
«L’avvocato deve astenersi dal prestare attività professionale quando questa possa determinare un conflitto con gli interessi della parte assistita e del cliente o interferire con lo svolgimento di altro incarico anche non professionale», è molto esplicito il Codice deontologico forense nel suo articolo 21. Ci chiediamo se non ci sia un conflitto di interessi nell’avvocato che è anche amministratore del Consorzio di Bonifica che difende un Comune contro un’azione di annullamento di una delibera promossa da alcuni consiglieri comunali. Come potranno quei consiglieri comunali, ritenere che il Consorzio di Bonifica sia “imparziale” nello svolgimento delle sue attività istituzionali se chi lo presiede prende le difese di una “parte”. O si è parziali o si è super partes. Chi guida un organismo dovrebbe sempre essere super partes. Ma, evidentemente, tutto ciò non è necessario nel fantastico mondo del Consorzio di Bonifica di Musacchio, evidentemente tutto ciò non è opportuno nel Comune di Scanzano guidato dal leghista Cariello. Non pretendiamo la sobrietà che ci è stata raccontata dal passato ma almeno l’intelligenza di agire con tranquillità e senza eccessiva faciloneria. Forse, visti gli attori in campo, pretendiamo troppo.
Di Massimo Dellapenna