IN AUMENTO QUELLI CHE SI DIMETTONO
Lavoro in Basilicata i numeri risultano superiori rispetto al periodo pre pandemico. La Uil: «Segno di come le priorità si siano modificate anche nella testa dei lavoratori lucani»
Nel 2022 in Basilicata il numero di rapporti di lavoro cessati per dimissioni è pari a 12.231, su un totale di 59.650 cessazioni di lavoro avvenute per cause varie (licenziamenti di natura economica e disciplinare, dimissioni, fine contratto, risoluzione consensuale, altre motivazioni) e a fronte di 61.194 nuovi rapporti di lavoro (di questi ultimo solo 8mila a tempo indeterminato). È uno dei dati emersi da uno studio della Uil Basilicata, secondo cui «le dimissioni costituiscono in regione la seconda causa dopo la scadenza dei contratti».
DIMISSIONI LAVORO TRA IL 2018-2022:
Facendo un excursus, nel 2018 i rapporti di lavoro cessati per dimissioni in Basilicata erano 9.844, nel 2019 i dati riportano nume- ri pari a 10.943; nel 2020 si è verificato un calo pari a 8.963; per poi notevolmente aumentare nel 2021 con un valore pari a 11.552. Tirandone le somme, dunque, la variazione percentuale dal 2018 al 2022 risulta pari al + 25% di contratti cessati per dimissioni.
LE CATEGORIE COINVOLTE
Secondo i dati, nel 2022 si sono dimessi 8.444 uomini e 3.787 donne; la classe di età maggiormente interessate è stata quella compresa fra i 30 e 50 anni (5.899 dimissioni), seguita dalla classe di età fino ai 29 anni (3.652 dimissioni) e quella dai 51 ed oltre, (2.680 dimissioni). Altro dato rilevante è che si palesa un aspetto specifico “di genere” delle dimissioni: cresce il numero di quelle convalidate dall’Inl (Ispettorato nazionale del lavoro) perché presentate dalle madri-lavoratrici nei primi tre anni di vita del figlio nel 2022. Complessivamente sono state oltre 61mila, con un aumento del 17,1% rispetto al 2021; circa 200 in Basilicata. Il fenomeno riguarda soprattutto le donne (72,8% dei provvedimenti) ed è legato strettamente alle difficoltà di conciliazione tra vita e la- voro. Il 63% delle neo mamme infatti mette tra le motivazioni la fatica nel tenere insieme l’impiego e il lavoro di cura. È l’ulteriore testimonianza che risulta ancora difficile, per le donne, conciliare figli e lavoro. La maggior parte dei destinatari delle convalide (il 79,4% del totale), si colloca nella fascia di età tra i 29 e i 44 anni. Come per gli anni precedenti, il maggior numero di provvedimenti si riferisce a lavoratori e lavoratrici con un solo figlio (o in attesa del primo figlio), il 58% del totale. Più modesta si conferma invece la percentuale di genitori con 2 figli (oltre il 32,5% del totale) e resta contenuta (il 7,5%) quella dei lavoratori e delle lavoratrici con più di 2 figli. Ciò conferma, che la fascia critica per restare nel mercato del lavoro sia proprio quella immediatamente successiva all’arrivo del primo figlio. Causa principale: la carenza di servizi ed in primo luogo per l’infanzia.
I SETTORI COINVOLTI
Nel rilevare che in Basilicata bisogna tener conto del fatto che «un numero cospicuo di rapporti di lavoro cessati per dimissioni è da ricondurre al settore auto- motive per le circa 1.100 uscite volontarie (tra il 2021 e il 2022) da Stellantis», la Uil ha spiegato che i settori maggiormente interessati dalle dimissioni sono – nell’ordine – quello del commercio, della riparazione auto e moto, del trasporto e magazzinaggio, dei servizi di alloggio e ristorazione (4.833); delle costruzioni (2.383); dell’attività estrattiva e manifatturiera, della fornitura di elettricità, gas, vapore e aria condizionata, della fornitura di acqua e reti fognarie, del trattamento dei rifiuti (2.129); infine, dell’amministrazione pubblica e difesa, dell’assicurazione sociale obbligatoria, istruzione, sanità e assistenza sociale (658).
I PRIMI DATI DEL 2023
Nei primi 6 mesi del 2023 (gennaio-giugno) le cessa- zioni di rapporti di lavoro in Basilicata sono state 23.522, per dimissioni 5.721. Di queste 1.678 hanno riguardato lavoratrici. Le attivazioni di nuovi contratti sono state 30.956, solo 4.343 a tempo indeterminato. «L’aumento delle dimissioni – commenta la componente della segreteria Uil Basilicata Sofia Di Pierro – rispetto al periodo pre-pandemico, è un segno di come le priorità si siano modificate anche nella testa dei lavoratori lucani: se da qualche parte c’è uno smart- working più flessibile, se la retribuzione è troppo bassa o gli orari disagevoli, un lavoro, anche se sicuro, lo si può lasciare. Crediamo, dunque, che ci sia una legittima, quanto condivisibile, mobilità interna volta alla ricerca di posti di lavoro qualitativamente migliori, il che significa anche meglio retribuiti», conclude Di Pierro della Uil Basilicata.