“VIOLENZA DONNE” IN ROMA DANNEGGIATA PANCHINA ROSSA ALLA UNIVERSITÀ LA SAPIENZA
Rettrice Antonella Polimeni :
“Starà alla nostra comunità stabilire se l’esempio corretto è quello di chi posa simboli o di chi li distrugge. Di chi mette in atto azioni o di chi le contesta, di chi apre i centri antiviolenza, con professionisti formati, rivolti alla propria comunità e al territorio nel quartiere di San Lorenzo, oppure di chi occupa spazi, sottraendoli a tutta la comunità studentesca”
#perfortunanonmioccupodipolitica ma una cosa è certa, adesso è sempre necessario precisare che, ogni ATTO VANDALICO, deve necessariamente essere denunciato, gli ATTIVISTI vanno tutti individuati ed anche PUNITI, ma con PENE ESEMPLARI‼️
SEMPRE SENZA IPOCRISIA oltre PAZZANO io CONDANNO TOTALMENTE questo ATTO VANDALICO‼️ e VOI quando lo fate❓
👉🏾 #ègiustoinformare sarà anche vero che le PANCHINE ROSSE non bastano ma è sempre ASSURDO danneggiarle #violenzadonne
👉🏾 danneggiata panchina rossa 🔴 alla Università di Roma La Sapienza
Proteste degli antagonisti all’ateneo.
👉🏾 Individuati i responsabili
Danneggiata la panchina rossa contro la violenza sulle donne inaugurata all’università la Sapienza di Roma.
Secondo quanto si apprende, un gruppo di circa 50 persone appartenenti all’area antagonista ha protestato contro l’evento
“Amami e basta”
organizzato all’Ateneo e alcuni hanno danneggiato la panchina rossa allestita in piazzale della Minerva
👉🏾 Sul posto la polizia.
Gli agenti della Digos avrebbero già riconosciuto i responsabili che saranno denunciati.
A quanto si vede pubblicato su Instagram da Zaum Sapienza (Zone Autonome Università e Metropoli) la panchina rossa è stata smontata e gettata via in un cestino della spazzatura.
A inaugurarla, attorno alle ore 10 di stamattina, erano stati il sindaco Roberto Gualtieri con la rettrice Antonella Polimeni e la AS Roma
Già stamane, durante l’inaugurazione, c’era stata una breve contestazione, che stigmatizzava l’aspetto considerato solo simbolico dell’iniziativa.
Su Instagram sono state pubblicate delle storie in cui si vede calpestare la panchina già fatta a pezzi con la scritta
“Questo è quello che ne pensiamo delle vostre panchine rosse”
Una storia successiva mostra le assi dentro un cestino della spazzatura con la didascalia
“panchine rosse? Nell’indifferenziata”
#11dicembre2023
Protesta alla Sapienza, distrutta e fatta sparire la panchina rossa appena inaugurata
“Non ci bastano, vogliamo ascolto”
Contestazioni all’ateneo nel corso dell’iniziativa
“Amami e basta”
contro la violenza sulle donne.
Un gruppo di manifestanti ha attaccato Polimeni e Gualtieri facendo sparire il sedile
“Le vostre panchine rosse non le vogliamo, le gettiamo nell’indifferenziato, pretendiamo ascolto e transfemminismo, non panchine rosse”
“Non vogliamo panchine rosse, noi ci vogliamo vive”
Così sul profilo Instagram Zaum Sapienza, viene rivendicata la distruzione della panchina rossa contro la violenza sulle donne che era stata installata solo un paio d’ore prima sul vialone principale dell’Università La Sapienza di Roma.
A scoprire la panchina erano stati il sindaco Roberto Gualtieri con la rettrice Antonella Polimeni e la As Roma
Le immagini sono al vaglio delle forze dell’ordine che stanno indagando sull’accaduto
Nell’Aula Magna dell’ateneo, presumibilmente mentre la panchina veniva distrutta, si stava tenendo il convegno
“Amami e basta – Sapienza e As Roma contro la violenza sulle donne”
organizzata con Roma Capitale Durante l’inaugurazione c’era stata una breve contestazione:
“A noi delle panchine non frega nulla, vogliamo Centri antiviolenza e consultori”
avevano gridato alcune attiviste.
Dopo l’inaugurazione, sempre a quanto pubblicato sul social, si è tenuto un sit in sul luogo della panchina.
È stato inoltre esposto uno striscione con scritto :
“La casa delle donne non si tocca, solidarietà a Lucha Y Siesta”
e cartelli
“Le streghe non sono andate via”
La protesta è stata pubblicata su Instagram da Zaum Sapienza (Zone Autonome Università e Metropoli), la panchina rossa è stata smontata e gettata via in un cestino della spazzatura.
Alla cerimonia avevano preso parte anche: Caterina Cesari, che nella manifestazione del 25 novembre al Circo Massimo ha portato un cartello con sopra l’immagine dell’attrice Paola Cortellesi nel suo ultimo film ‘C’è ancora domanì’, è stata ringraziata e abbracciata dalla stessa attrice e regista; e Anita Sperone, la 25enne che ha permesso l’arresto di un uomo colpevole di minacce nei confronti della compagna, denunciandolo dopo aver ascoltato e registrato una violenta telefonata su un bus, e che stamattina è stata anche invitata in Campidoglio da Gualtieri per tributarle la gratitudine della città.
Polimeni aveva però sottolineato che:
“la panchina rossa è simbolo tra tante azioni concrete siamo qui oggi perché siamo fedeli a un impegno preso lo scorso 25 novembre nel mettere in campo nuove azioni concrete per il contrasto a quella che è una vera e propria emergenza, la violenza sulle donne e i femminicidi come un counseling psicologico e un progetto sulle safe zone dove chiedere supporto e orientamento. L’anno prossimo, il 2024, sarà bisestile e stiamo organizzando iniziative per ognuno dei 366 giorni: vogliamo un futuro inclusivo e solidale, noi ci siamo”
ha concluso la rettrice.
Una posizione che ha scatenato il caos poco dopo la cerimonia culminata con la sparizione di uno dei simboli della lotta contro la violenza
Gualtieri inaugura panchina contro la violenza sulle donne, gli attivisti la smontano:
“Solo propaganda”
Prima dell’atto vandalico c’era stata una breve contestazione che stigmatizzava l’iniziativa considerata solo simbolica durata meno di un’ora.
Adesso le assi di legno che avrebbero dovuto simboleggiare un richiamo contro la violenza sulle donne, con l’ennesima panchina rossa inaugurata, sono dentro un cestino della spazzatura dell’università La Sapienza
A buttarle, dopo averle smontate e sradicate, sono state le attiviste e gli attivisti che, megafono alla mano, poco prima avevano urlato il loro dissenso contro il sindaco Roberto Gualtieri, la presidente dell’assemblea capitolina Svetlana Celli e la rettrice dell’università Antonella Polimeni.
A testimoniare quanto accaduto sono le storie di Zaum Sapienza (Zone Autonome Università e Metropoli), ricondivise su Instragram anche dal gruppo di Non Una Di Meno
Nelle immagini si vede uno striscione di solidarietà a Lucha Y Siesta e la frase:
“Non vogliamo le panchine, ci vogliamo vive”
✅ La protesta
Tutto è iniziato nella mattinata di oggi, in piazza della Minerva.
Nell’iniziativa che vedeva presenti il sindaco, la presidente Celli e la rettrice Polimeni, c’era anche la As Roma con la Ceo Lina Souloukou e Leonardo Spinazzola, con la società giallorossa che aveva donato proprio la panchina.
Un evento contro la violenza sulle donne dal nome “Amami e basta”organizzato proprio dall’ateneo che, però, nelle modalità non è piaciuto ai manifestanti.
Un gruppo di circa 20 persone ha infatti protestato nel piazzale.
Poi, dopo il taglio del nastro, ecco che la panchina rossa è stata smontata e gettata via in un cestino della spazzatura.
Su Instagram sono state pubblicate delle storie in cui si vede calpestare la panchina già fatta a pezzi con la scritta :
“Questo è quello che ne pensiamo delle vostre panchine rosse”
Una storia successiva mostra le assi dentro un cestino della spazzatura: “Panchine rosse? Nell’indifferenziata”
✅ La condanna
Non è tardata anche la risposta e la condanna della presidente Celli:
“Condanno fermamente il gesto di protesta che ha portato alla rimozione e alla sparizione della panchina rossa che questa mattina abbiamo inaugurato. Noi abbiamo voluto non solo lanciare un messaggio importante, ma anche ricordare che ognuno è impegnato con azioni concrete nella lotta alla violenza sulle donne. Dalle istituzioni, al mondo accademico e allo sport, facendo rete verso la stessa direzione. Dispiace per l’accaduto, perché il nostro intento è soprattutto quello di realizzare un vero cambiamento culturale a partire dai giovani, parte attiva di questo percorso. Andremo avanti nel rispetto di chi crede in questa battaglia, alle tante vittime e donne che ancora non sono libere”
Sul posto la polizia
Gli agenti della Digos avrebbero già riconosciuto i responsabili che saranno denunciati.
✅ La Sapienza contro i contestatori
Sul caso è intervenuta anche l’università che attacca il “manipolo di pochi facinorosi, tra studenti e persone estranee all’università”: “Riteniamo che l’obiettivo di un grande Ateneo come il nostro – dichiara la rettrice Antonella Polimeni – sia quello di mettere in atto azioni concrete e simboliche, di costruire una comunità educante, di cercare alleanze e di costruire esempi. Starà alla nostra comunità stabilire se l’esempio corretto è quello di chi posa simboli o di chi li distrugge. Di chi mette in atto azioni o di chi le contesta, di chi apre i centri antiviolenza, con professionisti formati, rivolti alla propria comunità e al territorio nel quartiere di San Lorenzo, oppure di chi occupa spazi, sottraendoli a tutta la comunità studentesca”.
“Ci sarà tempo – prosegue la Rettrice – per capire quali possano essere le ragioni per cui il simbolo universale della lotta contro la violenza nei confronti delle donne, viene violentemente abbattuto. Oggi è invece per noi il tempo di indignarci per l’accaduto, ripristinare la panchina e rinsaldare l’alleanza con tutti coloro che vogliono contribuire a creare una cultura diffusa, trasversale tra le generazioni, basata sul rispetto della persona, dell’individuo in quanto tale. In una giornata come oggi – ha poi concluso – in cui le nostre studentesse hanno affermato che non intendono più subire, tollerare o assistere ad alcuna forma di violenza voltandosi dall’altra parte, serve sorellanza e solidarietà tra le donne, e tra donne e uomini”.
La Sapienza ribadisce il proprio “impegno a contrastare ogni forma di violenza di genere attraverso attività concrete, nell’ambito di un confronto che riconosce differenze di opinione e di pensiero, ma non cede alla logica o ai soprusi di chi ricerca scontri ideologici e occasioni di strumentalizzazione”
Caos alla Sapienza, subito distrutta la panchina rossa donata dalla Roma
Contestazione all’ateneo: danneggiata dopo poche ore l’installazione contro la violenza sulle donne inagurata dal sindaco Gualtieri
Vita breve per la panchina rossa contro la violenza sulle donne inaugurata all’università la Sapienza di Roma, già distrutta dopo essete stata ‘svelata’ nella mattina di oggi (11 dicembre) dal sindaco Roberto Gualtieri, dalla rettrice Antonella Polimeni e a Lina Souloukou, ceo dell’As Roma che l’aveva donata all’ateneo.
Secondo quanto si apprende, un gruppo di circa 50 persone ha protestato contro l’evento ‘Amami e basta’, organizzato alla Sapienza e alcuni hanno danneggiato la panchina allestita in piazzale della Minerva.
Sul posto è intervenuta la polizia e gli agenti della Digos avrebbero già riconosciuto i responsabili che saranno denunciati.
✅ La panchina rossa fatta a pezzi
A quanto si vede in un video pubblicato su Instagram da Zaum Sapienza (Zone Autonome Università e Metropoli), la panchina rossa è stata smontata e gettata via in un cestino della spazzatura. Già stamane, durante l’inaugurazione, c’era stata una breve contestazione, che stigmatizzava l’aspetto considerato solo simbolico dell’iniziativa. Su Instagram sono state pubblicate delle storie in cui si vede calpestare la panchina già fatta a pezzi con la scritta “Questo è quello che ne pensiamo delle vostre panchine rosse”. Una storia successiva mostra le assi dentro un cestino della spazzatura con la didascalia ‘panchine rosse? Nell’indifferenziata’.
✅ La rivendicazione degli attivisti
“Pretendiamo ascolto e transfemminismo, non panchine rosse”. “Non vogliamo panchine rosse, noi ci vogliamo vive”. Così sul profilo Instagram Zaum Sapienza, viene rivendicata la distruzione della panchina rossa contro la violenza sulle donne che era stata installata solo un paio d’ore prima sul vialone principale dell’Università La Sapienza di Roma. Nell’Aula Magna dell’ateneo, presumibilmente mentre la panchina veniva distrutta, si stava tenendo il convegno ‘Amami e basta – Sapienza e As Roma contro la violenza sulle donne’ organizzata con Roma Capitale. Durante l’inaugurazione c’era stata una breve contestazione: “A noi delle panchine non frega nulla, vogliamo Centri antiviolenza e consultori” avevano gridato alcune attiviste. Dopo l’inaugurazione, sempre a quanto pubblicato sul social, si è tenuto un sit in sul luogo della panchina. È stato inoltre esposto uno striscione con scritto ‘La casa delle donne non si tocca, solidarietà a Lucha Y Siesta’ e cartelli ‘Le streghe non sono andate via’.
✅ La condanna dell’Assemblea capitolina
“Condanno fermamente il gesto di protesta che ha portato alla rimozione e alla sparizione della panchina rossa che questa mattina abbiamo inaugurato all’interno dell’Università La Sapienza, insieme alla rettrice Antonella Polimeni, al sindaco Roberto Gualtieri e al ceo dell’As Roma Lina Souloukou”. Così in una nota Svetlana Celli, presidente dell’Assemblea capitolina. “Con la panchina rossa abbiamo voluto non solo lanciare un messaggio importante – aggiunge – ma anche ricordare che ognuno è impegnato con azioni concrete nella lotta alla violenza sulle donne. Dalle istituzioni, al mondo accademico e allo sport, facendo rete verso la stessa direzione. Dispiace per l’accaduto, perché il nostro intento è soprattutto quello di realizzare un vero cambiamento culturale a partire dai giovani, parte attiva di questo percorso. Andremo avanti – conclude Celli – nel rispetto di chi crede in questa battaglia, alle tante vittime e donne che ancora non sono libere”.
✅ Danneggiata la panchina rossa appena inaugurata alla Sapienza
Danneggiata la panchina rossa contro la violenza sulle donne inaugurata stamattina all’università Sapienza di Roma.
Un gruppo di persone ha protestato contro l’evento “Amami e basta”, organizzato all’Ateneo distruggendo la panchina allestita in piazzale della Minerva, smontandola e gettandola via in un cestino della spazzatura. Sul posto la polizia che avrebbe già riconosciuto i responsabili. Ad inaugurarla stamattina erano stati il sindaco Gualtieri con la rettrice Antonella Polimeni e la As Roma.
Distrutta subito la panchina rossa regalata dalla Roma alla Sapienza:
“Ci vogliamo vive, le panchine non ci interessano”
La panchina rossa regalata dalla AS Roma all’Università La Sapienza è stata distrutta dopo neanche due ore in polemica con la retorica delle panchine:
“A noi delle panchine non frega nulla, vogliamo centri antiviolenza e consultori”, avevano gridato le attiviste durante la cerimonia
È durata poco più di due ore la panchina rossa inaugurata stamattina al centro del viale principale della Città universitaria di Roma dalla rettrice de La Sapienza, Antonella Polimeni e dal sindaco Roberto Gualtieri.
Sulla panchina, donata dalla AS Roma come simbolo della lotta alla violenza sulle donne, era stata tracciata la scritta ‘Amami e basta’ in bianco e poi c’era il numero antiviolenza 1522
La panchina non c’è più: è stata smontata e gettata in uno dei cestini dell’indifferenziata nel cortile della Città universitaria
A rivendicare il gesto, su Instagram, è collettivo Zaum Sapienza: “Questo è quello che ne pensiamo delle vostre panchine rosse, nell’indifferenziata!”, scrivono i ragazzi, taggando gli account della rettrice, del sindaco e della società giallorossa.
✅ LA CONTESTAZIONE DURANTE LA CERIMONIA: “NON CI FREGA NULLA DELLE PANCHINE”
Che non tirasse una bella aria era stato evidente da subito
Nel corso dell’evento di presentazione della panchina, infatti, c’era stata una contestazione di alcune studentesse al sindaco e alla rettrice:
“A noi delle panchine non frega nulla, vogliamo centri antiviolenza e consultori“
avevano gridato le attiviste.
Poi, al termine dell’evento, diversi ragazzi si sono riuniti in assemblea intorno alla panchina.
E la panchina che dopo alcuni minuti era scomparsa.
Distrutta, appunto.
Sulle transenne di un cantiere a pochi metri di distanza sono state tracciate queste scritte:
‘Con le vostre panchine rosse ci possiamo solo scaldare‘, e ‘Il patriarcato ha tante facce, spacchiamole tutte‘, le scritte. E ancora: ‘No panchine‘, ‘Ci vogliamo vive’, ‘La panchina è violenta, se ho subito violenza vedere la panchina mi disturba’
✅ LA PANCHINA DELLA ROMA “AMAMI E BASTA”
Alla cerimonia di donazione della panchina all’Ateneo ha partecipato il sindaco Roberto Gualtieri
Il primo cittadino ha svelato la panchina insieme alla rettrice de La Sapienza, Antonella Polimeni, e al ceo della società giallorossa, Lina Souloukou, momento in cui ha preso vita una piccola contestazione da parte di alcune ragazze:
“A noi delle panchine non frega nulla, vogliamo centri antiviolenza e consultori“
L’iniziativa è proseguita nell’Aula Magna del Rettorato con l’evento ‘Amami e Basta. Sapienza e AS Roma contro la violenza sulle donne’, con la partecipazione dei calciatori Leonardo Spinazzola e Benedetta Glionna, che hanno donato le loro maglie alla rettrice.
Insieme a loro anche la presidente dell’Assemblea capitolina, Svetlana Celli.
Ad aprire gli interventi della parte istituzionale della mattinata è stata Polimeni, portando le testimonianze di due ragazze dell’Ateneo: Caterina Cesari, che nella manifestazione del 25 novembre al Circo Massimo ha portato un cartello con sopra l’immagine dell’attrice Paola Cortellesi nel suo ultimo film ‘C’è ancora domani’ sulla condizione delle donne nella Roma della seconda metà degli Anni Quaranta, ed è stata ringraziata e abbracciata dalla stessa attrice; e Anita Sperone, la 25enne che ha permesso l’arresto di un uomo colpevole di minacce nei confronti della compagna, denunciandolo dopo aver ascoltato e registrato una violenta telefonata su un bus, e che stamattina è stata anche invitata in Campidoglio da Gualtieri per tributarle la gratitudine della città.
✅ POLIMENI: “PANCHINA ROSSA SIMBOLO TRA TANTE AZIONI CONCRETE”
“Siamo qui oggi perché siamo fedeli a un impegno preso lo scorso 25 novembre nel mettere in campo nuove azioni concrete per il contrasto a quella che è una vera e propria emergenza, la violenza sulle donne e i femminicidi”
ha detto la rettrice.
“Ringrazio la Roma e il Comune per aver scelto di sostenere La Sapienza in un momento di inversione di paradigmi, noi da tempo abbiamo scelto di lavorare contro la violenza di genere in ogni sua forma: già nel 2020 abbiamo organizzato un corso di formazione interfacoltà sulle tematiche di genere, un anno e mezzo fa abbiamo aperto un centro antiviolenza di Sapienza a San Lorenzo, abbiamo istituito la consigliera di fiducia per segnalare i casi di molestie, abbiamo attivato un corso di laurea in Gender studies”
Inoltre, ha proseguito Polimeni,
“mettiamo a disposizione della comunità un counseling psicologico e un progetto sulle safe zone dove chiedere supporto e orientamento. Oggi quindi installiamo una panchina rossa che è un simbolo, ma lo facciamo in una cornice di tante azioni concrete lavorando tutti insieme senza cedere a strumentalizzazioni, come un corpo unico che valorizza differenze di opinioni e pensiero senza cedere allo scontro ideologico o alle polarizzazioni. L’anno prossimo, il 2024, sarà bisestile e stiamo organizzando iniziative per ognuno dei 366 giorni: vogliamo un futuro inclusivo e solidale, noi ci siamo”
✅ GUALTIERI: “VIOLENZA DERIVA DA UOMINI, NON SCARICARE RESPONSABILITÀ SU DONNE”
Per Gualtieri :
“è fondamentale che realtà come quelle dell’Università e della Roma, pilastri importanti della società, si impegnino in prima linea in questa emergenza nazionale drammatica, che deve essere una priorità per tutti. Parliamo di numeri impressionanti, con un femminicidio ogni tre giorni e il numero antiviolenza ‘1522’ che riceve 900 telefonate al giorno, ed è solo la punta dell’iceberg. Ogni giorno in tutta Italia e nella nostra città ci sono decine e decine di casi, una situazione intollerabile che richiede l’impegno di tutti, a partire dalle istituzioni”
Innanzitutto, ha sottolineato il primo cittadino,
“noi lavoriamo per potenziare i centri antiviolenza, le case rifugio e le case di semiautonomia, cercando di fare in modo che in ogni Municipio ce ne sia più di una – oggi ce n’è già almeno una in ciascuno – e di vario tipo, perché sono luoghi sicuri e protetti in cui le donne vengono aiutate e accompagnate in un percorso di vita autonoma. Ma si tratta di un’emergenza cosi grande che le istituzioni da sole non bastano, ecco perché sono così importanti le manifestazioni, quel minuto di rumore per Giulia e tutte le forme di impegno della società: si dice che le panchine rosse sono solo simbolo, ma non si tratta solo di un numero che tutti devono conoscere quanto del dare l’idea che riconosciamo che questa non è una situazione normale e che nessuno può essere indifferente. È una dimensione che interroga molto la cultura di noi uomini, è giusto che le donne vengano messe nelle condizioni di denunciare ma non possiamo scaricare questa responsabilità solo su di loro, perché il problema deriva da noi uomini”
La violenza sulle donne, ha chiosato Gualtieri,
“non è solo quella fisica, brutale, estrema che porta all’uccisione, ma si sviluppa sopra l’idea della superiorità, del dominio e della prevaricazione maschile che può prendere tante forme, a partire da battute e ironie. Bisogna iniziare dalla consapevolezza e dalla presa di coscienza dell’esistenza di fenomeni di violenza e prevaricazione quotidiana che poi tende a possibili femminicidi. E in questo l’università è cruciale, e anche lo sport può fare tantissimo. Grazie a Sapienza, e grazie alla Roma per mostrare concretamente tutto ciò con un calcio femminile spettacolare, e spesso giocano meglio degli uomini”
✅ CELLI: “GRAZIE A SAPIENZA PER AVER FATTO RETE”
“Grazie a La Sapienza e alla Roma per aver fatto rete: per salvare una donna serve una città intera, la forza e dedizione di ognuno di noi, serve ogni singolo cittadino. Lo facciamo oggi di fronte ai giovani che sono la nostra speranza, oggi lanciamo un messaggio importante”, le parole di Celli. “In questi mesi sto facendo un tour della Costituzione nei Municipi per ricordare i valori fondanti, perché la Costituzione non è un pezzo di carta ma una direttrice. In Assemblea capitolina abbiamo introdotto le sedute sia di mattina che di pomeriggio abbiamo realizzato uno spazio per allattare con un fasciatoio. Tutti insieme possiamo fare la differenza”.
Oggi, ha concluso la presidente, “lo facciamo con un messaggio sportivo: quando si fa sport siamo tutti uguali, si fa squadra, come facciamo noi oggi. La panchina non è solo un simbolo, è un punto importante per dire ‘no’ con messaggi simbolici e azioni concrete: oggi La Sapienza ha detto no alla violenza sulle donne”.
Violenza donne: distrutta la panchina rossa alla Sapienza
Proteste degli antagonisti all’ateneo romano. Individuati dalla Digos i responsabili
Appena un’ora dopo l’inaugurazione, l’atto vandalico. La panchina rossa, uno dei simboli contro la violenza sulle donne era stata installata stamattina in una cerimonia nell’ambito dell’iniziativa “Amami e basta” voluta dal Comune di Roma e dalla società sportiva As Roma. Sulla panchina il numero nazionale antiviolenza 1522. A seguire un incontro in Aula Magna, con le studentesse sul palco e ospiti, tra i quali il sindaco Gualtieri.La contestazioneDurante l’inaugurazione, ripresa da Voce giallorossa.it, un gruppo di ragazze ha contestato l’iniziativa gridando: “A noi delle panchine non frega nulla, vogliamo Centri antiviolenza e consultori”. Una cinquantina di ragazzi appartenenti al gruppo antagonista Zaum Sapienza, ha contestato la manifestazione distruggendo la panchina e gettandola in un cestino della spazzatura . Su Instagram sono state pubblicate delle storie in cui si vede calpestare la panchina già fatta a pezzi con la scritta “Questo è quello che ne pensiamo delle vostre panchine rosse”. Una storia successiva mostra le assi dentro un cestino della spazzatura con la didascalia ‘panchine rosse? Nell’indifferenziata’. I responsabili dell’atto vandalico sono stati identificati dalla Digos
Panchina rossa contro la violenza sulle donne inaugurata a La Sapienza, subito distrutta per le proteste
Roma, gli agenti della Digos avrebbero già riconosciuto i responsabili che saranno denunciati
Danneggiata la panchina rossa contro la violenza sulle donne inaugurata all’università la Sapienza di Roma.
Secondo quanto si apprende, un gruppo di circa 50 persone appartenenti all’area ha protestato contro l’evento “Amami e basta”, organizzato all’Ateneo e alcuni hanno danneggiato la panchina allestita in piazzale della Minerva. La panchina è stata letteralmente distrutta.
✅ Gli agenti della Digos avrebbero già riconosciuto i responsabili che saranno denunciati.
A quanto si vede pubblicato su Instagram da Zaum Sapienza (Zone Autonome Università e Metropoli), la panchina rossa è stata smontata e gettata via in un cestino della spazzatura.
A inaugurarla, attorno alle ore 10 di stamattina, erano stati il sindaco Roberto Gualtieri con la rettrice Antonella Polimeni e la As Roma
Già stamane, durante l’inaugurazione, c’era stata una breve contestazione, che stigmatizzava l’aspetto considerato solo simbolico dell’iniziativa.
Su Instagram sono state pubblicate delle storie in cui si vede calpestare la panchina già fatta a pezzi con la scritta
«Questo è quello che ne pensiamo delle vostre panchine rosse»
Una storia successiva mostra le assi dentro un cestino della spazzatura con la didascalia
“panchine rosse? Nell’indifferenziata”
#sapevatelo2023