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LAGONEGRO, FUOCO SULLA FONTANA

Il paradosso: la colpa è di Cronache. Piro (FI) ai due: «Non esulto come loro, attendo che la magistratura faccia il suo corso». Appalti, tra prese di distanza e difese d’ufficio nè Falabella nè Mastroianni chiariscono

Ovviamente è colpa della stampa. Ovviamente sul banco degli imputati morali deve andarci chi racconta il fatto e non il fatto in sé. Ovviamente questo succede nelle repubbliche popolari centro africane e, pur- troppo, a Lagonegro. Come se la colpa fosse di chi racconta i fatti e non di chi quei fatti li compie il primo a partire lancia in resta contro la nostra testata è il Sindaco di Lagonegro Falabella il quale parla di «attacchi sistematici» che Cronache «sempre casualmente in accordo con i miei avversari politici porta quotidianamente» da cui scaturisce la «scarsa fiducia nei confronti della stessa». E se dal Sindaco parte uno squillo di tromba, immediato risponde lo sbadiglio dell’assessore Mastroianni che parla di «audio artatamente scelti dagli informatori dei giornalisti». Secondo la coppia Falabella – Mastroianni, il ro- go deve essere pronto per la testata che ha raccontato i fatti.

LA VECCHIA IMBELLETTATA

Se parlassimo di persone di altra levatura politica potremmo anche far riferimento alla minacciata libertà di stampa. Per fortuna né Falabella né Mastroianni hanno lo scettro del potere per incidere sulla nostra libertà, le loro minacce, il loro velato riferimento agli informatori politici costruisce in noi la vecchia imbellettata di pirandelliana memoria. “Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di quale orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d’abiti giovanili. Mi metto a ridere. Avverto che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arre- starmi a questa impressione comica. Il comico è appunto un avvertimento del contrario. Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quel- la vecchia signora non prova forse nessun piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente s’inganna che, parata così, nascondendo così le rughe e la canizie, riesca a trattenere a sé l’amore del ma- rito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l’umoristico”. Come Pirandello, noi passiamo dal riso comico all’umoristico nel leggere il violento ruggito del coniglio del Sindaco e del suo assessore e iniziamo a chiederci perché delle personalità politiche decida- no di passare all’attacco nei confronti della nostra testata. Proviamo a chiederci di cosa pietosamente si ingannano quando, sempre nei loro rispettivi post social chiedono scusa, difen- dono l’onorabilità delle lo- ro rispettive persone e cercano le giustificazioni necessarie per difendersi da ogni addebito scaricando la colpa su chi quei fatti li ha raccontati.

LE DOMANDE CUI VORREMMO DELLE RISPOSTE

Invece di inveire in modo ridicolo e autorionico contro di noi, l’amministrazione comunale di Lago- negro provi a dare delle spiegazioni alle questioni. Ci dica Mastroianni a cosa si riferisse quando diceva «ho parlato con la segretaria, ci sono diecimila lavori». Ci dica, altresì, chi è “il ragazzo” cui fa riferimento e cosa intendesse dire quando diceva «il ragazzo non è fesso e non si scorda». Cosa questo ragazzo non si deve dimenticare per dimostrare di non essere fesso. Ci piacerebbe sapere a cosa facesse riferimento l’imprenditore quando dice «ho dato l’anima, ho fatto certe comparse».

MI SONO PRESO LE COLPE PER SALVARE L’AMMINISTRAZIONE

Il passaggio che a noi appare più inquietante è quello in cui l’imprenditore dice «ho fatto gli smaltimenti e ho fatto una fontana, per salvare l’amministrazione mi sono preso le mie colpe, sennò a quell’altro lo avevano già condannato (….) potevo dire che mi ha autorizzato il sindaco». Un passaggio inquietante del quale vorremmo l’interpretazione autentica dal Sindaco Falabella e dall’assessore Mastroianni. A noi sembra una rivendicazione di privilegio dovuta a favori fatti all’amministrazione, favori che riguardano una assunzione di responsabilità al posto del Sindaco. Quel “sennò lo avevano già condannato”, da l’idea di un alibi, di una giustificazione. Non se ne venga il Mastroianni con la scusa della volontà di salvarsi dalle minacce ricevute. Un amministratore dovrebbe avere le spalle dritte per reggere anche alle minacce di un mafioso e, comunque, non stava interloquendo con un delinquente ma con un normale imprenditore. Un imprenditore che rivendica meriti dal passato, che ricorda i favori fatti per evitare che lo avesse- ro già condannato. Se non lo abbiamo noi, ci dia l’audio con cui dice aperta- mente «come ti permetti di dire cose simili», ci fornisca il passaggio in cui prende le distanze da questi riferimenti.

DOPO RUBATO LE CANCELLATE DI FERRO

La giustificazione a mezzo social, la volontà di difendere l’onorabilità reciprocamente offesa, la presa di distanza e la messa a disposizione del mandato sembrano un tragicomico walzer di basso profilo, una sorta di ballo mascherato delle celebrità che non manifesta niente e prova a nascondere tutto. Mettere le cancellate dopo aver subito il furto è tardivo come lavare le mani dopo essere stati scoperti con la marmellata sulle dita. Malgrado le offese e le velate minacce a noi rivolte, noi restiamo a disposizione del sindaco Falabella e dell’assessore Mastroianni per avere la loro versione dei fatti. Ci forniscano l’audio e i post nei quali prendono le distanze e smentiscono quello che l’imprenditore dice e noi avremmo piacere di pubblicarli. L’unica condizione che poniamo è che esistano nelle date in cui è avvenuta la conversazione e non siano costruiti successivamente.

AMICUS PLATO, SED MAGIS AMICA VERITAS

La premiata coppia Falabella – Mastroianni ci accusa di avere una linea editoriale in sintonia con “informatori” e “avversari politici”, a questa accusa rispondiamo con un sorriso. Avere una linea editoriale è una prerogativa di ogni testata e noi difendiamo il nostro diritto ad avere la linea editoriale che preferiamo, quando vivremo in una società nella quale la politica ed il potere dettano la linea editoriale ai giornali vorrà dire che la democrazia sarà morta. Ci auguriamo non avvenga mai. Certamente siamo al servizio della verità. Vengano il Sindaco e l’Assessore a fornirci la loro versione dei fatti, la appoggino su elementi fattuali seri e noi saremo ben felici di ospitarli. In mancanza evitino di provare a censurarci. La libertà di stampa e di espressione hanno avuto nemici ben più forti di un sindaco e di un assessore di paese e ne sono sempre uscite vincitrici. Si rassegnino i signori del potere, noi non li temiamo.

Di Massimo Dellapenna

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