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LA BASILICATA È UNA BUONA SCELTA

L’intervento di Lucia Serino

Qui non c’è una Caivano da bonificare, un ecomostro a Melissa da abbattere, uno Stretto su cui costruire un ponte, e non c’è neppure la mafia da combattere, Libera permettendo. Io credo che il primo ad esserne consapevole è il Procuratore Curcio, per l’esperienza che ha. L’assenza delle mafie non significa assenza di criminalità, ma certamente il tg regionale non è costretto a sforare sul palinsesto, come ogni giorno capita in Campania ad Oreste Lopomo per completare l’informazione sull’ultimo agguato urbano. Semplicemente perché ce ne sono solo due di macrocittà, quella dei timbri e quella dei Sassi e dove non ci sono grosse intermediazioni mercantili non c’è spazio neppure per la delega mafiosa. Sull’ambiente ci siamo accapigliati per un paio di lustri, era furore eccessivo prima così come oggi è bene esse- re franchi sui tempi che richiede la transizione. In Basilicata ci sono disagi strutturali, la desertificazione umana innanzitutto, contro la quale – è la mia opinione – non ci sono misure per invertire il trend, misure di quelle che normalmente si concepiscono e che passano per infrastrutture, occupazione, welfare. Tutto è utile ma è quasi sempre è la storia dei luoghi ad essere prepotente, a condizionare la geografia. Le torri normanne sulle coste furono costruite per difendersi dagli assalti che venivano da mare, oggi non avremmo quei ristorantini sulla spiaggia che tanto ci piacciono e che per nostra fortuna nessuno si sogna di considerare abusi edilizi. Col Covid abbiamo scoperto il southworking, che però è già finito, non abbiamo ripopolato i borghi. Ci vuole un fatto epocale, che nessuno può programmare al momento, per far rivivere paesi nei quali è scomodo vivere. Altrimenti si cambia geografia, che non significa cambiare identità. Senza paure, ma anche senza ipocrisie. Bisogna attrezzarsi per chi resta, perché si viva bene, e forse attrezzandosi bene per chi resta può anche succedere che qualcun altro scopra quanto sia non trascurabile vivere in Basilicata. Tutto questo ragionamento per arrivare proprio a questa conclusione. Al netto del dibattito pubblico scadente, frazionato, divisi- vo (quando più piccoli sono i luoghi tanto più ci si accapiglia) la Basilicata rimane una bell’idea, se si è disposti a sceglierla fosse anche soltanto per – com’era quella canzone? una settimana, un giorno, solamente un’ora. Bardi, per fare un esempio, non aveva sbagliato affatto a scegliere i direttori sanitari dell’altro mondo. Importare esperienze è sempre un bene. L’errore, come purtroppo capita quando la Basilicata è soltanto una opportunistica destinazione professionale, è stato quello di considerare la regione come un’occasione di transito e basta, prendi i soldi e scappa. Bisogna invece sceglierla la Basilicata fosse anche a termine, perché è difficile costruirne un rapporto, esattamente come la costruzione di un amore, per stare ancora a una canzone. E se si hanno occhi esterni, questa almeno è la mia esperienza, è pure meglio, aiuta. Aiuta a rendersi conto che c’è un potenziale che attende solo fantasia e fatica, attende orientamento su scelte dirompenti. Scommetto che alla Befana ci saranno i soliti post sui ragazzi che partono. Mia nipote insegna a Genova, è felice. Una mia amica di Napoli si è trasferita a Cosenza, è felice uguale. L’altro giorno mi dicevano che gli Erasmus all’Unibas sono quasi a costo zero (altrove bisogna pagare una quota) ma quasi nessuno ne usufruisce. Perché? La regione è attorcigliata su discussioni di potere, molto strumentali, è persino banale, molto noioso sicuramente. La più grande stagione che ha creato entusiasmo è stata quella di Matera, poi nulla più. Era prevedibile il calo emotivo fisiologico, ma adesso? In mezzo, tra il 2019 ed oggi, c’è stata e c’è ancora una tempesta planetaria. Idee nuove ce ne sono per stare sull’onda e cavalcarle, oltre al misurino delle candidature? Idee nuove non può essere soltanto facciamo quello che gli altri non fanno fatto. Il sistema di potere è stato circolare in Basilicata. Sui grandi temi chi non è d’accordo? Il gioco della dissimulazione, dei proclami generici, è abbastanza scoperto. La Basilicata ha però un vantaggio rispetto alle altre regioni: qui veramente si può sperimentare, in ogni settore, ci sono le risorse e i numeri per farlo. Bisogna sperimentare in ricerca e modelli sociali non solo in tecnologia, con molta fantasia al potere. Bisogna amarla per davvero la Basilicata. Sarebbe di sicuro appassionante.

Di Lucia Serino

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