IV, PROVA DI FORZA MARRESE, È SUPER
Si scrivono provinciali ma si leggono: ultimo banco di prova per partiti e coalizioni verso le regionali. Fatica il centrodestra diviso con Chiorazzo che scivola nell’attribuirsi la vittoria: sono di più i consiglieri eletti dal fronte a lui ostile
L’ago rompe la bilancia: Italia Viva mostra di essere non solo viva ma addirittura dirompente nel Potentino mentre a Matera si arrabatta ma non sfonda. Il centrodestra perde (in termini di preferenze assolute, in realtà pareggia nel Potentino e arretra nel Materano) e dovrebbe riflettere sul fatto che non è più il tempo dei calcoli e delle divisioni; questo in vista delle regionali. Chiorazzo si intesta la vittoria ma alla fine il fronte che lo osteggia “elegge” più di lui, compreso Azione, che seppur con gli ultimi 2 seggi elegge sia a Potenza che Matera. Questi in sintesi alcuni degli spunti che si leggono dai risultati delle elezioni provinciali. È chiaro che si tratta pur sempre di votazioni in cui non c’è il voto popolare, ma rappresentano la di- scesa in campo degli apparati di partito che hanno il loro valore. Del resto, da qui alle regionali non ci sono più appuntamenti con il voto. Tante le indicazioni. I dati vanno eletti in due modi con il calcolo dei voti ponderati con i vari comuni che pesano diversamente rispetto alla popolazione e quello netto delle preferenze. Ad onore di questo ultimo dato, non si può non dire subito che il risultato del consigliere provinciale renziano di Potenza è impressionante. Filippo Sinisgalli da Missanello (quarto comune più piccolo del Potentino con i suoi 560 abitanti), da solo prende più preferenze nette dei due consiglieri eletti da Fratelli d’Italia e Forza Italia messi assieme e più del doppio dei 5 stelle e di Azione: 110 preferenze su poco più di 800 amministratori che ieri si sono recati al seggio in piazza Prefettura a Potenza rappresentano una percentuale di quasi il 14 per cento. Continuando su Potenza, meno voti ma più pesanti quello dello speranziano Carmine Ferrone, sostenuto a spada tratta oltre che da Santarsiero e pare da De Filippo, anche dal gruppo di amministratori vicini ad Angelo Chiorazzo, a conferma della saldatura tra l’imprenditore e gli ex di Articolo1; balla quindi il presidente Giordano che è del Movimento 5 stelle e che al momento non sosterrebbe Chiorazzo alle regionali. E di più. Nella stessa lista bene anche la conferma dei democratici uscenti Vincenzo Bufano (vicino al dem evergreen Salvatore Margiotta), Rocco Pappalardo (dell’area di Piero Lacorazza), Giuseppe Fittipaldi di Azione e il socialista Rocco Pergola. Tutti non perfettamente allineati. Altra curiosità accade in Forza Italia, dove nel Potentino viene eletto consigliere Gianmichele Restaino di Paterno e nessun altro. Cioè: il neo promesso sposo Nuario Aliandro che si dice stia per entrare nel partito di Taiani avrebbe già superato la vecchia guardia di Taddei e Cupparo. La Lega dimostra che se in termini di opinione non sfonda, regge con la sua rete territoriale e fa un buon risultato anche grazie all’apertura ai moderati, nonostante i centristi di Cannizzaro fanno la voce grossa grazie ai voti ponderati di Potenza città; in periferia continuano ad avere numeri risicati. Fratelli d’Italia, invece, segna un flop con un solo eletto in quota Gianni Rosa, il sindaco di Muro Setaro e un risultato generale molto al di sotto delle aspettative, con la caduta libera dei “Cicalas” e considerando che si parla comunque del partito di Meloni, che a livello percentuale dovrebbe superare agilmente il 20 per cento sempre e comunque. Nel Materano emerge un super Marrese (non si comprende come il Pd abbia deciso a cuor leggero di non puntare su di lui per le regionali) che esce più forte di prima con 7 eletti su 10, con egemonia del blocco Pd formato da 5 consiglieri, Alba, Bucello, Mancini, Pilato e Sodo, equamente divisi tra le varie correnti dem materane. A questi si aggiungono i civici Maiuri e Doria e la Sarlo di Azione. Con le ossa rotte il cdx che con la divisione in 2 liste lascia l’ultimo seggio ad Azione eleggendo i soli Stigliano e Gallotta con Fdi che lascia a casa Cirigliano mentre la Lega non elegge Carriero.
Di Giovanni Nero