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L’ANGELUS DI PAPA FRANCESCO IN PIAZZA SAN PIETRO, IN OCCASIONE DELLA FESTA DELL’EPIFANIA

I Magi al centro del suo commento al Vangelo: “Adorare Dio non è perdere tempo ma dare senso al tempo” ripete più volte Bergoglio dalla finestra del Palazzo Apostolico

PAPA FRANCESCO  

Chiede il Pontefice durante il commento al Vangelo dell’Epifania, dedicato all’episodio dell’adorazione dei Re Magi

“In questi giorni ci siamo fermati ad adorare, abbiamo fatto un po’ di spazio a Gesù nel silenzio, pregando davanti al Presepe? Abbiamo dedicato del tempo ai bambini, a parlare e a giocare con loro? E infine, riusciamo a vedere i problemi del mondo con lo sguardo dei bambini?”

La tradizionale preghiera di mezzogiorno

L’Angelus dell’Epifania di Papa Francesco:

“Adorare Dio non è perdere tempo ma dare senso al tempo”

Il Pontefice, dopo la messa mattutina, chiede dal Palazzo Apostolico:

“Ci siamo soffermati a pregare davanti al Presepe?”

E ricorda l’incontro di sessant’anni fa tra san Paolo VI e il patriarca Atenagora, chiedendo di pregare per la pace

Papa Francesco affacciato alla finestra del Palazzo Apostolico per l’Angelus

L’ANGELUS DI PAPA FRANCESCO IN PIAZZA SAN PIETRO, IN OCCASIONE DELLA FESTA DELL’EPIFANIA

I Magi al centro del suo commento al Vangelo:

“Adorare Dio non è perdere tempo ma dare senso al tempo”

ripete più volte Bergoglio dalla finestra del Palazzo Apostolico.

Quella dei Magi, precisa il Santo Padre,

“è l’esperienza decisiva per loro e importante anche per noi: in Gesù Bambino, infatti, vediamo Dio fatto uomo”

Quindi, l’esortazione:

“E allora, guardiamo a Lui, meravigliamoci della sua umiltà. Contemplare Gesù”

prosegue il Pontefice,

“restare davanti a Lui, adorarlo nell’Eucaristia; è ritrovare la rotta della vita nella semplicità di un silenzio che nutre il cuore”

Papa Francesco aggiunge:

“Stiamo anche noi davanti al Bambino, fermiamoci davanti al Presepe. E troviamo anche il tempo per guardare i bambini, i piccoli che pure ci parlano di Gesù, con la loro fiducia, la loro immediatezza, il loro stupore, la loro sana curiosità, la loro capacità di piangere e ridere con spontaneità, di sognare”

Secondo Francesco,

“Dio è fatto così: Bambino, fiducioso, semplice, amante della vita. Se staremo davanti a Gesù bambino e in compagnia dei bambini, impareremo a stupirci e ripartiremo più semplici e migliori, come i Magi. E sapremo avere sguardi nuovi e creativi di fronte ai problemi del mondo”
“Chiediamoci, dunque” ha invitato il Papa: “in questi giorni ci siamo fermati ad adorare, abbiamo fatto un po’ di spazio a Gesù nel silenzio, pregando davanti al Presepe? Abbiamo dedicato del tempo ai bambini, a parlare e a giocare con loro? E infine, riusciamo a vedere i problemi del mondo con lo sguardo dei bambini?”

Ha quindi aggiunto il Santo Padre, introducendo la preghiera mariana

“Maria, Madre di Dio e nostra, accresca il nostro amore per Gesù Bambino e per tutti i bambini, specialmente quelli provati da guerre e ingiustizie”

L’anniversario dell’incontro tra Paolo VI e il patriarca Ahtenagoras

Il Santo Padre ricorda poi l’incontro di 60 anni fa tra San Paolo VI e il patriarca Atenagoras, per promuovere l’ecumenismo e la pace.

E chiede di pregare per la fine delle guerre nel mondo:

“in Medio Oriente, in Palestina, Israele, in Ucraina, in tutto il mondo”

elenca Bergoglio

“tante vittime delle guerre! Tanti morti! Tanta distruzione!”

Il Santo Padre prega poi per le vittime dell’attentato in Iran, esprimendo la sua

“vicinanza al popolo iraniano, in particolare ai familiari delle numerose vittime dell’attacco terroristico avvenuto a Kerman, ai tanti feriti e a tutti coloro che sono colpiti da questo grande dolore”

Il Papa: il ricordo dell’abbraccio tra Paolo VI e Atenagora spinga a lavorare per la pace

Nel dopo Angelus del giorno dell’Epifania, Francesco ricorda i 60 anni dallo storico

“storico gesto di fraternità compiuto a Gerusalemme”

e ricorda ancora i conflitti che stanno insanguinando Palestina, Israele, Ucraina e altri luoghi nel mondo intero.

Il cordoglio per l’attentato in Iran e un saluto ai “ragazzi e bambini missionari” nella Giornata a loro dedicata

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Sull’esempio dell’abbraccio fraterno del 5 gennaio del 1954, a Gerusalemme, tra Paolo VI e il Patriarca ecumenico Atenagora – che segnò una svolta nei rapporti tra cattolici e ortodossi dopo un millennio di reciproche scomuniche – si preghi per la pace nel mondo.

Francesco, nei saluti del dopo Angelus, evoca l’immagine dell’incontro che aprì un nuovo capitolo di storia nel cammino dell’ecumenismo per invocare la fraternità tra i popoli di oggi, dove odio e armi stanno distruggendo vite in troppe parti del pianeta.

Sessanta anni fa, proprio in questi giorni, il Papa San Paolo VI e il Patriarca Ecumenico Atenagora si incontrarono a Gerusalemme, rompendo un muro di incomunicabilità che per secoli aveva tenuto lontani cattolici e ortodossi.

Impariamo dall’abbraccio di quei due Grandi della Chiesa sulla strada dell’unità dei cristiani, pregando insieme, camminano insieme, lavorando insieme.

 E pensando a quello storico gesto di fraternità compiuto a Gerusalemme, preghiamo per la pace, per la pace in Medio Oriente, in Palestina, in Israele, in Ucraina, in tutto il mondo. Tante vittime delle guerre, tanti morti, tanta distruzione … Preghiamo per la pace.

La vicinanza all’Iran

Il Papa guarda anche alla terribile violenza che il 3 gennaio scorso ha colpito l’Iran, le esplosioni che nella città di Kerman hanno provocato oltre cento morti.

Esprimo la mia vicinanza al popolo iraniano, in particolare ai familiari delle numerose vittime dell’attacco terroristico avvenuto a Kerman, ai tanti feriti e a tutti coloro che sono colpiti da questo grande dolore.

La Giornata dell’Infanzia Missionaria

Francesco conclude ricordando che nel giorno dell’Epifania si celebra anche la Giornata dell’Infanzia Missionaria, e rivolge il suo saluto a tutti quei

“bambini e ragazzi misisonari dle mondo intero”

ringraziandoli soprattutto per

“il loro impegno nella preghiera e nel sostegno concreto all’annuncio del Vangelo e, in particolare, alla promozione dei ragazzi nelle terre di missione”
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