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RIFIUTI URBANI, IN BASILICATA PRODOTTE NEL 2022 OLTRE 191 MILA TONNELLATE

Trattamento biologico scarti organici: qui zero impianti

Nel 2022, la produzione nazionale dei rifiuti urbani si è attestata a circa 29,1 milioni di tonnellate, in calo dell’1,8%, 544 mila tonnellate, rispetto al 2021. Nel 2022, in Basilicata, dove il trend è decrescente dal 2018 (199.425 tonnellate), la produzione di rifiuti urbani è risultata pari a circa 191 mila tonnellate (191.815). Dato superiore soltanto a quelli del Molise (108.581) e e Valle d’Aosta (75.746). Sono questi alcuni dei dati contenuti nell’ultimo rapporto annuale dell’Ispra sui rifiuti urbani. Per quanto riguarda la produzione pro capite di rifiuti urbani per regione, in Basilicata, nel 2022, il rapporto è risultato di 357,4 chilogrammi per abitante residente. Anche in questo caso, come specificato dall’Ispra «i minori valori di produzione pro capite si registrano per la Basilicata (357 chilogrammi per abitante), il Molise (375 chilogrammi) e la Calabria (401 chilogrammi)».

RACCOLTA DIFFERENZIATA

Nel 2022, la più alta percentuale di raccolta differenziata è conseguita, analogamente al 2021, dalla regione Veneto, con il 76,2%, seguita da Sardegna (75,9%), Trentino-Alto Adige (74,7%), Emilia-Romagna (74%), Lombardia (73,2%) e Marche (72%). Superano l’obiettivo del 65%, fissato dalla normativa per il 2012, anche Umbria (67,9%), Friuli-Venezia Giulia (67,5%), Piemonte (67%), Valle d’Aosta (66,1%) e Toscana (65,6%); sono prossime a tale obiettivo l’Abruzzo (64,5%) e la Basilicata (63,7%). Il numero di regioni con un tasso di raccolta al di sopra della media nazionale (65,2%) è, pertanto, pari a 11. La Puglia e il Molise si collocano rispettivamente al 58,6 e 58,4%, mentre la Liguria si attesta, al 57,5%, con un aumento di oltre 2 punti rispetto al 2021. La Campania raggiunge il 55,6%, la Calabria il 54,6% e il Lazio al 54,5%. Per Puglia e Calabria si registrano crescite delle percentuali di 1,4 e 1,5 punti, rispettivamente. Supera per la prima volta la soglia del 50% la regione Sicilia (51,5%) facendo registrare un aumento di 3,9 punti rispetto alla percentuale del 2021 (47,5%), di oltre 9 punti rispetto al 2020, e di 22 punti percentuali rispetto al 2018. Crescita esponenziale per la Basilicata sulla raccolta d i f f e r e n z i a t a : 2 0 1 8 (47,3%), 2019 (49,4%), 2020 (56,4%), 2021 (62,7%), 2022 (63,7%). Al 2022, nel Potentino raccolta differenziata pari al 62,7% e nel Materano 65,4%. Delle 66 province che hanno raggiunto il target del 65%, 40 sono localizzate nel nord Italia (10 delle 12 province della Lombardia, tutte e 7 le province venete, entrambe le province del Trentino-Alto Adige, 9 province dell’Emilia-Romagna, 3 province del Friuli-Venezia Giulia, 7 province del Piemonte, 1 provincia della Liguria e la provincia della Valle d’Aosta), 13 nel Centro (5 nelle Marche, 5 in Toscana, 2 in Umbria, 1 nel Lazio) e 13 nel Sud, 5 in Sardegna, 2 in Abruzzo, Campania e Sicilia, 1 in Basilicata (Matera) e in Calabria. Il dato di raccolta differenziata pro capite, in Basilicata, ha fatto segnare una delle medie più basse in Italia: «I valori più bassi si rilevano, per la Sicilia (236 chilogrammi), la Basilicata (228 chilogrammi), la Calabria (219 chilogrammi) e il Molise (219 chilogrammi)». In relazione alla raccolta differenziata delle principali frazioni merceologiche, in Basilicata in ordine decrescente al primo posto la frazione organica, poi a seguire carta, vetro, plastica, metallo e legno. La Basilicata non gestisce frazioni organiche da raccolta differenziata ricevute da fuori regione, ma, nel 2022, ha destinato fuori regione 28.884 tonnellate, per lo più rifiuti biodegradabili di cucine e mense.

TRATTAMENTO BIOLOGICO DEI RIFIUTI ORGANICI

I rifiuti organici rappresentano un flusso fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di recupero e riciclaggio dei rifiuti urbani previsti dalla normativa vigente in materia. Si conferma nel ruolo leader, la Lombardia con circa 1,6 milioni di tonnellate, pari al 23,6% del totale nazionale. In questa regione risultano operativi 78 impianti, di cui 63 dedicati al compostaggio, 7 al trattamento integrato anaerobico-aerobico e 8 alla sola digestione anaerobica, per una capacità di trattamento complessiva di circa 2,9 milioni di tonnellate. Segue il Veneto, con circa 1,1 milioni di tonnellate, pari al 15,8% del totale e una dotazione impiantistica di 59 unità (50 impianti di compostaggio, 5 impianti di trattamento integrato anaerobico-aerobico e 4 impianti di digestione anaerobica), per una capacità totale di circa 1,6 milioni di tonnellate. Nota dolente, la Basilicata: «La Valle d’Aosta e la Basilicata non dispongono di impianti dedicati al trattamento di questa tipologia di rifiuti». Con riferimento ai rifiuti urbani tal quali, osservato che il 96,3% (oltre 2,6 milioni di tonnellate) è costituito da rifiuti urbani non differenziati inceneriti prevalentemente in Lombardia (un milione di tonnellate), in Emilia-Romagna (629 mila tonnellate) e in Piemonte (quasi 452 mila tonnellate. In Basilicata, il totale dei rifiuti inceneriti nel 2022, comprensivi del Cs, della frazione secca e del bioessiccato ottenuti dal loro trattamento, pari a 36.520 tonnellate. Le percentuali più alte di rifiuti allocati in discarica senza trattamento preliminare, invece, si riscontrano, in Trentino-Alto Adige (86,5%) e in Valle d’Aosta (60,5%). In queste regioni, tuttavia, lo smaltimento in termini quantitativi è comunque contenuto, pari a circa 28 mila tonnellate nel primo caso e a 45 mila tonnellate nel secondo, a fronte di elevati livelli di raccolta differenziata, pari al 74,7% in Trentino-Alto Adige ed al 66,1% in Valle d’Aosta a cui contribuisce in modo sostanziale la frazione organica che garantisce che il rifiuto indifferenziato non contenga materiale organico putrescibile: «Si riscontrano percentuali tra 45% – 35% dei rifiuti smaltiti senza pretrattamento in Basilicata (40,2%) e in Veneto (31,4%), mentre si segnalano percentuali intorno al 20% in Sardegna e al 10% nelle Marche». I COSTI Infine, l’analisi dei costi del servizio di igiene, in Basilicata effettuata su un campione complessivo di 62 Comuni. I maggiori costi pro-capite, in Liguria (270,7 euro), i minori in Molise (n Molise, con 141,2 euro): in Basilicata il rapporto è risultato pari a 182,57 euro per abitante. dieci in meno del dato nazionale. Se si guarda al costo di ciascun chilo di rifiuto prodotto, la media nazionale è 38 centesimi, la Basilicata è seconda in Italia: 49,3 centesimi.

Di A.Carponi

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