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L’INNOMINATO DEL PD

TACCO&SPILLO

Non sappiamo quanta dimestichezza abbia Lacorazza con Manzoni, la cui penna ha tratteggiato così bene l’enigma dell’Innominato, ma guardando alla politica e naturalmente senza armi e bravi appresso, ci pare di cogliere nella sua riflessione una specie d’omaggio letterario per sbrogliare la matassa in cui è cascato il PD lucano e di cui fa bene a preoccuparsi, visto che gli altri soloni dem sono miseramente indaffarati a spartirsi la torta della sconfitta, pensando d’ipotecare qualche posticino d’opposizione. Ora non abbiamo risparmiato critiche a Lacorazza, ma stavolta ha messo in fila le cose che saranno la tomba del centrosinistra, dalle primarie tardive alle invettive sulla destra in formato boomerang, dal blocco minoritario che esprime Chiorazzo a quello potenziale del campo largo che con M5S e Basilicata Possibile vale quasi il 25%, per non parlare di Azione e Socialisti. Eppure se il cahiers de doléances è meritorio, nasconde ancora il nome del principale colpevole di questo svergognato cul de sac e che fa rima col solito Roberto Speranza, campione certificato di sconfitte, divisioni e cupio dissolvi. Canta Crave:“Dire che spacco è sottovalutato. Rubo la scena, sono l’innominato”.   

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