SIAE, A GUARINO RIDETERMINATE SOLTANTO LE PENE ACCESSORIE
Da mandatario dell’Ente pubblico accusato di essersi appropriato di oltre 55mila euro: la Cassazione bis non cambia la pena (2 anni e 4 mesi)
Ha retto l’accusa a carico di Salvatore Guarino (classe ’70) di Potenza, di essersi appropriato, quale mandatario Siae, di oltre 55mila euro, e dopo la revoca del mandato, di essersi qualificato falsamente come mandatario, nonostante non lo fosse più, per «continuare a ricevere pagamenti dei diritti di autore senza versarli», per l’appunto, alla Siae. Il rinvio da parte della Cassazione alla Corte d’Appello di Salerno, il secondo grado a Potenza sulle contestate condotte di peculato si concluse nel 2020, ha poco cambiato l’esito. Nel nuovo giudizio, la sentenza l’anno scorso, i giudici ritennero che, in assenza della qualifica pubblicistica le condotte successive alla revoca del mandato Siae, Guarino continuava, per l’accusa, a «presentarsi agli Enti come mandatario della Siae», integrassero il reato di truffa, che, però, era prescritto. Revocate le statuizioni civili, pena finale rideterminata in 2 anni e 4 mesi di reclusione. Nuova impugnazione di Guarino dinanzi agli “ermellini”. La Cassazione ha annullato, senza rinvio, la sentenza di Salerno impugnata, limitatamente alle pene accessorie e cioè rideterminando in 2 anni la durata dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici ed eliminando la sanzione dell’incapacità di contrattare con la Pubblica amministrazione. Per il resto, ricorso inammissibile.