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TRAMUTOLA, L’ADDIO A DON ANTONIO PETRONE

Strade killer grave incidente sulla Potenza-Melfi, deceduta 66enne di Filiano. Da sindaci e cittadini, l’ultimo commosso saluto al prete colto da un malore mentre guidava l’auto

Si sono svolti ieri i funerali del compianto don Antonio Petrone, il parroco prematuramente scomparso domenica mattina a causa di un malore che lo aveva colpito mentre era alla guida della sua auto. Da Marsicovetere, paese dove era guida spirituale, si stava recando nella vicina Paterno per sostituire un confratello. Ma in località Galaino il malore improvviso. A nulla sono valsi i soccorsi di un medico passato lì per caso e quelli del personale del 118. Una perdita che ha lasciato sgomento in non poche comunità, a partire dalla sua Tramutola, paese di origine, e in tutte quelle vicine dove molte Amministrazioni hanno espresso messaggi di cordoglio. «L’Amministrazione comunale di Paterno partecipa commossa al dolore che ha colpito la famiglia Petrone e le comunità di Tramutola e Marsicovetere. Nel cuore e nella mente dei tanti fedeli e delle tante persone che hanno avuto l’onore di farne la conoscenza resterà il ricordo di un’azione pastorale di elevata qualità teologica e la memoria di una straordinaria caratura umana». Nella giornata di ieri è stato proclamato, inoltre, il lutto cittadino nella comunità di Marsicovetere. «Con i sensi della mia stima nei tuoi confronti, e accompagnato da dolore e commozione, sono unito alla profonda gratitudine della tua comunità Marsicovetere se che ti saluta e ti abbraccia per sempre», ha scritto il sindaco Marco Zipparri il giorno della scomparsa. Ai funerali, celebrati ieri nella sua Tramutola, erano presenti molti rappresentanti istituzionali, non solo di Tramutola, Marsicovetere, Viggiano, ma anche di Satriano di Lucania e Sasso di Castalda, dove era stato Parroco. «Una notizia tanto inattesa quanto triste per l’intera comunità-questo il messaggio di sgomento dall’Amministrazione di Satriano – Prima come amministratore poi da parroco della nostra parrocchia, dal 2001 al 2014, ha guidato la comunità di fedeli con amore e passione, sempre vicino nella preghiera a tutti, nei momenti felici quanto in quelli difficili. Si è spento subito dopo aver fatto la cosa che più amava, dopo aver celebrato la santa messa. Lascia un vuoto incolmabile non solo nella comunità dei fedeli ma in tutti quanti ne hanno apprezzato la fede e l’umanità, in tutti coloro che vedendo la luce della sagrestia accesa si sono fermati per un minuto di riflessione, per un consiglio, per un momento di profonda umanità e cultura». Rocchino Nardo, sindaco di Sasso di Castalda ha sottolineato, nel messaggio di cordoglio, di come «Sasso ti ha amato quando ha avuto il privilegio di averti quale suo pastore. Credenti, agnostici e atei, avevamo un rispetto profondo, rimasto tale per sempre. Amasti la nostra comunità senza la mi- nima ipocrisia, vivendo il Vangelo genuinamente, pastore esemplare». La camera ardente, allestita nella Chiesa del Rosario, ha ospitato la salma. Le esequie sono state celebrate invece nella Chiesa Madre di Tramutola dove a svolgere la funzione religiosa vi era Monsignor Salvatore Ligorio. Non è mancata però un’apertura toccante di Padre Antonio Savone, amico fraterno. «Quando, poco dopo aver appreso la notizia, l’Arcivescovo mi ha chiesto di prendere la parola all’inizio della celebrazione esequiale come Vicario episcopale, ho provato, senza riuscirci, a declinare l’incarico a motivo del legame che c’è sempre stato tra me e Antonio. I ricordi sono innumerevoli, ma ce n’è uno che in modo particolare che lo ha sempre caratterizzato : l’incapacità di dir male di qualcuno. Riusciva sempre a scusare l’altro – talvolta fino a indisporre, quasi – anche quando la responsabilità era evidente. E questo profumava di vangelo perché, proprio come fa il Signore con noi, si può stigmatizzare l’errore ma mai chi sbaglia. Una larghezza d’animo come pochi sebbene mi ripetesse che io ero più generoso di lui. La Chiesa, la nostra Chiesa diocesana, da oggi è più povera. Ci conforta solo il sapere che ora svolgi il ministero dell’intercessore presso il Padre mentre contempli le cose come sono e non più come in uno specchio come, invece, accade ancora a noi». Tanti i confratelli presenti al rito funebre. La grande Chiesa Madre della Santissima Trinità di Tramutola non è riuscita ad accogliere tutte le numerose persone accorse per porgere l’ultimo saluto, tante quelle rimaste fuori, nei pressi delle due chiese. In filo diffusione era possibile seguire il rito funebre anche in altri punti del paese. Una valle intera si è stretta vicino la famiglia ricordando il prete buono che non faceva mai mancare una parola gentile per il prossimo.

Di Anna Tammariello

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