ANTENNA VIA GRAVINA: SCONFITTO IL COMUNE
Tar, telefonia mobile a Matera: disfatta Bennardi
Per il sindaco di Matera, il pentastellato Domenico Bennardi, sconfitta annunciata sul caso dell’antenna di telefonia mobile 5G nell’area posta all’interno della rotatoria stradale di via Gravina: annullata la sospensione dei lavori per la realizzazione dell’infrastruttura per telecomunicazioni che il Comune aveva disposto lo scorso dicembre. In meno di un mese, il Tribunale regionale amministrativo (Tar) di Basilicata, ha già chiuso la vicenda, accogliendo il ricorso della Cellnex Italia SpA. Per effetto dell’ordinanza protocollata il 21 dicembre, i lavori subirono l’illegittimo stop nel momento in cui, tra le altre cose, erano già sostanzialmente conclusi. Nel marzo del 2022 Cellnex, congiuntamente a Wind Tre SpA, presentò al Comune di Matera e all’Arpab, l’istanza di autorizzazione. Nel giugno scorso, dal Comune, verificato il conseguimento di «tutte le autorizzazioni necessarie per la realizzazione dell’impianto di telefonia mobile», in conformità al parere di assenso preventivo già reso l’anno precedente, stipulato l’atto di concessione dell’area oggetto dell’installazione. Anche l’ottobre scorso, inoltre, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale Arpab, appositamente interpellata, confermò «l’insussistenza di pareri negativi ostativi». La Cellnex iniziò i lavori e, in sintesi, quando i cittadini notarono la costruzione del palo in mezzo alla rotatoria di via Gravina, cominciarono le proteste. Poi, a dicembre, la sospensione. Come sostenuto in giudizio, l’installazione di infrastrutture per impianti radioelettrici necessiterebbe del solo titolo autorizzativo previsto dalla specifica disposizione, in specie formatosi per silenzio assenso sull’istanza presentata nel marzo del 2022, in mancanza di provvedimenti negativi, «assorbendo quest’ultimo anche il relativo titolo edilizio». Stop illegittimo, ricorso fondato e accolto con conseguente annullamento del provvedimento di sospensione dei lavori. Comune di Matera, infine, condannato anche al pagamento delle spese di lite in favore della Cellnex, quantificate nella somma onnicomprensiva di 2 mila euro.