FDI, COMMISSARIO IN ARRIVO
Appare certa la candidatura di Quarto: se il segretario della Basilicata in lista, allora il delegato per le elezioni. Di solito nome scelto da fuori regione, ma questa volta qualche parlamentare lucano ci prova
Risolta in modo unitario la questione dei segretari provinciali con l’elezione di Michele Giordano a Matera e di Vincenzo Claps a Potenza, ora l’interesse della classe dirigente del Partito si sposta sul segretario regionale. Ad oggi il segretario del partito di maggioranza relativa della Basilicata è Piergiorgio Quarto, consigliere regionale eletto in provincia di Matera ed uomo di Coldiretti molto vicino all’On. Aldo Mattia. La prassi politica in Alleanza Nazionale prima ed in Fratelli d’Italia ora è che, allorquando si avvicinano le elezioni regionali, qualora il segretario regionale o quello provinciale abbiano intenzione di candidarsi alle elezioni, per evitare ogni tipo di turbamento nella formazione delle liste, venga nominato un commissario elettorale. Alle scorse elezioni regionali fu nominato l’On. Edmondo Cirielli, considerato che il segretario regionale Gianni Rosa si apprestava a ricandidarsi alle elezioni. Una nomina non banale per una serie di motivi. In primis perché sarà quello che tratterà la composizione delle liste, la nomina degli assessori in caso di vittoria e la ripartizione delle cariche di sottogoverno. Secondariamente perché, in molti casi, il segretario regionale commissariato per motivi elettorali non è stato poi rinominato al termine delle elezioni. Accadde così anche a Gianni Rosa, sostituito da Cirielli per le elezioni regionali, non tornò al suo posto al termine delle stesse. Alla segretaria regionale fu nominato l’On. Salvatore Caiata appena passato in FdI. Lo stesso Caiata si dimise ad un certo punto della sua segretaria regionale, il suo posto fu preso da un commissario extraregionale come Marcello Gemmato a sua volta sostituito da Piergiorgio Quarto.
UNA NOMINA FIDUCIARIA
Le regole interne di Fratelli d’Italia prevedono l’elezione dei presidenti provinciali tramite congresso ma la nomina fiduciaria del segretario regionale (e del commissario elettorale) da parte del presidente nazionale del Partito che, in alcuni casi, ascolta i segretari provinciali e le cariche elettive più importanti del territorio. Una nomina assolutamente fiduciaria che riveste, pertanto, il ruolo di longa manus di Giorgia Meloni sul territorio con tutto ciò che ne discende sia in termini di peso politico che di responsabilità.
INTERNO O ESTERNO
Di solito la nomina del commissario elettorale è stata sempre fatta tra esponenti apicali del partito provenienti da fuori regione. È avvenuto così alle ultime elezioni regionali con la nomina di Cirielli. In questo caso, però, Fratelli d’Italia ha ben tre parlamentari del territorio che sicuramente non saranno candidati alle elezioni regionale e che vorranno avere un loro peso nelle decisioni e un ruolo nella formazione delle liste in modo da poter provare a condizionare la formazione di quello che verosimilmente sarà il gruppo di maggioranza relativa. Le cronache romane e qualche rapporto territoriale ci dicono che qualcuno dei parlamentari potentini già si stia muovendo in questa direzione nel tentativo di prendere in mano, tramite il commissariamento elettorale, il partito anche dopo le elezioni regionali. Un tentativo che, se riuscisse, sarebbe un unicum nella storia della politica della destra lucana che da sempre ha evitato ad espressioni del territorio, per quanto autorevoli, di gestire la delicata fase di formazione delle liste.
UN PARTITO CHE SI ALLARGA
Intanto all’interno del Partito inizia a prendere piede la discussione sulla formazione e sulla qualità della lista. Qualcuno inizia a far notare che c’è il rischio che i “nuovi entrati” siano più degli storici esponenti della destra italiana e che, in particolare, la lista di FdI (soprattutto per quanto riguarda la provincia di Potenza) inizi ad assomigliare troppo alla liste della Lega di cinque anni fa. Insomma, il pericolo che qualcuno inizia ad evidenziare, è che ci si trovi con un gruppo regionale con la stessa instabilità che ha caratterizzato la Lega nel quinquennio che si sta concludendo. Nei due congressi provinciali moltissimi interventi degli iscritti erano concentrati sulla necessità di provvedere ad eleggere uomini di FdI e non a cooptare persone provenienti da altre esperienze politiche. Una scelta identitaria che, a detta di qualcuno, garantirebbe una maggiore compattezza del gruppo che sarebbe assolutamente necessaria nel caso in cui il presidente della Regione non fosse assegnato al partito di Giorgia Meloni.
LA POLEMICA SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA
È opportuno segnalare il coraggio che anche in questi giorni sta mettendo nella polemica politica il Senatore Gianni Rosa che, da sempre, ci abitua a comunicazioni nette e ben precise senza mai nascondersi dietro un dito. Infatti, mentre il centrosinistra di opposizione per bocca di molti esponenti di primo e secondo piano, si sta adoperando per denunciare l’autonomia differenziata come strumento di depauperamento del Mezzogiorno e mentre si assiste al rumoroso silenzio della classe parlamentare e dirigente del centrodestra lucano, il Sen. Rosa ha deciso di rompere gli indugi evidenziando come chi critica l’autonomia differenziata «non sa esattamente di cosa parli». Una posizione che, se unita alla polemica sul modo in cui la Regione è stata gestita in questi anni, dà l’idea precisa di chi non ha nessuna intenzione né di tirare indietro la gamba né di nascondersi nelle polemiche più difficili quando si tratti di difendere l’operato del proprio Governo e le scelte che si sono condivise.
Di Massimo Dellapenna