ITALIA~AFRICA. UN PONTE PER UNA CRESCITA COMUNE
Il Vertice è il primo appuntamento internazionale che si svolge in Italia dall’avvio della Presidenza del G7, a testimonianza dell’importanza che l’Italia dà al partenariato con le Nazioni del Continente africano
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Italia-Africa. Un ponte per una crescita comune
29 Gennaio 2024
Al via a Palazzo Madama a Roma, i lavori del Vertice “Italia-Africa. Un ponte per una crescita comune”. In corso la cerimonia di accoglienza dei Capi delegazione con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e, a seguire, la foto di famiglia. Dopo il saluto istituzionale del Presidente del Senato Ignazio La Russa, gli interventi di apertura del Presidente Meloni, del Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, del Presidente dell’Unione Africana, Azali Assoumani, del Presidente della Commissione dell’Unione Africana Moussa Faki Mahamat, del Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, del Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, del Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, del Vice Segretario Generale delle Nazioni Unite Amina Jane Mohammed.
Il Vertice è il primo appuntamento internazionale che si svolge in Italia dall’avvio della Presidenza del G7, a testimonianza dell’importanza che l’Italia dà al partenariato con le Nazioni del Continente africano.
È la prima volta, infatti, che la Conferenza Italia-Africa, che finora si è svolta a livello ministeriale, viene elevata a rango di Vertice di Capi di Stato e di Governo.
Presenti numerosi Capi di Stato, di Governo e Ministri delle Nazioni africane, l’Unione Africana, oltre ai rappresentanti dell’Unione europea. Partecipano, inoltre, le principali Organizzazioni Internazionali, a partire dall’Onu, le Istituzioni Finanziarie Internazionali e le Banche Multilaterali di Sviluppo.
Il Vertice si è aperto ieri sera con la cena offerta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ricevuto al Quirinale i Capi delegazione.
PROGRAMMA
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VERTICE ITALIA 🇮🇹 AFRICA
VON DER LEYEN: “PIANO MATTEI CONTRIBUTO IMPORTANTE ALLA COLLABORAZIONE CON AFRICA”
“PIANO MATTEI CONTRIBUTO IMPORTANTE”
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INTERVENTO
Amina Mohammed
Vice Segretario Generale delle Nazioni Unite
Meloni: “Ripartire dall’intuizione di Mattei, opportunità dove altri non ne vedono”
L’intervento della presidente del Consiglio nell’aprire i lavori del Vertice Italia-Africa in Senato, con 25 tra capi di Stato e di governo. I cinque pilastri del Piano Mattei e i progetti in cantiere, dal Marocco al Kenya, dalla Tunisia all’Etiopia
I cinque pilastri del Piano Mattei: istruzione, salute, agricoltura, acqua, clima. Dal Marocco al Kenya, dalla Tunisia all’Etiopia, tutti i progetti in campo
Un grande centro di formazione professionale sull’energia rinnovabile in Marocco, progetti sull’istruzione in Tunisia, altri per l’accessibilità alla sanità in Costa d’Avorio: sono “alcuni dei progetti pilota” del Piano Mattei annunciati dalla premier. “La condivisione è uno dei principi cardine del Piano Mattei, i lavori di questo vertice saranno determinanti per arricchire il percorso”, ha spiegato Meloni, indicando progetti anche in Algeria, Mozambico, Egitto, Repubblica del Congo, Etiopia e Kenya.
Citando “alcuni” dei “progetti pilota su cui stiamo lavorando”, suddivisi nelle “varie aree di intervento”, Meloni ha cominciato dal “decisivo pilastroistruzione e formazione professionale”: “in Marocco puntiamo a realizzare un grande centro di eccellenza per la formazione professionale sul tema delle energie rinnovabili”, ha detto la premier, spiegando poi che intende rafforzare “i legami fra il sistema scolastico italiano e quello delle nazioni africane. Penso alla riqualificazione strutturale delle scuole, come faremo già nel 2024 in Tunisia, alla formazione all’aggiornamento dei docenti, agli scambi fra studenti e insegnanti fra le nostre nazioni”
Nel capitolo salute, “la prima nazione a cui vogliamo rivolgerci è la Costa d’Avorio – ha annunciato la premier – dove l’obiettivo è migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi primari, con attenzione particolare ai più piccoli, alle mamme e ai più fragili”. In materia di agricoltura “la sfida che vogliamo centrare non è solo garantire cibo per tutti ma garantire cibo di qualità per tutti”, ha chiarito Meloni, spiegando che l’Italia intende “avviare in Algeria un progetto di monitoraggio satellitare sull’agricoltura, mentre in Mozambico è impegnata a costruire un centro agroalimentare che valorizzi le eccellenze e l’esportazione dei prodotti locali. In Egitto – ha continuato – prevediamo di sostenere in un’area a 200 chilometri da Alessandria la produzione di grano soia, mais e girasole, con investimenti in macchinari, sementi, tecnologie, e nuovi metodi di coltivazione, oltre ovviamente ad accompagnare la formazione professionale”
Meloni ha poi citato “il progetto già avviato in Tunisia, dove stiamo lavorando per potenziare le stazioni di depurazione delle acque non convenzionali per irrigare un’area di 8mila ettari e creare un centro di formazione dedicato al settore agroalimentare”. Altri due progetti pilota riguardano la Repubblica del Congo, con la “costruzione di pozzi e reti di distribuzione dell’acqua, soprattutto a fini agricoli, alimentate esclusivamente da energia rinnovabile”; e l’Etiopia, con “l’avvio del recupero ambientale di alcune aree” con “interventi di risanamento delle acque, anche attraverso la formazione e il sostegno tecnico alle università locali”
Nel pilastro clima-energia e infrastrutture collegate rientra “un’iniziativa in Kenya dedicata allo sviluppo della filiera dei biocarburanti, che punta a coinvolgere fino a circa 400mila agricoltori entro il 2027”, ha spiegato Meloni, ricordando poi
“l’interconnessione elettrica Elmed fra Italia e Tunisia e il nuovo corridoio per il trasporto di idrogeno dal Nord Africa all’Europa centrale passando per l’Italia”
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Vertice Italia-Africa, l’intervento di apertura del Presidente Meloni
Lunedì, 29 Gennaio 2024
Signori Presidenti, Signori Primi Ministri, Autorità, signore e signori,
è per me un grande onore accogliervi oggi a Roma, nell’Aula del Senato della Repubblica, e voglio ringraziare il Presidente La Russa, il Consiglio di Presidenza e la Conferenza dei capigruppo per aver accolto la richiesta del Governo, consentendo che questo importante evento si svolgesse qui.
Perché quest’Aula è uno dei luoghi più significativi per la nostra storia. Il Senato, insieme alla Camera dei Deputati, è il pilastro della democrazia italiana e aver scelto di celebrare questo Vertice qui sottolinea l’importanza che attribuiamo ai lavori di oggi.
Così come è la prima volta che la Conferenza Italia-Africa, che in passato si è sempre tenuta a livello ministeriale, sia stata elevata a Vertice e veda la partecipazione dei Capi di Stato e di Governo. Anche questa è una scelta che ribadisce la centralità e la rilevanza che l’Italia attribuisce al rapporto con le Nazioni africane.
Consentitemi di ringraziare il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo intervento di ieri al Palazzo del Quirinale ha ribadito quanto il dialogo e la cooperazione tra Italia e Africa siano strategici. Ringrazio e saluto anche i vertici delle Istituzioni europee che hanno accettato il nostro invito e sono qui oggi. La vostra presenza, Ursula, Charles, Roberta, è un segnale molto importante, perché conferma il sostegno dell’Europa al nostro impegno. Permettetemi di rivolgere un saluto speciale all’Unione Africana, rappresentata dal Presidente di turno, Azali Assoumani, e dal Presidente della Commissione Moussa Faki, che quest’anno è entrata a far parte del G20 ed è un’opzione che l’Italia è stata tra le primissime Nazioni a promuovere.
Desidero ringraziare, infine, le Nazioni Unite – rappresentate dal Vicesegretario generale, i vertici delle Organizzazioni internazionali, delle Istituzioni finanziarie e delle Banche Multilaterali di Sviluppo presenti.
Questo Vertice è il primo appuntamento internazionale che l’Italia ospita da quando ha assunto la Presidenza del G7. Ed è frutto di una scelta di politica estera estremamente precisa, che porterà a riservare all’Africa un posto d’onore nell’agenda della nostra Presidenza del Gruppo dei Sette.
Abbiamo fatto questa scelta perché l’obiettivo, di medio e lungo periodo, che ci siamo dati è quello di dimostrare che siamo consapevoli di quanto il destino dei nostri due continenti, Europa e Africa, sia interconnesso. E pensiamo che sia possibile immaginare e scrivere una pagina nuova nella storia delle nostre relazioni. Una cooperazione da pari a pari, lontana da qualsiasi tentazione predatoria, ma anche da quell’impostazione “caritatevole” nell’approccio con l’Africa che mal si concilia con le sue straordinarie potenzialità di sviluppo.
Questo nuovo approccio, del quale la nostra Nazione vuole farsi portatrice, si rispecchia anche nel titolo di questo Vertice: “Italia-Africa, un ponte per crescere insieme”. Perché è la naturale vocazione dell’Italia: un ponte tra l’Africa e l’Europa. Un ponte che noi italiani abbiamo il vantaggio di poter costruire non partendo da zero, ma dalle solide fondamenta che, molto tempo fa, un grande italiano come Enrico Mattei, fondatore di ENI, ha avuto la lungimiranza di saper immaginare.
Mattei amava dire che “l’ingegno è vedere possibilità dove gli altri non ne vedono”. Dove altri vedevano difficoltà, Mattei vedeva un’opportunità. E ci ha insegnato che era possibile coniugare l’esigenza italiana di rendere sostenibile la sua crescita con quella delle Nazioni partner di conoscere una stagione di liberta, di sviluppo, di progresso. Noi oggi vogliamo ripartire da quella intuizione e scrivere insieme una nuova pagina di questo racconto.
A monte occorre smontare alcune narrazioni distorte, come quella che vorrebbe l’Africa un Continente povero. Perché non è così. L’Africa non è affatto un Continente povero: detiene il 30% delle risorse minerarie del mondo; detiene il 60% delle terre coltivabili. Il 60% della sua popolazione ha un’età inferiore ai 25 anni, è il continente più giovane del mondo, e questo lo rende anche una terra dalle enormi potenzialità di capitale umano. Ma si tratta anche di un continente immenso, che racchiude al suo interno mille peculiarità e dunque anche necessità molto diverse tra loro.
L’Italia, l’Europa, oserei dire il mondo intero, non possono ragionare di futuro senza tenere nella giusta considerazione l’Africa. Il nostro futuro dipende inevitabilmente anche dal futuro del Continente africano.
Consapevoli di questo noi vogliamo fare la nostra parte e abbiamo così deciso di avviare un ambizioso programma di interventi che sia capace di aiutare il Continente a crescere e prosperare partendo dalle sue immense risorse.
Tutto questo è l’ossatura del progetto strategico italiano che chiamiamo Piano Mattei per l’Africa. Un piano concreto di interventi strategici, concentrato su poche, fondamentali, priorità di medio e lungo periodo, perché occorre dire basta anche alla logica delle risorse spese in miriadi di micro interventi che non producono risultati significativi.
Abbiamo scelto cinque grandi priorità di intervento: istruzione e formazione; salute; agricoltura; acqua ed energia. Abbiamo individuato, per iniziare, alcune Nazioni africane, suddivise nel quadrante subsahariano e in quello nordafricano, con l’obiettivo di estendere progressivamente questa iniziativa seguendo una logica incrementale.
Ma non si tratta di un Piano concepito come una scatola chiusa, da imporre e calare dall’alto, come, dobbiamo dire, è stato a volte fatto in passato, perché anche il metodo deve essere nuovo. Così Il Piano è pensato come una piattaforma programmatica aperta alla condivisione e alla collaborazione con le Nazioni africane, sia nella fase di definizione sia in quella di attuazione dei singoli progetti.
La condivisone è uno dei principi cardine del Piano Mattei e, in questa cornice, i lavori di questo Vertice saranno determinanti per arricchire il percorso. Per questo abbiamo voluto strutturare il programma dei lavori di questa giornata su cinque sessioni tematiche, che ricalcano le direttrici principali di questa nostra iniziativa.
Quali sono i progetti pilota sui quali stiamo lavorando? Io mi limiterò a citarne alcuni, suddivisi nelle varie aree di intervento, perché sarebbe impossibile descriverli uno ad uno.
Parto dal pilastro istruzione e formazione professionale, che è decisivo perché qualsiasi investimento, per portare ricchezza, ha bisogno di generare lavoro, e quel lavoro necessita di una adeguata istruzione e di una adeguata formazione. Per costruire ponti, ferrovie, impianti fotovoltaici, strade, scuole, ospedali, occorrono competenze e occorre la formazione ai fini di quella competenza. Penso ad esempio al Marocco, dove puntiamo a realizzare un grande centro di eccellenza per la formazione professionale sul tema delle energie rinnovabili.
Ma abbiamo anche in programma di rafforzare i legami tra il sistema scolastico italiano e quelli delle Nazioni africane. Penso alla riqualificazione infrastrutturale delle scuole, come faremo già nel 2024 in Tunisia, alla formazione e all’aggiornamento dei docenti e agli scambi di studenti e insegnanti tra le nostre Nazioni.
Il Piano Mattei dedicherà poi uno specifico capitolo alla salute. Qui la prima Nazione alla quale vogliamo rivolgerci è la Costa d’Avorio, dove il nostro obiettivo è migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi primari, con un’attenzione particolare ai più piccoli, alle loro mamme e alle persone più fragili.
Altro settore d’intervento sarà l’agricoltura perché se è vero che l’Africa detiene il 60% delle terre coltivabili, e che quelle terre sono spesso purtroppo inutilizzate, noi dobbiamo fare in modo che la tecnologia contribuisca a renderle coltivabili perché possano dare frutti. E dico di più. Non siamo impegnati solamente sulla “food security”, ma anche sulla “food safety”. Cioè la sfida che vogliamo centrare non è solo garantire cibo per tutti, ma garantire cibo di qualità per tutti. Ed è fondamentale in questo il ruolo della ricerca, ma come ho già detto, non credo che quella ricerca debba servire per produrre cibo in laboratorio e andare, magari, verso un mondo nel quale chi è ricco potrà mangiare cibo naturale e chi è povero si potrà permettere solo quello sintetico, con effetti sulla salute che non possiamo prevedere. Non è questo il mondo che vogliamo costruire.
Il mondo che vogliamo è un mondo nel quale viene mantenuto il legame millenario tra uomo e terra e la ricerca aiuta ad ottimizzare quel legame, garantendo colture sempre più resistenti, tecniche di coltivazione sempre più moderne, e capaci di migliorare la qualità e la quantità delle produzioni.
Così come dobbiamo cogliere le opportunità che ci offrono le tecnologie, in termini di osservazione terrestre e raccolta dei dati per fornire quante più informazioni utili possibili sull’andamento della deforestazione, sugli sprechi dell’acqua, sullo stato di salute delle colture. A questo riguardo intendiamo avviare ad esempio in Algeria un progetto di monitoraggio satellitare sull’agricoltura, mentre in Mozambico siamo impegnati a costruire un centro agroalimentare che valorizzi le eccellenze e le esportazioni dei prodotti locali.
Ancora, in Egitto prevediamo di sostenere, in un’area a 200 km da Alessandria, la produzione di grano, soia, mais e girasole con investimenti in macchinari, sementi, tecnologie e nuovi metodi di coltivazione, oltre ovviamente ad accompagnare la formazione professionale.
Ma penso anche al progetto già avviato in Tunisia, dove stiamo lavorando per potenziare le stazioni di depurazione delle acque non convenzionali per irrigare un’area di otto mila ettari e creare un centro di formazione dedicato al settore agroalimentare.
Perché vogliamo offrire il nostro contributo anche per migliorare la gestione e l’accesso all’acqua, risorsa sempre più scarsa la cui mancanza è uno dei principali fattori di insicurezza alimentare, conflitti e migrazione. Su questo fronte cito brevemente altri due progetti pilota: il primo nella Repubblica del Congo, dove intendiamo impegnarci nella costruzione di pozzi e reti di distribuzione dell’acqua soprattutto a fini agricoli, alimentati esclusivamente da energia rinnovabile; il secondo in Etiopia, dove vogliamo avviare il recupero ambientale di alcune aree e portare avanti interventi di risanamento delle acque, anche attraverso la formazione e il sostegno tecnico alle Università locali.
E veniamo all’ultimo pilastro, certamente non ultimo per importanza del Piano Mattei, ovvero quello dedicato al nesso clima-energia e alle infrastrutture collegate.
Noi siamo sempre stati convinti che l’Italia abbia tutte le carte in regola per diventare l’hub naturale di approvvigionamento energetico per l’intera Europa. È un obiettivo che possiamo raggiungere se usiamo l’energia come chiave di sviluppo per tutti.
L’interesse che persegue l’Italia è aiutare le Nazioni africane interessate a produrre energia sufficiente alle proprie esigenze e ad esportare in Europa la parte in eccesso, mettendo insieme due necessità. Quella africana di sviluppare questa produzione e generare ricchezza, e quella europea di garantirsi nuove rotte di fornitura energetica.
Tra le iniziative in questo ambito voglio ricordare quella in Kenya dedicato allo sviluppo della filiera dei biocarburanti, che punta a coinvolgere fino a circa 400 mila agricoltori entro il 2027.
Ma chiaramente questo scambio funziona se ci sono anche infrastrutture di connessione tra i due continenti e lavoriamo da tempo anche su questo, soprattutto insieme all’Unione europea, penso all’interconnessione elettrica ELMED tra Italia e Tunisia, o al nuovo Corridoio H2 Sud per il trasporto dell’idrogeno dal Nord Africa all’Europa centrale passando per l’Italia.
Come vedete ho voluto parlare di progetti e iniziative concrete, capaci di generare un impatto significativo e immediato nelle Nazioni nelle quali verranno attuati e che potranno espandersi non solo in termini di dimensioni ma anche in termini di settori d’intervento. Sono progetti la cui realizzazione e i cui sviluppi intendo seguire personalmente, per quelli non ancora avviati i nostri responsabili sono pronti a partire immediatamente per la definizione della parte operativa, ma chiaramente questo è solo l’avvio del Piano perché puntiamo a replicare i modelli di successo in tutti i Paesi africani che saranno interessati.
Ma è ovvio che un Piano così ambizioso non potrà prescindere dal pieno coinvolgimento di tutto il “Sistema Italia” complessivamente inteso, a partire dalla Cooperazione allo Sviluppo e dal settore privato che è fondamentale coinvolgere nella nostra strategia, dato l’enorme patrimonio di conoscenza, tecnologia e soluzioni innovative che può vantare.
Un Piano di interventi con il quale vogliamo dare il nostro contributo a liberare le energie africane, anche per garantire alle giovani generazioni un diritto che finora è stato negato, perché qui in Europa noi abbiamo parlato spesso del diritto a emigrare, ma non abbiamo parlato quasi mai di come garantire il diritto a non dover essere costretti a emigrare, e a non dover così recidere le proprie radici, in cerca di una vita migliore sempre più difficile da raggiungere in Europa.
L’immigrazione illegale di massa non sarà mai fermata, i trafficanti di vite umane non saranno mai sconfitti, se non si affrontano a monte le cause che spingono una persona ad abbandonare la propria casa. È esattamente quello che intendiamo fare, da una parte dichiarando guerra agli schiavisti del Terzo millennio e dall’altra lavorando per offrire ai popoli africani un’alternativa fatta di opportunità, lavoro, formazione e percorsi di migrazione legale.
Il Piano Mattei risponde anche a questa esigenza e può contare su una dotazione iniziale di oltre 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie, dei quali circa 3 miliardi verranno destinati dal Fondo italiano per il clima, e circa due miliardi e mezzo dalle risorse della cooperazione allo sviluppo. Certo non basta, per questo vogliamo coinvolgere le Istituzioni finanziarie internazionali, le Banche Multilaterali di Sviluppo, l’Unione Europea e altri Stati donatori, che già hanno dichiarato la loro disponibilità a sostenere progetti comuni. Così come abbiamo intenzione di creare entro l’anno un nuovo strumento finanziario, assieme a Cassa Depositi e Prestiti, per agevolare gli investimenti del settore privato nei progetti del Piano Mattei.
Insomma, e concludo, l’Africa che vediamo noi è soprattutto un continente che può e deve stupire, ma per farlo ha bisogno di essere messo alla prova e di poter competere ad armi pari nel contesto globale.
Come è stato detto fin dall’antichità, “dall’Africa sorge sempre qualcosa di nuovo”. Ecco, l’augurio che faccio a ognuno di noi è che da questo Vertice possa davvero nascere qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno si aspetta, persino qualcosa che in molti non avrebbero creduto possibile, perché smentire i pronostici come sempre è scrivere la propria pagina nella storia.
Vi ringrazio.
Vertice Italia-Africa, l’intervento conclusivo del Presidente Meloni
Lunedì, 29 Gennaio 2024
Signori Primi Ministri,
Autorità,
davvero grazie, grazie ancora per aver risposto all’invito del Governo italiano, per il contributo estremamente prezioso che è arrivato da tutti gli interventi; un contributo che intendo raccogliere per ogni spunto che è arrivato nella giornata di oggi.
E ritengo davvero che questo Vertice abbia raggiunto lo scopo che si era prefissato, e cioè essere un momento soprattutto di condivisione, di dialogo, di scambio di opinioni tra l’Italia e le Nazioni africane e, grazie alla vostra presenza numerosa, qualificata, che dimostra l’interesse verso la posizione italiana, possiamo dire che è stato un successo. Ma lo devo soprattutto, lo dobbiamo soprattutto a voi, ai vostri contributi, alla vostra partecipazione.
E sono contenta anche di aver riscontrato una concreta volontà da parte di tutti di immaginare e scrivere insieme una nuova pagina nelle nostre relazioni, una pagina basata su una cooperazione strutturale, su una cooperazione da pari a pari, lontana da quell’approccio predatorio che per troppo tempo ha caratterizzato le relazioni con l’Africa e che, se vogliamo, troppo spesso ha impedito all’Africa di crescere e prosperare come avrebbe potuto.
Un nuovo modello di cooperazione nel quale dobbiamo tutti credere, perché può funzionare solamente se ci crediamo tutti quanti insieme, che è fondato sulla responsabilità, che è fondato sulla fiducia, che è fondato sul rispetto.
Io ho apprezzato molto la concretezza degli interventi, le tante proposte anche articolate che sono emerse in termini di collaborazione sia nella sessione plenaria sia nelle sessioni di approfondimento sui diversi temi. Voglio davvero ringraziare tutti coloro che hanno preso la parola.
È stato un contributo straordinario, molto prezioso per noi che sapremo raccogliere e che lavoriamo perché possa trovare declinazione pratica nel nostro Piano Mattei, nelle sue diverse direttrici di intervento.
Oggi noi ci siamo confrontati su molti temi, dalla cooperazione economica e infrastrutturale, la sicurezza alimentare, il nesso clima-energia, l’istruzione e la formazione, il contrasto all’immigrazione illegale, la sicurezza, e sono molto soddisfatta del fatto che abbiamo trovato moltissimi punti di contatto.
Chiaramente questo lavoro è solamente all’inizio, abbiamo ancora davanti un cammino molto lungo. Io considero questa giornata come una ripartenza. È l’inizio di una stagione nuova per cui siamo solamente all’inizio del lavoro che dobbiamo e possiamo fare insieme.
Oggi noi ci siamo concentrati su alcuni temi specifici, abbiamo parlato nel dettaglio dei primi progetti pilota del Piano Mattei che intendiamo realizzare insieme, però io credo che il perimetro della nostra collaborazione possa e debba essere molto più ampio ed esteso. È un perimetro che sta a noi definire e che noi intendiamo definire con tutte le Nazioni che sono interessate a fare questo pezzo di strada con noi e chiaramente con il contributo delle organizzazioni anche multilaterali, a partire dall’Unione Africana, che ringrazio per la sua presenza e per la sua collaborazione.
Da oggi, dal mio punto di vista, per dimostrare che si fa qualcosa di diverso da quello che a volte abbiamo visto accadere in passato, è essenziale che da oggi noi si riesca a lavorare per fare in modo che le idee, i progetti, gli obiettivi che sono emersi nel corso di questo Vertice abbiano immediati seguiti operativi.
Molto di frequente è stato detto in tanti interventi oggi che in passato è accaduto che ci si limitasse soprattutto a dichiarazioni di principio e che poi molto spesso quelle dichiarazioni di principio non trovassero dei seguiti concreti. Noi non vogliamo seguire questa strada, noi vogliamo essere invece pragmatici ed estremamente concreti. Chi mi conosce, chi ha imparato a conoscermi sa che più o meno questo metodo di lavoro è quello che muove tutto il mio impegno politico.
Il Piano Mattei non è un piano di buone intenzioni o di dichiarazioni di principi, è un Piano di obiettivi concreti e realizzabili che vanno verificati passo dopo passo – ho già detto stamattina e ribadisco che è qualcosa che intendo seguire personalmente -, hanno bisogno di un cronoprogramma deciso, preciso, ben delineato, perché questo è il nostro metodo di lavoro e crediamo che sia un metodo di lavoro che può fare la differenza e raccontare un modello completamente nuovo.
Allora, proprio per questo, noi già nelle prossime settimane avvieremo missioni operative nelle diverse Nazioni che sono coinvolte nella prima fase attuativa del Piano, ma anche nelle altre che hanno dichiarato la loro disponibilità e il loro interesse per capire come si possa allargare questa iniziativa.
Quella che noi abbiamo presentato oggi è soprattutto una filosofia. Non volevamo che fosse solamente filosofia e l’abbiamo raccontata attraverso fatti concreti, ma rimane soprattutto un modello di cooperazione che siamo disponibili a portare avanti con tutte le Nazioni che dovessero essere interessate a questo approccio e, a giudicare dalla partecipazione ai lavori di oggi, sono molte le Nazioni che sono interessate a questo approccio.
È chiaramente un lavoro che doveva passare anche da un’iniziativa come questa per approfondire le proposte, i contributi, proprio perché – ho detto questa mattina e lo ribadisco – non abbiamo una scatola chiusa da consegnare, da presentare. Noi abbiamo un’idea da condividere e abbiamo atteso questa Conferenza per capire se l’idea che abbiamo in testa sia condivisa e condivisibile anche dai nostri interlocutori, perché questo lavoro è un lavoro che si può fare solamente insieme.
E sono felice di poter contare per questo lavoro anche sul contributo del Sistema Italia complessivamente inteso, che oggi è stato in questa Sala ampiamente rappresentato. Ringrazio tutti, anche qui, per aver compreso dall’inizio l’importanza e la portata di questa sfida.
Così come voglio ringraziare ancora una volta i rappresentanti delle Nazioni Unite, dell’Unione europea, dell’Unione Africana, delle Organizzazioni internazionali, delle Istituzioni finanziarie, delle Banche multilaterali di sviluppo, che con la loro presenza e il loro contributo oggi ci hanno aiutato a segnare un cambio di paradigma nei rapporti con l’Africa. E siamo orgogliosi come Governo italiano di aver gettato le basi per questo nuovo percorso.
L’Italia continuerà a lavorare per coinvolgere sempre più attori internazionali nel processo che abbiamo avviato oggi per definire insieme nuovi strumenti, anche finanziari, per sostenere le iniziative condivise di sviluppo e di crescita. E l’Africa, come ho detto e ripeto, continuerà a essere una delle priorità strategiche della politica estera italiana e dunque sarà anche centrale durante quest’anno, durante la Presidenza italiana del G7.
E quindi grazie davvero ancora per la vostra presenza, per i vostri contributi, per la vostra amicizia che è per noi estremamente preziosa, e grazie soprattutto per quello non che abbiamo costruito fin qui, grazie soprattutto per quello che noi costruiremo a partire da oggi. Davvero spero che il Governo italiano nell’organizzare questa Conferenza sia stato all’altezza delle vostre aspettative, perché decisamente voi siete state all’altezza delle aspettative del Governo italiano.
Grazie a tutti e buon lavoro.
I cinque pilastri del Piano Mattei
1️⃣ Istruzione e formazione: gli interventi si prefiggono di promuovere la formazione e l’aggiornamento dei docenti, l’adeguamento dei curricula, l’avvio di nuovi corsi professionali e di formazione in linea con i fabbisogni del mercato del lavoro e la collaborazione con le imprese, coinvolgendo in particolare gli operatori italiani e sfruttando il ‘modello’ italiano delle piccole e medie imprese.
2️⃣ Agricoltura: gli interventi saranno finalizzati a diminuire i tassi di malnutrizione; favorire lo sviluppo delle filiere agroalimentari; sostenere lo sviluppo dei bio-carburanti non fossili. In questo quadro si ritengono fondamentali lo sviluppo dell’agricoltura familiare, la salvaguardia del patrimonio forestale e il contrasto e l’adattamento ai cambiamenti climatici tramite un’agricoltura integrata.
3️⃣ Salute: gli interventi puntano a rafforzare i sistemi sanitari, migliorando l’accessibilità e la qualità dei servizi primari materno-infantili; a potenziare le capacità locali in termini di gestione, formazione e impiego del personale sanitario, della ricerca e della digitalizzazione; sviluppare strategie e sistemi di prevenzione e contenimento delle minacce alla salute, in particolare pandemie e disastri naturali.
4️⃣ Energia: l’obiettivo strategico è rendere l’Italia un hub energetico, un vero e proprio ponte tra l’Europa e l’Africa.
Gli interventi avranno al centro il nesso clima-energia, punteranno a rafforzare l’efficienza energetica e l’impiego di energie rinnovabili, con azioni volte ad accelerare la transizione dei sistemi elettrici, in particolare per la generazione elettrica da fonti rinnovabili e le infrastrutture di trasmissione e distribuzione. Il piano prevede, inoltre, lo sviluppo in loco di tecnologie applicate all’energia anche attraverso l’istituzione di centri di innovazione, dove le aziende italiane potranno selezionare start-up locali e sostenere così l’occupazione e la valorizzazione del capitale umano.
5️⃣ Acqua: gli interventi riguarderanno la perforazione di pozzi, alimentati da sistemi fotovoltaici; la manutenzione dei punti d’acqua preesistenti; gli investimenti sulle reti di distribuzione; e le attività di sensibilizzazione circa l’utilizzo dell’acqua pulita e potabile.
Tutti questi pilastri sono interconnessi tra loro con gli interventi sulle infrastrutture, generali e specifiche in ogni ambito
29 Gennaio 2024
Si è tenuto a Palazzo Madama a Roma il Vertice
“Italia-Africa. Un ponte per una crescita comune”
Al termine dei lavori, le dichiarazioni alla stampa del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il Presidente dell’Unione Africana, Azali Assoumani.
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