«LA BASILICATA NON SIA CIMITERO DELLE SCORIE»
«Cittadini del territorio alto bradanico hanno aderito con una sottoscrizione alla costituzione di un Comitato»
Si è tenuta a Genzano di Lucania nel fine settimana la prima assemblea pubblica sul deposito unico delle scorie radioattive. A latere dell’incontro è il Primo cittadino, Viviana Cervellino, a soffermarsi per un primo commento: «C’è stata una significativa partecipazione all’assemblea, per un tema che interessa la nostra comunità con ben 5 siti idonei. Ringrazio i presenti e le associazioni che facilitano il dialogo e l’approfondimento -e prima di congedarsi rimanda ad un ulteriore incontro- Alla prossima, in un luogo più grande, perché larga e rumorosa sarà la nostra partecipazione che estenderemo alle comunità lucane. Una comunità che cammina insieme è una comunità forte che esprime con autorevolezza la propria visione di territorio e di Basilicata».
Ma Cervellino fa il punto a Cronache, entrando nei dettagli: «Proprio da Genzano di Lucania parte una mobilitazione cittadina con la partecipata assemblea pubblica che si prepara ad essere un laboratorio di discussione territoriale per contrastare la localizzazione del deposito in Basilicata. Il dibattito promosso dalle associazioni locali e dall’Amministrazione comunale ha visto una significativa partecipazione di cittadini del territorio alto bradanico che con evidente preoccupazione hanno aderito con una sottoscrizione alla costituzione di un Comitato».
Il Sindaco Cervellino, che ha introdotto il dibattito, cui ha partecipato anche il Consigliere Regionale Gianni Leggieri, ha riassunto nell’incontro le tappe della consultazione della Sogin e ha confermato la netta contrarietà alla localizzazione del deposito sia a Genzano che sull’intero territorio appulo-lucano: «Troppe le controindicazioni rispetto ad un progetto che nulla chiarisce circa lo stoccaggio “temporaneo” delle scorie ad alta intensità. Non si faccia della Basilicata il cimitero delle scorie nucleari, approfittando dell’inverno demografico ma anche della primavera elettorale. Né tanto meno qualcuno provi a suggestionare i lucani con la promessa di un nuovo sviluppo industriale: non siamo in vendita. Si affronti con serietà e attaccamento a questa Terra quello che è un tema destinato a produrre effetti socio-economici almeno per le prossime 4 o 5 generazioni, se si considerano i tempi di vita delle scorie».
La Sogin Spa, la società dello Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, già nel 2021 aveva redatto la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) per la sistemazione definitiva di circa 75 mila metri cubi di scorie nucleari di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 15 mila metri cubi di scorie ad alta attività, frutto della stagione nucleare italiana chiusa con il referendum del 1987.
Inoltre, la medesima società aveva pubblicato il progetto preliminare e tutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, che permetterebbe di sistemare in via definitiva questi rifiuti, al centro di una procedura di infrazione europea nei confronti del nostro Paese e attualmente stoccati in una ventina di siti provvisori non idonei ai fini dello smaltimento definitivo.
Sulla base delle osservazioni emerse a seguito della consultazione pubblica sono state individuate 51 aree idonee, in tutto il Paese. Fra Puglia e Basilicata sono concentrati quindici siti: tra la provincia di Matera (Montalbano Jonico, Matera, Bernalda, Montescaglioso, Irsina) e i comuni di Altamura, Laterza e Gravina, con una appendice nel Potentino, a Genzano di Lucania con ben 5 siti idonei.
La comunità di Genzano pare dunque essere pronta ad essere riferimento di questa discussione che interessa tutta la Regione, «con la matura consapevolezza che non può essere un dibattito che si sviluppa tra pochi in qualche stanza»conclude Cervellino. I cittadini si sono dati dunque appuntamento ad altre assemblee pubbliche.