LA PROTESTA DEGLI AGRICOLTORI STANCHI DELLE REGOLE EUROPEE, SI SPOSTA NELL’AREA NORD
Ieri Melfi, oggi Lavello la mobilitazione continua. La Cia: «Non si può far finta che l’agricoltura italiana stia bene e che non ci siano problemi»
La protesta degli agricoltori continua. Una lunga marcia di trattori che ha investito l’Italia e l’Europa non ha risparmiato, come è naturale che fosse, nemmeno la Basilicata. E se nei giorni scorsi gli agricoltori lucani hanno manifestato sulla costa jonica, ieri sono arrivati nell’area nord. La manifestazione si è svolta nella zona industriale di San Nicola di Melfi, a sfilare circa ottanta trattori. Presenti, tra gli altri anche gli amministratori locali della zona a sostegno degli agricoltori locali. Una manifestazione questa contro le regole europee, che nortificano le produzioni locali. Si chiede quindi una modifica delle norme partire dal Complemento di sviluppo rurale regionale 2023-27 fino ad arrivare alla revisione della Politica Agricola Comune per il quadriennio 2023-2027. Ma la protesta è anche contro l’arrivo di prodotti da fuori i confini europei, è il caso ad esempio di carne, verdura, frutta e cereali. Questo modo di fare, secondo gli agricoltori, distrugge il made in Italy e danneggia gli agricoltori locali. Oggi la protesta si sposta invece a Lavello, altro comune importante dell’area Nord della Basilicata. «I cortei di trattori che percorrono le strade regionali, italiane ed europee – sottolinea la Cia – sono il sintomo di un disagio reale. Un disagio che Cia-Agricoltori Italiani ha già portato in piazza, a Roma, il 26 ottobre scorso, sotto lo slogan: “Prezzi alle stelle, agricoltori più poveri. Non siamo il problema, ma la soluzione”, per rivendicare la centralità dell’impresa agricola nell’economia nazionale ed europea e il suo valore per i territori e le comunità». Le richieste del comparto agricolo in crisi devono adesso trasformarsi in proposte, poi condivise in un confronto politico a più livelli. «Lo diciamo e ribadiamo che non si può far finta che l’agricoltura italiana stia bene e che non ci siano problemi». Queste le parole del presidente nazionale Cristiano Fini. Cia, in questo contesto di tensione sociale, vuole «evidenziare le azioni di mobilitazione intraprese e il valore del confronto, nelle sedi opportune, tra organismi accreditati e istituzioni e interlocutori economici. Nel nostro agire ci siamo posti obiettivi concreti e non ideologici con spirito di unitarietà che fa parte del nostro Dna». «Più che trattori in strada, dunque, servono idee nuove, proposte concrete e soluzioni rapide e giuste evitando di far crescere ulteriormente la rabbia e il malcontento nelle campagne», ha concluso il presidente Cia.