CRISTO DI MARATEA,«NESSUN DISTACCO O PERICOLI»
Stoppelli: «È sicura dal punto di vista statico, ma interverremo sul parafulmini e con restauro conservativo»
Sulla cima rocciosa del monte San Biagio a Maratea si staglia imponente la Statua del Cristo Redentore. Alta più di 21metri, con una apertura delle braccia di 19 e la testa di 3 mt d’altezza. Il peso del complesso è stato calcolato aggirarsi intorno alle 400 tonnellate. La Perla del Tirreno vanta per la Basilicata e non solo, uno dei monumenti più suggestivi e visitati dai turisti che giungono nella nostra regione.
Proprio questo monumento però si è trovato, suo malgrado, al centro delle cronache di questi giorni, quando si è parlato di crolli alla struttura.
Abbiamo raggiunto telefonicamente il Sindaco Daniele Stoppelli per fare il punto della situazione: «Sono state diffuse immagini di repertorio, antecedenti il restauro operato dall’amministrazione comunale precedente la mia, che non possono e non devono essere spacciate come attuali -dichiara con fermezza Stoppelli- Ripeto, non ci sono stati distacchi in questo momento e non ci sono pericoli. Tutto parte quando in passato a causa del cattivo funzionamento dell’impianto parafulmine, si danneggiarono le estremità delle dita. La vecchia Amministrazione chiese un contributo alla Regione, che fu elargito nella somma di 380mila euro per il rifacimento dell’impianto. Furono eseguiti i lavori e da allora non si sono più verificati danneggiamenti o distacchi dalla statua. Il vero problema è però rappresentato proprio da quel vecchio intervento, essendo stata impiegata una tecnica invasiva, bucando le braccia e la testa per farvi passare i cavi, fori dai quali sarebbe entrata l’acqua».
«RICHIESTO ALLA REGIONE 1 MILIONE DI EURO PER GLI INTERVENTI NECESSARI»
Oggi cosa accade, che «quell’impianto parafulmine va aggiornato e messo a norma come tutte le tecnologie, per essere efficiente e all’avanguardia. Abbiamo pertanto la necessità di fare due cose -incalza il Primo cittadino- rifare il parafulmini e effettuare un lavoro di restauro. Per quanto riguarda questo secondo intervento, dal punto di vista “estetico” sembra facile, ma bisogna rifare le unghia e le parti mancanti alle mani e soprattutto rimediare ai danni del precedente intervento. La situazione attuale vede però la struttura sicura da un punto di vista statico. Abbiamo fatto richiesta alla Regione di un finanziamento di 1milione di euro, perché vogliamo fare un check-in della statua con uno studio analitico per gli interventi di cui il monumento ha bisogno dopo quasi 60anni dalla sua costruzione e realizzare il restauro conservativo intervenendo anche su quei buchi e rimodernare il parafulmine. Chiaramente queste attività sono già state programmate perché noi le abbiamo chieste da tempo alla Regione, la quale ci ha promesso che in questo esercizio ci dovrebbe dare le risorse. Ne abbiamo discusso anche con il Ministero, trovandolo d’accordo nel seguire la strada del restauro conservativo».
IN MERITO ALLA PETIZIONE, «SENZA LO STUDIO E LA CONOSCENZA DEGLI ATTI SI RISCHIA DI DARE INFORMAZIONI INCOMPLETE O NON VERITIERE»
Attraverso la pagina social e istituzionale del Comune, Stoppelli ragguaglia: «Ho avuto modo di leggere la petizione per la salvaguardia della Statua del Cristo. Pur precisando che la buona regola di ogni attività ha come presupposto la ricerca, lo studio e la conoscenza degli atti esistenti senza i quali si rischia di dare informazioni incomplete o non veritiere, comunque, nello spirito positivo accolgo con piacere l’attenzione di queste persone.
Ritengo utile ricordare che sono state tante le attività di valorizzazione messe in atto da questa Amministrazione come la mostra su “Bruno Innocenti e la Statua del Cristo Redentore”, realizzata con il Liceo Artistico di Maratea e che ha visto l’esposizione a Matera, Potenza, Caserta, Milano.
All’interno del Bando Borghi abbiamo ottenuto il finanziamento per il miglioramento dell’accessibilità e della fruizione della statua e del belvedere, ed a breve verrà conclusa la fase progettuale per renderla accessibile a tutti, comprese le persone diversamente abili. E poi ci sono il gemellaggio con la Mitra Arcivescovile di Rio de Janeiro proprietaria della statua del Cristo Redentor, gli eventi, nonché la promozione del nostro simbolo, anche all’interno dell’importante percorso come città finalista Capitale Italiana della Cultura 2026».
GIÀ NEL 1965 SI PARLÒ DI “COSTRUZIONE AVVENIRISTICA”, CHE TUTT’OGGI CONSERVA LE CARATTERISTICHE DI “STRUTTURA MONUMENTALE”
Sul materiale di realizzazione del monumento Stoppelli aggiunge: «Il Cristo è stato forgiato con marmo di Seravezza e siccome è un materiale salino non si corrode alla presenza del mare. Questa è un’altra delle sue peculiari caratteristiche, che la rendono particolarmente resistente e sicura, tant’è che alla soglia dei 60 anni, è ancora lì, sfidando il vento della sommità della montagna e le intemperie. Fu voluta dal Conte Rivetti, che nel 1956 affidò l’incarico al Professor Bruno Innocenti, il quale elaborò una serie di studi per questa statua, associandosi al Professore e Ingegnere Luigi Musumeci, uno dei più grandi strutturisti italiani del Novecento.
Il monumento del Cristo pertanto, si trova per un terzo sotto terra come fondazioni e due terzi è fuori terra, la parte che vediamo. Una delle caratteristiche di questa opera è la sua resistenza a forti venti, persino superiori a 130 km orari. Da un punto di vista statico questa struttura è stata portata all’Università di Basilicata, di Avellino, di Napoli e in diverse Università Italiane, venendo apprezzata a livello accademico.
Già nel 1965, quando il Cristo era stato completato, si parlò di una costruzione avveniristica, che tutt’oggi conserva le sue caratteristiche di “struttura monumentale”, così come fu dichiarata».