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STALLO CHIORAZZO, SALE IL BARDI BIS

Quote regionali il Pd ed il tinto M5s non si fidano l’uno dell’altro e restano fermi sulle proprie posizioni. Nel cdx col “contentino” per FdI a Potenza si potrebbe chiudere la partita ricandidatura

«Ieri ho partecipato a Roma alla presentazione dell’ottimo libro di Roberto Speranza: “Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute”. (…) Ci sono ancora evidenti divergenze tra Pd e M5S, come per esempio in politica estera o nella interpretazione della transizione ecologica, ma ci sono già evidenti punti di contatto, come proprio sul tema della sanità pubblica. Mi è sembrata evidente la volontà di continuare a contaminarsi per elaborare un progetto comune di Governo pur nelle inevitabili distinzioni identitarie. Credo che lo stesso spirito e lo stesso impegno debba guidare il lavoro anche in Basilicata.(…) Non esistono fatti nuovi e tantomeno ripensamenti; il Partito Democratico di Basilicata ha abbracciato l’idea che la società civile di Basilicata possa proporre e rappresentare il prossimo candidato Presidente dello schieramento di centro sinistra, individuato nella persona di Angelo Chiorazzo. Condividere metodo e scelte per formare l’alleanza politica più larga e rappresentativa possibile che attraverso una proposta di governo metta insieme persone e territori è l’unica questione oggi in discussione». Con queste parole Roberto Cifarelli, consigliere regionale del Partito Democratico, ha descritto la riunione che si è tenuta l’altro ieri a Roma per la presentazione del libro “Perché guariremo” di Roberto Speranza. CONTE SVICOLA Come abbiamo già riportato nel nostro editoriale di ieri, alla riunione Roberto Speranza ha lanciato l’ipotesi Chiorazzo come possibile strumento per la vittoria elettorale di un “campo largo” in Basilicata, a quel segnale Conte ha risposto con un generico riferimento agli uomini e ai programmi migliori. Un riferimento tanto tortuoso da essere chiaro nel non considerare proprio l’ipotesi Chiorazzo come riferimento del “campo largo” in Basilicata anche in considerazione del fatto che il re delle coop era in sala e nessun riferimento a lui è stato fatto dall’ex premier ed attuale leader dei Cinque Stelle. Roberto Cifarelli, così come Roberto Speranza, sono uniti nella difesa ad oltranza di Chiorazzo, contro ogni ipotesi di ripensamento. Una posizione che sa di trincea da prima guerra mondiale, come se si potesse rimanere indifferenti a tutto ciò che accade nella coalizione. Lo hanno capito anche gli elettori e i frequentatori della pagina Facebook di Cifarelli, tra di essi spicca il commento di Alfredo Morfini che testualmente dice: «Una specie di guerra di logoramento. Sinceramente non comprendo le ragioni di questa fossilizzazione come se il mondo ruotasse esclusivamente intorno a questa opzione. Ma è un problema mio, evidentemente» e aggiunge che «del resto Conte è stato chiarissimo. Ma Roberto pur essendo in sala non ha sentito… fino a quando durerà questa fiction? Si aspetta che si accomodi all’uscita da solo?». Gli fa eco, sempre sul profilo social di Cifarelli il consigliere comunale materano Giovanni Schiuma che evidenzia come «in realtà Conte ha parlato della necessità di perseguire progetti coerenti ricercando i migliori interpreti. Essendoci già un interprete sul tavolo è evidente che Conte non lo consideri né coerente né tantomeno il migliore…». In tutta onestà, senza nulla voler togliere alle qualità umane, politiche ed imprenditoriali di Chiorazzo, ci sentiamo di condividere il giudizio di Schiuma e Morfini. Se Conte avesse voluto indicare l’ipotesi Chiorazzo come plausibile lo avrebbe fatto in quella sede.

IL DILEMMA DEL PRIGIONIERO, TRA NASH E PARETO

Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle, alleati e Chiorazzo vivono esattamente quello che nella teoria dei giochi viene chiamato “dilemma del prigioniero”. Per chi non conoscesse la “Teoria dei giochi ad informazioni incomplete”, sostanzialmente il principio si fonda sull’ipotesi che due persone vengano arrestate perché accusate di aver commesso un reato. I due vengono rinchiusi in celle diverse ed impediti di comunicare tra di loro. Ad ognuno di loro vengono date due scelte: collaborare, oppure non collaborare. Viene inoltre spiegato loro che: se solo uno dei due collabora accusando l’altro, chi ha collaborato evita la pena; l’altro viene però condannato a 7 anni di carcere, se entrambi accusano l’altro, vengono entrambi condannati a 6 anni, se nessuno dei due collabora, entrambi vengono condannati a 1 anno, perché comunque già colpevoli di altro reato. La scelta migliore per tutti e due è quella di non tradire il compagno ma in quel caso il tradimento dell’altro sarebbe letale per chi fosse rimasto leale. John Nash evidenziò nel suo equilibrio che esiste una situazione nella quale il gruppo si viene a trovare se ogni componente fa ciò che è meglio per massimizzare il proprio profitto a prescindere dalle scelte degli avversari. Lo stesso Nash sapeva, però, che l’equilibrio non è detto sia la soluzione migliore per tutti. In un equilibrio di Nash, infatti, il singolo giocatore non può migliorare la propria situazione modificando solo la propria strategia ma un gruppo di giocatori, o, al limite, tutti, possano farlo allontanandosi congiuntamente dall’equilibrio. A differenza dell’ottimo paretiano, infatti, nell’equilibrio di Nash è possibile migliorare la condizione dei singoli partecipanti se ciascuno di essi si fida degli altri. Come nel dilemma del prigioniero anche nell’equilibrio di Nash il miglioramento della situazione passa da un atto di fiducia negli altri. La stessa cosa potrebbe accadere nel “campo largo” lucano se i giocatori politici accettassero di rivedere la propria strategia. Quello che manca, però, è la fiducia. E, questa mancanza che oggi immobilizza le trattative, non sembra essere un buon viatico per un’ipotesi di Governo. Si resta immobili ciascuno sulla sua posizione perché per ciascuno dei giocatori questa è la migliore situazione possibile proprio perché nessuno si fida degli altri.

VERSO IL BARDI BIS

Intanto, per quanto ancora non ufficiale, sembrerebbe che il centrodestra stia per virare verso un’ipotesi di riconferma di Bardi. Il generale nelle ultime ore sta mostrando molta pazienza e molta più prudenza del solito, tiene aperto il canale con Tajani ma inizia ad aprirlo anche con gli alleati. Fratelli d’Italia non può forzare oltre dopo lo strappo sardo, la Lega tace con un Salvini terrorizzato dall’ipotesi di perdere Filippo e ‘o panaro, ovvero sia la Basilicata (da conquistare) che l’Umbria (da difendere), oltre che il Veneto (su cui FdI ha già messo la testa e le idee). Resta in piedi una labile speranza per Pepe (che passa però per una forte e incidente rivendicazione di Salvini) e per un civico di area Forza Italia ma la riconferma dell’uscente Generale sembra la più probabile con Fratelli d’Italia che potrebbe avere una compensazione al Comune di Potenza o, addirittura, restare senza niente di importante in Basilicata. I prossimi giorni saranno decisivi e i vertici romani interni ai partiti con il territorio e tra i partiti si susseguono vertiginosamente. Solo quando tutto ciò sarà risolto sapremo quale può essere la data delle elezioni.

Di Massimo Dellapenna

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