SUPERBONUS ED EDILIZIA, I COSTRUTTORI DELINEANO LO STATO DI SALUTE LUCANO
La congiunturale, sui condomini la Basilicata avanti a «ritmo sostenuto»: primi rallentamenti sulle ore lavorate e note dolenti dal mercato creditizio
Superbonus e stato di salute del settore: lo scenario lucano tratteggiato nella congiunturale Ance dall’Osservatorio elaborato dal Centro studi dell’associazione dei costruttori. A livello nazionale, l’edilizia per il terzo anno consecutivo, ha registrato nel 2023 un’espansione dei suoi livelli produttivi +5% su base annua. In soli tre anni gli investimenti settoriali sono aumentati di circa 75 miliardi, recuperando larga parte del gap produttivo dovuto alla crisi ultradecennale (-92 miliardi). La crescita stimata per il 2023 (+5%) risulta generalizzata a tutti i comparti e trainata, in particolare, dagli investimenti per la riqualificazione abitativa, stimolata ancora una volta dagli incentivi fiscali, oltre che dal comparto delle opere pubbliche, sul quale incidono positiva- mente due fattori quali Pnrr e chiusura fondi strutturali 2014-2020. ORE LAVORATE I dati delle casse edili consentono di fornire indicazioni anche a livello territoriale per quanto concerne le dinamiche di ore lavorate e lavoratori iscritti nei primi nove me- si del 2023. Come spiegato dalla presidente dell’Ance, Federica Brancaccio e dal vicepresidente Piero Petrucco, relativamente alle ore lavorate, «si osserva come il dato nazionale riferito ai primi 9 mesi del 2023 (+0,9%) sia la sintesi di un andamento differenziato nelle diverse aree geografiche del paese». In particolare, nel CentroNord, ad eccezione del Trentino-Alto Adige e del Friuli Venezia-Giulia, si rilevano variazioni positive di entità nettamente superiore alla media, che superano l’8% nel caso delle Marche e della Valle d’Aosta. Di contro, le regioni del Mezzogiorno «sperimentano un primo rallenta- mento, con Basilicata e Sicilia che presentano dei cali significativi (-5,2% e -6,3% rispettivamente in confronto allo stesso periodo del 2022)». SUPERBONUS 110% Dall’inizio del provvedimento, il numero totale degli interventi agevolati con il Superbonus energetico ha raggiunto le 461mila e 433 richieste, per un investimento complessivo di quasi 104,2 miliardi di euro, comprese le somme non ammesse a detrazione. A livello territoriale, le regioni che si sono distinte per il maggior numero di interventi sono la Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna. Al novembre scorso, dai dati mensili, in relazione agli interventi con almeno un’asseverazione protocollata, la Basilicata al terz’ultimo posto, di meno solo in Molise e Valle d’Aosta, con 284 interventi (il totale italiano pari a 8mila e 741) ed un totale di importo di 74 milioni di euro (il totale italiano pari a 4 mila e 364 milioni di euro). Normalizzando il numero degli interventi con la rispettiva popolazione residente presente in ogni regione, emerso che le regioni con la maggiore incidenza di lavori per mille abitanti risultano il Veneto (11,6), il Friuli Venezia-Giulia (10,7) e l’Abruzzo (10,9). Alto il valore della Basilicata: 9,5. In generale, «restano ancora da completare interventi per 13,1 miliardi», di cui 10,1 riferiti ai condomini. Questi ultimi (10,1mld), se confrontati con l’ammontare complessivo degli investimenti afferenti a tale tipologia di immobile risultante ad oggi (64,5 miliardi), «evidenziano che ancora sono da ultimare interventi per il 15,7% del valore degli investimenti totali». Si tratta di un dato di media che però comunque risulta utile per valutazioni di carattere generale. Tale incidenza, come specificato dall’Ance, calcolata a livello regionale mostra uno stato di avanzamento dei lavori molto eterogeneo lungo la peni- sola: in Liguria, Campania, e Lazio, la quota di lavori da ultimare supera il 20%. Invece, in Basilicata e Trentino Alto-Adige, «che hanno mantenuto un ritmo sostenuto nella realizzazione dei lavori», l’incidenza scende al di sotto del 12%, «ben 4 punti in meno della media nazionale». Riassumendo sui condomini ed i lavori da terminare: in relazione ai dati cumulati al 31 dicembre scorso, il rapporto tra il valore percentuale rispetto agli investimenti totali, consegna un verdetto positivo per la Basilicata. A fronte della citata media italiana di 15,6 %, in Basilicata 9,6%: è il valore percentuale più basso d’Italia.
IMPRESE E PRODUTTIVITÀ
L’espansione dell’offerta produttiva delle costruzioni nel biennio 2020-21 è risultata generalizzata su tutto il territorio, con variazioni percentuali che oscillano tra il +3% dell’Abruzzo e il +9,1% del Friuli. In termini assoluti l’aumento più consistente si registra in Lombardia (+5.600 imprese circa). Al 2021, numero di imprese in Basilicata 4mila e 232 con variazione percentuale 2021-2019 pari al 4,7% e variazione assoluta, sempre 2021- 2019, pari a 191.
FLUSSO MUTUI: PIÙ MENO CHE PIÙ
Rilevato un inasprimento del mercato creditizio. Il flusso di nuovi mutui erogati per investimenti in edilizia, suddiviso in due categorie: residenziale e non residenziale. In relazione all’edilizia residenziale, con media italiana del -15%, negativa anche per la Basilica- ta, la variazione percentuale “primi 9 mesi 2023- primi 9 mesi 2022”: meno -37,5. Più drastica, solo in Campania (-38,5%), Piemonte (-39,8%), Toscana (- 41,6%) ed Emilia-Romagna (-59,6%). Positivo il dato della variazione percentuale “primi 9 mesi 2023-primi 9 mesi 2022”, per quanto riguarda l’edilizia non residenziale: con media italiana del più 11,5%, la Basilicata al quinto posto in Italia, dopo Campania, Valle d’Aosta, Abruzzo e Molise, con più 103,7. In calo, inoltre, stesso rapporto temporale già citato, il flusso di nuovi mutui erogati per acquisto di abitazioni da parte delle famiglie: in Basilicata meno 32,8% (media italiana -28,3%).
SALDO MIGRATORIO E CONDIZIONE ABITATIVA
Anche se ormai da diversi anni si assiste ad una sostenuta mobilità interna che vede un terzo degli spostamenti interregionali dirigersi dal Mezzogiorno verso il Centro- nord (129mila pari al 15,2% in più rispetto al 2021), i tassi migratori interni delle regioni del Mezzogiorno sono, tutti negativi (Basilicata e Calabria i più bassi), al contrario quelli del Centronord sono positivi (Emilia-Romagna e Provincia autonoma di Trento i più alti). Per quanto riguarda la condizione abitativa, Molise e Umbria registrano i valori più bassi di famiglie che vivono in abitazioni in affitto, rispettivamente 6,9% e 13,3%, seguite da Umbria, Basilicata, Sardegna e Puglia che non superano il 15%.