ALL’OSPEDALE DI VENOSA TRATTAMENTO DI CHERATOCONO
Il Dg ASP, A. Maraldo: «La sanità lucana diventi punto di riferimento naz. per diagnosi e cura di alcune patologie»
Migliora e si integra l’offerta oculistica dell’Asp con le prestazioni offerte dall’Ospedale di Venosa dove è attivo dal 2008 il Servizio di Fisiopatologia Corneale di cui è responsabile Michele Cervellino. Una struttura che si pone a baluardo extraregionale per la diagnosi e cura di alcune patologie ‘rare’ tra cui il cheratocono, malattia endemica in Basilicata ma che vede numerosi pazienti provenire da fuori regione. La Fisiopatologia Corneale dell’Ospedale ‘San Francesco’ rientra nel Centro Unico di Riferimento Regionale per l’Oculistica la cui Struttura Interaziendale Complessa è diretta da Domenico Lacerenza.
Il Cheratocono, malattia degenerativa ed evolutiva della cornea, provoca un progressivo peggioramento della funzione visiva e colpisce i ragazzi dopo i 13 anni, auto bloccandosi intorno ai 40 anni. Le complicanze si avvertono poi negli stadi più avanzati della patologia dove si innesta un pesante deficit visivo. Ha comunque origini prevalentemente genetiche pur con variante meccanica relativa alle allergie che lo rendono assimilabile ad una congiuntivite incidendo, per via di sfregamento, sulla cornea. Nei primi due stadi della malattia si può intervenire immediatamente per via chirurgica attraverso quello che è chiamato ‘cross-linking corneale’ ovvero una terapia parachirurgica a bassa invasività che si effettua mediante somministrazioni di vitamina B2 iniettata nella cornea e attivata con procedimento chimico dai raggi ultravioletti per bloccare lo sfiancamento corneale. I risultati sono eccellenti perché, ad oggi, la terapia ha portato a livello nazionale ad una riduzione del 60% dei trapianti di cornea che, invece, risultano necessari al terzo e quarto stadio della malattia. A questi livelli stadiali il sistema sanitario regionale è in grado di garantire prestazioni anche nei casi in cui sia necessario il trapianto di cornea lamellare effettuato invece presso l’Azienda Ospedaliera.
L’Oculistica regionale rappresenta il fiore all’occhiello della sanità lucana e, in questo contesto Venosa è centro fondamentale e di raccordo per tutto il sud Italia, ponendosi in maniera ancora più tecnologica nella cura del cheratocono grazie ad un macchinario di ultima generazione : il ‘Cfx-linker’ di cui la Asp si è dotata di recente. Si tratta di un laser omnicomprensivo di trattamento con vitamina B2 del costo di circa 60milaeuro. La tecnologia impiegata dal Cfx-linker è in grado di intervenire anche su infezioni corneali batteriche che non rispondono ad altre terapie, o sfiancamento corneale secondario legato ad altre cause.
La peculiarità dell’ospedale venosino è data anche da un altro aspetto: quello del cheratocono è un trattamento, inserito nei Lea, effettuato prevalentemente dalle cliniche private, dove la prestazione ha un costo di qualche migliaia di euro mentre presso la struttura lucana dell’Azienda Sanitaria Locale di Potenza l’utente è soggetto solo al pagamento del ticket pari a poco più di 36 euro. Ad oggi, al ‘San Francesco’ siamo su una media di circa 120 interventi all’anno che vengono effettuati solo dove ve ne sia necessità reale ed in base a specifici parametri. Per il resto, si procede con la mappatura oculare (topografia) che fa registrare circa 3mila pazienti all’anno. La maggior parte di essi provenienti dalle regioni contermini e in alcuni casi anche dalla Sicilia.
Il responsabile del Servizio di Fisiopatologia Corneale dell’Ospedale di Venosa, Michele Cervellino, ritiene che “garantire servizi eccellenti in sanità sia il risultato della grande professionalità degli operatori e del grande supporto tecnologico offerto dall’Azienda Sanitaria e dalla regione che mirano imprescindibilmente al miglioramento e aggiornamento delle proprie prestazioni e delle proprie strutture”. Si dice entusiasta anche il Direttore del Sic Lacerenza, consapevole del fatto che “per l’oculistica l’utilizzo di questo laser si contestualizza in un percorso oftalmico finalizzato a garantire ai cittadini, lucani e non, tutte le prestazioni di cui può avere bisogno, diventando attrattiva per la propria utenza e bloccando l’emigrazione sanitaria verso altre regioni”.
Per il Direttore della Asp Antonello Maraldo “è fondamentale implementare i servizi sanitari in Basilicata per offrire prestazioni anche ad un’utenza extraregionale che, negli ultimi anni si rivolge sempre di più ai nostri Poliambulatori, Presìdi e Distretti grazie soprattutto alla capacità di investimento da parte della Asp sia in termini economici- come avvenuto per il macchinario di ultima generazione di Venosa, sia in termini di personale qualificato. L’obiettivo per il futuro è quello di ‘volare alto’ per far sì che la sanità lucana, e potentina nello specifico, diventi punto di riferimento nazionale per la diagnosi e cura di alcune patologie”.